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Palermo dietro i vetri

La città, i suoi scrittori



Autori A cura di Paolo Siena
Prezzo € 18,00
Pagine 192
Data di pubblicazione Dicembre 2016
Editore Torri del Vento
Collana i CAPPERI Big

I proventi del libro saranno devoluti agli ambulatori cittadini (ASP 6 - Ospedale V. Cervello) dedicati alla diagnosi e al trattamento dei disturbi dello spettro autistico.

Beatrice Agnello, Vanessa Ambrosecchio, Giuseppe Barbera, Gaetano Basile, Marcello Benfante, Davide Camarrone, Fabio Ceraulo, Domenico Conoscenti, Gian Mauro Costa, Piergiorgio Di Cara, Davide Enia, Germana Fabiano, Daniela Gambino, Valentina Gebbia, Ivo Tiberio Ginevra, Eleonora Lombardo, Beatrice Monroy, Santo Piazzese, Claudio Puglisi, Evelina Santangelo, Gaetano Savatteri, Salvatore Savoia, Giuseppe Schillaci, Ennio Tinaglia, Salvo Toscano, Alli Traina, Nino Vetri, Cinzia Zerbini

Le finestre sono luoghi privilegiati di osservazione, specialmente se chiuse, specialmente se dietro i vetri la luce è spenta. Si osserva non visti ciò che accade nel mondo, come se il mondo non ci appartenesse; ci si perde nei propri pensieri osservando un punto nel vuoto, si fantastica, si costruiscono storie.
Abbiamo chiesto a ventotto scrittori palermitani, per nascita o per adozione, di raccontare ciò che "vedono" dalla loro finestra, senza dare loro ulteriori indicazioni. Ne è risultato un caleidoscopio letterario, che racconta meravigliosamente i mille e mille volti di Palermo, le sue strade, le sue persone, le sue storie. Un percorso attraverso le contraddizioni e le idiosincrasie di una città che lotta ogni giorno per riaffermare se stessa, per salvare la propria identità senza rinunciare alla modernità.


Introduzione
di Paolo Siena

"E adesso... attenzione... prendiamo... prendiamo il signor tapporosso!" - la mano si muove rapida, afferra un tappo e lo lancia dentro un contenitore di plastica - "... e io divento... il campione dei tappirossi!"
Domenico ride, Valerio ride e saltella, mentre agita forte e mani, sembra un uccellino che vuole imparare a volare.
È un gioco improvvisato, nato, come spesso accade, per raggirarli. I tappi di plastica destinati alla differenziata sono sparsi per tutto il pavimento, loro sono piccoli, 2 e 3 anni e mezzo, vorrebbero continuare a giocarci, ma sono oggetti piccoli, non è molto sicuro che continuino da soli. Ho provato a spiegarglielo, ma non è servito, ho usato un tono deciso, ma niente, per convincerli a raccoglierli l'unico modo, subdolo, è trasformare tutto in un gioco. Allora si continua. Domenico prende un tappo e prova a ripetere le mie parole, lo stesso fa Valerio in modo rapido, frenetico.
Tocca ancora a me.
Mi preparo a scegliere il prossimo tappo. Ondeggio qualche secondo, muovo le braccia con le dita aperte come fossero artigli famelici che puntano la preda, è il momento dell'attesa prima che venga indicato il prossimo "signortappo".
Un gioco stupido, ma sto raggiungendo il mio scopo e soprattutto ai miei figli piace. Valerio si agita, ride, continua a saltellare in punta di piedi, mi gira attorno, mi afferra le gambe da dietro e si nasconde il viso. È felice.
A ogni tappo che finisce nella scatola mi rendo conto che non riesce a contenere la gioia. Per un attimo mi preoccupo, quello sfarfallio delle mani mi ricorda il cuginetto autistico.
Come lui anche Valerio spesso si isola, come se pensasse ai fatti suoi. E solo un attimo, ma subito mi conforto: "Non è come Marco, Valerio ha imparato a parlare presto e bene".
Smetto di preoccuparmi, ma inizio a osservarlo. Coinvolgo anche mia moglie in queste ispezioni a distanza e inizia per me e lei un periodo pieno di riflessioni, considerazioni, letture, soprattutto pieno di fallimenti.
Valerio impara da solo a leggere che non ha neppure 3 anni, ma non riesce invece a capire tante cose che alla sua età dovrebbe, cose semplici e banali concetti di causa-effetto.
Tende a mettere in fila giocattoli o oggetti, file interminabili, disposte sul pavimento e una volta completate i singoli elementi vengono spostati da una camera all'altra in un "loop" continuo. Spesso è violento con il fratellino e con i compagni d'asilo.
Ci decidiamo a chiedere aiuto.
La diagnosi di "Autismo ad alto funzionamento" o sindrome di Asperger arriva che ha superato i 5 anni.
Spesso mi fermo a guardare Valerio: corre per casa, saltella, gioca, non conosce pause, come i pianeti che ama tanto è sempre in movimento, ma a volte rallenta. Riflette, il suo sguardo si perde nel vuoto, è allora che le labbra si muovono sussurrando i suoi pensieri, leggeri bisbigli che mai diventeranno parole per gli altri.
Resteranno solo per lui, nel suo mondo chiuso dietro a finestre che solo con molto amore noi riusciamo a schiudere.
Gli altri invece rimarranno lì, dentro quella testolina tonta, luogo intimo e privato dove nessuno entra.
Mi piace pensare che Valerio, come tutti i bimbi speciali, veda ogni cosa in modo puro, con la semplicità e con la purezza, a noi ormai sfuggita, dei sognatori. Come chi, protetto dalle mura di casa, osserva il paesaggio al di fuori da dietro i vetri, modificandolo a piacimento per trasformarlo in storie.
Per immaginarle, queste storie, ho chiesto a 28 scrittori di raccontare un pezzo di città visto dalle loro finestre. Il risultato è questo libro, che partendo da una riflessione sull'autismo è diventato un omaggio alla città di Palermo.
Tutti gli autori hanno rinunciato a percepire qualsiasi compenso derivante dalla proprietà delle loro opere e hanno deciso, con l'editore, che gli eventuali profitti verranno devoluti agli ambulatori cittadini (Asp 6 - Ospedale V. Cervello) dedicati alla diagnosi e al trattamento dei disturbi dello spettro autistico, per l'acquisto di supporti didattici e ludici.
L'ordine dei racconti non è casuale, ma disegna un percorso che dal centro va verso la periferia per poi ritornare da dove era partito, in una spirale che, mi auguro, avvolga il lettore così come ha avvolto me.



Last modified Monday, December, 26, 2016