Ugo&Andrea
Andrea Ugo, ma com'è 'sta cosa che non
guidi?
Ugo mah, a dire il vero io ho
guidato molto...
Andrea ah ecco, sei pentito, sei un pentito?
Ugo sì, perché dopo mi son sposato, mia moglie ha stabilito che io non sapessi guidare... avevo girato l'Europa, quindi era una menzogna, pero riuscì talmente a suggestionarmi che io smisi di guidare, e scoprii anche la bellezza del non guidare, dell'andare a passo d'uomo, ma pero' con i propri passi, non al passo d'uomo automobilistico, negli ingorghi, nel centro, e tu?
Andrea no, no, io non ho mai guidato, cioè non ho mai avuto
neanche la voglia di provare, come si faceva da ragazzi, sai, fammi un po'
provare, mai, proprio... l'ho sempre guardata con assoluta indifferenza la
macchina... non mi interessava proprio. E' stato però un errore perché poi, in
età adulta, per potermi spostare ho dovuto affidarmi a un motorino, sono caduto
tre volte, me lo sono rivenduto, e quindi poi... niente... basta. I primi tempi
andavo con i mezzi pubblici, perché c'era un periodo, che ora magari ne
parliamo un attimo, in cui a Roma si circolava con i mezzi pubblici no?
Ugo io invece i primi anni che ero in rai, e facevo parte di una redazione del telegiornale dove eravamo tutti più o meno venticinque ventiseienni, e io ero l'unico a possedere una macchina, mi ero comperato una pulmanina, la seicento multipla, e così ero diventato una specie di tassista, o guidatore di piccolo autobus perché naturalmente tutti i miei colleghi mi sfruttavano per essere accompagnati chi qua chi là...
STACCHETTO
E mi ricordo invece la sera si andava a villa
borghese dove c'erano delle belle belle fanciulle così, diciamo di genere
mercenario e io una volta, guidando la mia pulmanina e per vedere meglio una di
queste signorine persi un po' di vista la strada e andai a finire nella fontana
dei cavalli marini... lo sai quella... che è quasi in asse...
Andrea sì, sì, comunque un bel posto insomma
dove andare a finire, sì...
Ugo un bel posto certo, però cosi restai a piedi, e
diciamo anche a bocca asciutta dall'altro punto di vista...
Andrea ma questo episodio è quello che hai raccontato a tua moglie
naturalmente, per cui poi tua moglie ha decretato che non dovevi e non sapevi
guidare presumo no?
Ugo no, no non gliel'ho mai
raccontato
Andrea ah questo non glielo hai mai
raccontato
Ugo in realtà lei... io avevo
incidenti ma in genere erano sempre con un antagonista diciamo così non mobile, per esempio sbattevo contro un muro...
Andrea una fontanella...
Ugo ...una fontanella, una saracinesca, ma non ho mai danneggiato altri...
STACCHETTO – INIZIA CAPITOLO 1 “TV”
Andrea no, senti, ma io mi stavo ricordando mentre tu parlavi, con
queste strade con poche macchine di Roma, fatta ora la proporzione di
quello di quello che succede... quando io arrivai a Roma, arrivai a Roma nel
49, nell'ottobre del 49, e c'era questa meraviglia di cosa che si poteva
passeggiare per Roma ma non solo come fatto, diciamo, d'aria respirabile ma
come anche fatto che non eri, come dicono a Roma, arrotato, non c'era questo
rischio... niente, era di una bellezza... tu ci sei nato a Roma no?
Ugo io sono nato a Roma poi per alcuni anni della mia
vita ho vissuto a Napoli, a Napoli ho fatto il liceo l'università e poi dopo,
quando mi assunsero in rai nel 53, avevo ventitre anni, e mi assunsero perché
obbligati da una raccomandazione addirittura virulenta, a cui non si poteva
resistere, allora tornai a Roma, tornai a Roma e andai a vivere con i miei
nonni, paterni, e mio nonno si chiamava come me, o meglio io come lui, Ugo
Gregoretti. E lui detestava la televisione, mio padre gli aveva regalato uno di
quegli apparecchioni a 24 pollici, al quale lui voltava le spalle a tavola,
perché fino ad allora era stato lui il centro dell'attenzione conviviale...
Andrea e certo gli veniva sottratta questa
sua...
Ugo ...gli veniva sottratta da Mike
Bongiorno
Andrea certo, e infatti questo è il problema, perché ancora tuo
nonno, evidentemente intuiva il pericolo che questo rappresentava, non solo la
fine di un centro d'attenzione ma anche la fine di un certo modo di vivere in
famiglia no?
Ugo perché lui la sera a tavola recitava l'Eneide in latino, e la prima volta che fu annunciato un mio programma, Nicoletta Orsomando con un sorriso disse "e adesso Semaforo a cura di Ugo Gregoretti", mio nonno fece cadere le posate e si rivolse alla nonna, le disse "Maria qualcuno non crederà per caso che sia io?" e lo rassicurammo, lo rassicurammo
STACCHETTO
Andrea sì ma non era solo dei nonni, l'ostilità diciamo era anche
in quel periodo di molti intellettuali, di molta sinistra
Ugo sì, come no, noi ci
vergognavamo un po' di fare la televisione
Andrea ecco appunto. Ma chissà perché c'era questa negazione
della televisione in quel periodo, che pure era una bella televisione, a
confrontarla con quella dei nostri giorni, perché faceva delle cose bellissime
Ugo facevamo
Andrea no perché io sono entrato molto più tardi, io sono entrato
in rai nel 58 e sono entrato al terzo programma radiofonico
Ugo che era l'aristocrazia
dell'azienda
Andrea che era l'aristocrazia dell'azienda. E andai perché mi
chiamò il direttore, si chiamava Cesare Lupo, per sostituire una mitica
funzionaria della radio, Lidia Motta, che era in trattamento di maternità, e io
accettai perché 'sto contratto che era per mezza mattinata sì e no... e se non
che nel momento nel quale me ne stavo
andando questo Cesare Lupo mi disse "e si ricordi che qui entra qui, in
rai, non ne esce mai più" ed e stato vero. Poi invece mi sono occupato di
televisione come produttore negli anni 60 quando si fece il secondo canale
televisivo, perché io secondo canale televisivo venne dato a quelli del terzo
programma, Angelo Romanò, Adriano Magli questi nomi, Emilio Gennarini... ecco.
Ugo che erano degli intellettuali molto raffinati che
però anche loro, magari segretamente un po' disprezzavano la televisione...
Andrea sì, io mi ricordo Romanò che andava al centro di
produzione di via Teulada e poi scriveva delle disperate poesie che magari
venivano pubblicate su Approdo intitolate Centro di Produzione, come luogo di
orrore e di suo personale declino... quindi anche loro... pero... insomma...
pero...
Ugo peccato non le conosco queste
poesie
Andrea ce n'era una che terminava... intitolata a... chi era
allora il personaggio in voga... lo scempio che di me fanno gli eroi di
questa civiltà... si rivolgeva ovviamente alla civiltà delle immagini di
cui lui era responsabile
Ugo invece io feci una poesiola, non molti anni fa,
quando accettai di fare il conduttore di Domenica In, insieme ad Alba Parietti,
Toto Cutugno, Jocelin, un quartetto di una improbabilità totale, però io
accettai anche perché era un
cospicuo guadagno, e però tutti i lunedi vedevamo i diagrammi, i picchi
d'ascolto, i picchi invece contrari, gli abissi di non ascolto... ed ero
talmente frustrato che feci un sonettino di cui ricordo qualche verso
al picco m'impicco /
più alto d ascolto / dall'onta travolto / per l'ultimo smacco
e poi pigliavo quel
picco e
me lo ficco nel retto
/ sognando lo share e provando piacer
una goliardata...
STACCHETTO
Andrea sì, c'era questo sfogo nella poesia no, un modo di
salvarsi in corner. Però devo dire, francamente, che io ebbi una, come posso
dire, una sorta di iniziazione televisiva fra le più impegnative perché mi
chiamarono a fare il produttore televisivo e mi mandarono naturalmente su un
programma di teatro perché io mi occupavo
di teatro. Mi chiamò Bernabei e mi misero nella produzione delle prime otto
commedie di Edoardo. Io avevo il compito
più che di produttore, perché non c'era niente da produrre sai, Edoardo arrivava
con la sua compagnia, si pigliava tutto in blocco e quindi non c'era niente.
Dov'é che volevano che io intervenissi? Nel fargli inghiottire alcuni fatti
censori. Tu pensa, alcuni fatti censori, nelle commedie di Edoardo sono
impensabili, eppure all'epoca volendo le trovavano certe...
Ugo avevano una immaginazione
inesauribile...nel trovare...
Andrea una immaginazione inesauribile... nel trovare ste cose...
E anche, l'altra cosa era quella di dire che non succeda assolutamente nulla,
perché Edoardo era il primo degli intellettuali di area di sinistra che
cominciava a collaborare con la televisione, e sono stati sei mesi per me di
una bellezza straordinaria...
Ugo questo sodalizio con
Edoardo...
Andrea questo sodalizio con Edoardo, non e successo mai un
incidente, siamo andati d'amore e d'accordo e personalmente io che m'ero fatto
l'accademia, ero stato aiuto di Costa, quello che, non é retorica, quello che
imparai come esperienza a stare affianco
a Edoardo mentre lavorava coi suoi attori...
Ugo eh, me lo immagino...
Andrea
Madonna che cos'era di
straordinario
Ugo me lo immagino
Andrea che rapporti che aveva con gli
attori
Ugo ma fu quando Edoardo ricevette una telefonata e qualcuno disse qui e la televisione e Edoardo rispose aspetti che le passo la lavatrice o il frigorifero...
STACCHETTO – INIZIA CAPITOLO 2
“TEATRO”
Andrea ed era giustissimo perché sempre di elettrodomestici si
trattava... No però non era in quel periodo, quello è stato prima e stato alle prime avances che la televisione
ha fatto nei riguardi di Edoardo. E' stato molto bello perché, non lo so, c'era
un'atmosfera in studio molto rigorosa perché lui era una persona...
Ugo severo anche
Andrea severo, severissimo, ma nello stesso tempo si lavorava con
un gusto straordinario. Poi c'erano nel suo gruppo di attori degli attori coi
quali lui si sentiva sicuro, in modo tale da poter improvvisare, e degli altri
coi quali aveva un rapporto solo di direttore ad attore, non si abbandonava. Di
questi io mi ricordo due o tre improvvisarono in studio delle cose e poi
naturalmente dopo codificavano e noi registrammo. Ma sono delle varianti sui
testi di Edoardo splendidi
Ugo be gli attori improvvisatori
quando ne hanno la capacita sono
inimitabili
Andrea inimitabili. Tu episodi ne avrai assai
più di me, ma una volta Carlo Cecchi che mise... voleva mettere in difficoltà
in scena un suo attore, ed era il Borghese gentiluomo, la lettera d'amore,
quando dice i vostri occhi bella signora mi fanno morire d'amore -
oppure? dice il Borghese gentiluomo, in questo caso Carlo Cecchi, oppure? - d'amore mi fanno morire i
vostri occhi mia bella signora - oppure?
Scusami un attimo... (bevono)
oppure dice... nel copione sono previsti tre
oppure superate le prime tre variazioni Cecchi insistette. Oppure? Gli fece
cinque o sei oppure, l'attore, io lo riprendevo attraverso la telecamera, lo
vedevo sudare proprio... e lo batte per l'improvvisazione dicendo i vostri
occhi amore mi fanno morire di apostrofo e Cecchi
dovette fermarsi. Cose bellissime proprio.
Ugo io invece come grande
improvvisatore ricordo Walter Chiari
Andrea non ci ho mai lavorato
Ugo io Walter Chiari riuscii, quando dirigevo lo Stabile
di Torino, a portarlo nell'area del teatro ufficiale facendogli fare il
protagonista in una commedia di Sheridan, Il critico che era una commedia mai
rappresentata in Italia. Il critico è un regista che allestisce una tragedia
di... alle vecchia maniera. Quindi è la parodia, è una cosa esilarante, la
parodia della messa in scena di uno spettacolo teatrale. E Walter era capace di
tutto, per esempio c'era, nella traduzione di Masolino D'Amico, si parlava di
inutili chiacchiere, che aulicamente veniva tradotto i nani conversari,
e Walter faceva finta di aver capito che era un ordine, una specie di
ordine religioso di nani, nanetti, fraticelli alti quaranta centimetri che
erano chiamati i conversari
Andrea i conversari...
Ugo e poi distingueva tra i conversari scalzi... i
conversari... ed era capace di andare avanti un quarto d'ora facendo sballare
tutto il resto, però era irresistibile
Andrea senti, e attori coi quali non ti sei
proprio preso ne hai incontrati?
Ugo ma, direi, molto raramente, e in genere attori...
attori diciamo così, non di primissima grandezza...
Andrea
ecco...
Ugo generalmente anzi, sempre
attori un po' modesti...
Andrea eh vero, che succedeva con loro...
Ugo forse perché si portavano un
carico di... scontentezza...
Andrea infatti non l'ho mai capito. Certe volte mi mettevano in guardia dice "guarda che con Rascel", io c'ho fatto finale di partita con lui, Adolfo Celi, vedrai Rascel ha un carattere spaventoso, succederanno... mai, ma quando mai, era una persona amabilissima, che stava alle regole del gioco. Erano altri gli attori che producevano dei macelli...
STACCHETTO
Ugo sì, sì, a me è capitato ecco pochissime volte, però
qualche volta con i cantanti d'opera...
Andrea ah, con quelli non c'ho avuto...
Ugo in particolare con i tenor non
so il perché...
Andrea figurati, lo capisco, ho fatto una
sola regia d'opera e mi è bastato, a Bergamo, al Donizetti. Ma capisco come possa...
Ugo dove è andata in scena la tua
opera...
Andrea si va be, l'opera è tratta da un racconto mio, ma al
Donizetti facemmo una cosa bellissima. Era Un maestro catanese, una novità in
tre atti, ed era tratta dalla commedia di Martoglio San Giovanni è decollato,
famosa commedia...
Ugo interpretata anche da Toto al
cinema
Andrea interpretata anche da Toto
Ugo forse il suo primo film
Andrea questo compositore aveva studiato ed era vissuto in
Germania, ed era un seriale. Ora San Giovanni decollato è una commedia,
allora, tu non puoi ridere con la musica...
Ugo seriale...
Andrea non ce la fai neanche se... e quindi... allora tememmo
che il primo atto non passasse il pubblico. Allora il sovrintendente che era
Bindo Missiroli mi disse "senta qua bisogna trovare una soluzione". E
a me venne una soluzione... io l'avevo visto fare in teatro, c'era la conclusione
che era quell'attore magrissimo siciliano, ora non mi ricordo, con gli
occhiali, attore di teatro che aveva lavorato con Musco che faceva Peppe l'orbo
si chiamava, la parte, che entrava con un violino con una corda e un cane
zoppo, dava un finale da brivido. Buttiamola su questo, ma il fatto era che
dentro l'opera lirica entrava della musica che non era del compositore, a
Missiroli l'idea piacque e io dissi lei non si preoccupi del compositore, penso
a neutralizzarlo io. Telefonammo a questo attore il quale era anziano, arrivò e
cominciò ad assistere alle prove, non si rendeva conto che io ero il regista,
allora era seduto accanto a me e mi diceva "ma sto regista, ma qua non
ride nessuno". E io gli dicevo, "senta guardi questa e musica, è
un'opera lirica", "ma io mi ricordo con Musco", "ma lei si
può ricordare con Musco..." "posso parlare col regista?" io gli
dicevo "non c'è, in questo momento è fuori..." poi quando saliva sul
palco non mi vedeva, non mi distingueva... fece un finale da brivido, salvò
l'opera e consentì il passaggio al secondo atto. Ecco lo volevo dire che questa
è stata l'unica occasione mia di regista...
Ugo di opera
Andrea di opera, ma quel poco che ho avuto
a che fare con i tenori soprattutto...
Ugo i tenori... a me un basso, che
era un grande basso, un uomo anche molto spiritoso...
che era, che è, ora è un po' anziano, si chiama Sesto Bruscantini...
Andrea Bruscantini
Ugo mi spiegò, mi dette una spiegazione scientifica del
perché tante volte il tenore e così, un po', un po' balzano... secondo lui e
perché una nota particolare, specifica del canto tenorile schiaccia un lobo...
non so bene... be insomma, lo inscimunisce
Andrea vabbe di parte proprio
STACCHETTO – INIZIA CAPITOLO 3
“CINEMA & AUTODIDATTI”
Ugo molto di parte pero aveva una
sua suggestione questa spiegazione
Andrea senti invece sai una cosa che non ho
mai fatto mai proprio perché ho fatto televisione,
teatro, radio, eccetera... non ho mai fatto cinema. Tu invece ne hai fatto... Quando hai cominciato tu a fare
cinema cinema?
Ugo ma io non ne ho fatto... quantitativamente... non ne
ho fatto granché. Ho cominciato a fare cinema ma in realtà quelli della mia,
della nostra generazione, con un po' di fissa per il cinema, come me, come ero
io da ragazzo, entrato in televisione cercavo di imparare, di farmi le ossa in
una situazione del tutto autodidatta, usando le macchine da presa, i carrelli, i
mezzi e cercando di imparare a fare cinema. Però ecco, andavo a fare
un'intervista a Fanfani per dire, e allora... poi chiedevo a Fanfani se faceva
una camminatina in modo da fare un... volevo fare la stessa carrellata che la
sera prima avevo visto in un film di Kubrik, metti Orizzonti di Gloria però
usando Fanfani. E poi piano piano ho imparicchiato ecco, io credo di non aver
mai proprio imparato fino in fondo proprio perché... per questa mancanza di
maestri ecco.
Andrea quindi sei completamente autodidatta?
Ugo sono completamente autodidatta
sì
Andrea chissà perché io pensavo che tu
avessi frequentato il centro sperimentale no?
Ugo no, perché io presa la licenza liceale chiesi a mio
padre di mandarmi al centro sperimentale, noi vivevamo a Napoli, lui disse sì,
dopo la laurea, e quindi praticamente disse no, perché anche io ho cambiato tre
facoltà universitarie senza mai laurearmi
Andrea senti ma perché cambiavi?
Ugo cambiavo perché...
Andrea hai iniziato con medicina come cominciano molti e poi si
terrorizzano di fronte... no...
Ugo ho iniziato con
architettura...
Andrea ah, bene...
Ugo pero facevo gli esami che ero... mi sentivo in grado
di fare, che sono storia dell'arte, archeologia... ma via via che ci si
avvicinava alle materie scientifiche...
Andrea le saltavi...
Ugo proponevo di cambiare facoltà. Mi ricordo ben due
volte di aver comunicato questo mio desiderio a mio padre la mattina, in camera
da letto, la mattina presto, al buio, sentendo...
Andrea certo... quella era l'ora buona...
Ugo sì era l'ora buona perché erano... i genitori ancora
non completamente lucidi, pero emettevano una quantità rilevante di sospiri,
lamenti, interiezioni drammatiche. Quando andai... la terza facoltà. La seconda
mi dissero "be tu sei un cretino puoi fare solo legge", perché allora
si diceva questo. E feci un po di esami di legge poi anche lì, appropinquandosi
quelli veri, quelli seri, quelli grossi dove non si poteva bluffare...
Andrea via, cambia facoltà...
Ugo chiesi di iscrivermi a lettere. Allora lì loro mi
evocavano i miei professori di scuola media durante la guerra "sarai come
il professor Bertinucci con la cinta coi buchi aggiunti, la barba lunga, i
gomiti rammendati". Sapevano immaginare soltanto un mio avvenire di
piccolo insegnante di ginnasio affamato...
Andrea ma perché, insomma erano un po' cosi però gli insegnanti
poveracci, continuano ad esserlo, mal pagati. Uno pensa che avendo un figlio
laureato in legge può avere anche il
colpo di fortuna di diventare un grande avvocato e quindi guadagnare
qualche cosa... ma c'era invece.... io invece ho fatto solo lettere...
Ugo tutte. Ti sei laureato, sei
dottore?
Andrea sì
Ugo no, io no.
Andrea e c'era invece una cosa... mi sono
laureato malissimo, ma questo è un altro discorso,
ma c'era una cosa terribile, che era l'esame scritto di latino...
Ugo ah, ah eccome... infatti io me la squagliai
STACCHETTO – INIZIA CAPITOLO 4
“SCRIVERE”
Andrea ecco vedi. Tanto e vero che avendolo
superato la seconda volta, allora i miei abitavano ad Enna, proprio al centro
della Sicilia, io mandai un telegramma cosi concepito che rimase a lungo un
enigma. Siccome erano rimasti un po' di soldi ed ero stato promosso, mandai
questo telegramma promosso latino proseguo
milano che è assolutamente incomprensibile. Perchè ero entrato in
corrispondenza, ci eravamo scambiati due o tre lettere, con Elio Vittorini, e
volevo andarlo a trovare a Milano al Politecnico, cosa che poi avvenne perché
io proseguii per Milano solo con questo scopo, insomma
Ugo ah, il Politecnico si faceva
a Milano?
Andrea
si faceva a Milano ed era in
via Filodrammatici, alla casa della cultura, diciamo...
Ugo io chissà perché pensavo che
fosse una edizione Einaudi, invece no
Andrea era edizione Einaudi però la direzione
e la redazione erano a Milano. Mi ricordo questa mattina bellissima, in cui arrivai col batticuore, perché
Vittorini mi aveva detto "guarda che ti pubblico in un prossimo
numero..." ti pubblico una gruppo di poesie, quindi figurati...
Ugo be, perbacco
Andrea era una lettera che conservo
tutt'ora che ho quasi ottant'anni...
Ugo
be lo credo,
Andrea
e che quando mi diedero il
premio Vittorini quattro anni fa a Siracusa questa lettera me la sono messa in tasca, non l'ho fatta vedere a
nessuno ma me la sono portata...
Ugo io l'avrei esibita a tutti
Andrea ...me la sono portata in tasca. E non c'era nessuno, c'era
solo un signore in piedi, molto pensieroso. Dissi "io vorrei parlare con
Elio Vittorini", mi disse "vai, vai, è nell'altra stanza".
Scoprii poi che questo signore pensieroso era Franco Fortini. Questo e un
ricordo che non sono mai riuscito a scrivere perché forse mi prende un po'
troppo. Mi presentai a Vittorini, gli dissi che ero arrivato il giorno prima
dalla Sicilia. Mi disse "che fai oggi?" "Niente" dico
"son venuto qua per conoscerla e... " "No" dice "ma
che fai? Hai impegni?" "No" "Puoi stare con me?" E
sono stato fino alle 6 di sera con Elio Vittorini a girare per Milano, E lui mi
diceva "a Pietraperzia ci sei stato?"
Ugo cos'e' Pietra...
Andrea un paese del del...
Ugo vicino a Enna?
Andrea vicino a Enna. "A Racalmuto da
quant'è che non ci vai?" Si stava ripassando la Sicilia, quando poi... le
città del mondo in realtà, il suo libro si stava ripassando. Quando poi arrivammo
di nuovo sotto via Filodrammatici lui mi disse "hai visto l'articolo
uscito stamattina sull'Unita a Licata?" "No". Disse "Vieni
su che te ne do una copia". Andai su e io lessi l'articolo. Era l'articolo
che praticamente iniziava la polemica... e poi il Politecnico venne chiuso. E
io c'ho questa memoria di quest'uomo che con la memoria tornava alla Sicilia,
proprio quasi a dimenticare quello che in mattinata si era innescato, ecco,
c'era anche questo. Poi l'ho rivisto al centro sperimentale altre volte ma,
quel primo incontro...
Ugo invece io un incontro... non ero più un ragazzo, un
incontro con un letterato, a Milano, che mi ha... mi ha commosso, pur essendo un tardivo incontro, e stato quello con
Riccardo Bacchelli, qualche anno prima che morisse. E io ero andato perché
Leone Piccioni mi aveva mandato a fare un disco di poesie di Bacchelli lette da
Bacchelli. E passai un paio di giorni con questo vecchio magnifico, con una
moglie altrettanto affascinante. E lui mi raccontò in presa diretta l'episodio
della contestazione del Carducci all'Università di Bologna. Cioè lui aveva
assistito, stava lì e la rifaceva come una cronaca vivacissima. E poi
sosteneva che i veri contestatori erano stati, e qui la sua voce acquistava
un'incrinatura di disprezzo, erano stati i foggiani, perché all'università di
Bologna andavano... c'era una specie di asse ferroviario...
Andrea la ferrovia Foggia...
Ugo delle Puglie con l'Emilia no, che finalmente la
Puglia si emancipava dall'egemonia napoletana e mandava i suoi figli
all'Università di Bologna. Però questi foggiani dovevano essere un po'...forse
così, un po' turbolenti, e furono loro a mandare in bestia Carducci,
praticamente e ad essere i protagonisti di questo episodio che poi e diventato
proverbiale...
Andrea ma poi poveraccio non se la passava bene negli ultimi
anni, tanto e vero che poi fecero quella legge che porta il suo nome...
Ugo fecero la legge Bacchelli...
certo, certo
Andrea insomma un uomo che aveva dato molto alla letteratura
italiana, basta solo quella cosa, veramente monumentale, in senso però vero,
che e il Mulino del Po'... Madonna, è bellissimo...
Ma c'è questa sorta di... come posso dire, in
Italia di... presa di distanza dai narratori, cioè di quelli che... non so
di...
Ugo be, se vogliamo, tornando a Vittorini, fu un po'
anche il giudizio che Vittorini dette del Gattopardo... rientra un po' anche in
questa linea, io mi ricordo che andavo a trovare la principessa Alessandra
Andrea ah, l'hai conosciuta?
Ugo sì perché volevo fare, e feci, un documentario di
trequarti d'ora intitolato Sicilia del Gattopardo, questo nel 60, che poi vinse
il Premio Italia per cui insomma fu l'inizio del mio itinerario. E andavo tutti
i giorni a via Butera a trovare questa vecchia signora vestita di nero con una
cuffia nera, un velo nero... era un'apparizione quasi medianica e dovevo
chiedere da lei, cioè senza la sua autorizzazione il documentario non si
sarebbe fatto. Lei aveva già fatto perdere molto tempo e la pazienza a un
gruppo, non mi ricordo bene composto da chi, che voleva fare un'opera dal
Gattopardo. Qualche anno dopo poi Visconti e ...... avrebbero avuto altre
peripezie, perché lei era una specie di custode ringhiosa dei diritti morali,
cosiddetti diritti morali, e quindi io ogni giorno andavo a farmi esaminare, le
mie nuove proposte di giornata e lei una volta le accettava, un'altra volta le
rifiutava, sempre con questo vocione... be, vocione... cos'è lei, lettone,
Alessandra Von Stomers. E ce l'aveva... era abbastanza risentita con Vittorini,
perché Vittorini aveva rifiutato...
Andrea lui l'aveva rifiutato, però lui ne aveva anche consigliato
la pubblicazione. Era molto contraddittorio... cioè non contraddittorio...
editorialmente Vittorini diceva "guardate che può essere un affare".
E' lui che non si vuole assumere....
Ugo ho capito... che poi
Bassani...
Andrea e Bassani invece poi ci pensa lui. E
però l'affare editoriale Vittorini, lo avverte, lo sente arrivare... Ma lei
poi, non so, io ho visto solo delle foto di lei un po' impressionanti...
Ugo alla fine era anche simpatica
perché era un personaggio talmente surreale....
STACCHETTO – INIZIA CAPITOLO 5 “TEATRO”
Andrea senti Ugo, ora, tu hai spesso
recitato...
Ugo sì
Andrea si dice, modo di dire, spesso e
volentieri. Volentieri va bene per te?
Ugo ma, non proprio
Andrea ah, ecco, perché siccome lo é anche
per me...
Ugo ma tu hai recitato?
Andrea
sì, ho recitato, poco...
Ugo in teatro?
Andrea ecco, in teatro solo una volta, ma
poi ho recitato in televisione e in cinema,
Ugo in cinema che parte hai fatto?
Andrea la parte di un vecchio archeologo, nella strategia della
maschera, regia di Rocco Mortelliti, era una parte piuttosto impegnativa. In
televisione ho lavorato con un partner fisso, cioè a dire tutte le scene che
avevo, per tre puntate, era guerra di spie, di Corrado Augias, avevo come
partner Jean Rochefort
Ugo ah, bravo e simpatico
Andrea che era bravissimo, simpatico e che mi venne a confortare
all'inizio delle riprese, perché ero assolutamente terrorizzato, e mi disse, so
che lei e un regista uno scrittore, ma guardi non glielo dico per insegnarle
nulla, ma anche per mia sicurezza personale, questa prima scena ce la vogliamo
ripassare noi due a lungo? E questo mi tranquillizzò devo dire, poi lavorammo a
lungo assieme però, devo dire, mi faceva delle cortesie, mi mettevano a mio
agio, per esempio quando, sai, l'attore viene sostituito perché viene fatta...
dei primi piani... eccetera, vengono le battute fuori campo... vengono dette da
altri... era sempre lui invece che me le
diceva... era una bella amicizia, devo dire, pero io parlavo come fatto
psicologico, personale... cioè, lo fai volentieri?
Ugo ma no, io l'ho fatto la prima volta... mi propose di
fare una parte in un suo film, un cosiddetto cammeo, Alberto Sordi. Devo dire,
anche se questo può essere un po' meschino, che io accettavo per guadagnare
qualche soldo in più, avendo 4 figli famelici...
Andrea no, non è meschino
Ugo allora con Sordi in un film, si chiamava Amore mio
aiutami, io facevo la parte di un suo amico, un suo amico pluricornuto e mentre
invece lui era la prima volta che viveva l'esperienza del tradimento della moglie
e io lo consolavo dicendogli "ma guarda... " lui mi dette il primo
giorno i fogli che poi li per li al trucco uno impara la parte, io dovevo dire
"no ma non te la prendere, lascia perdere, fai come me, guarda, mia moglie
e una mignotta, mia suocera pure ma a me non me ne frega niente". E
allora, io poi andai da Sordi e gli
dissi "senti, questa cosa della suocera", prevedendo, "non si
potrebbe... " lui "no, perché e carina", dico "si e carina,
ma..." lui dice "no, poi ora bisognerebbe telefonare a Sonego, anche
se gli cambi una virgola bisogna che ti autorizzi". Insomma io dissi
questa battuta e il risultato fu che mia suocera, quella vera, per cinque anni
non mi salutò piu, e io cercavo di farle capire, tutto sommato, che vi era una
differenza fra realtà e finzione artistica, ma lei non ne voleva sapere
"Tutta Napoli mi ride dietro, tutte le mie amiche..." perché poi era
un film di successo, con Sordi, la Vitti... e questa fu la mia prima esperienza
di attore, l'ultima rilevante e stato invece il mio debutto nella prosa quando
ero presidente dell'Accademia di Arte Drammatica Silvio D'amico di cui tu eri
illustre docente, membro del consiglio di amministrazione... mi ricordo che io
capivo che quelli che capivano meno di amministrazione eravamo tu ed io...
Andrea
completamente...
Ugo e fingevamo...
Andrea fingevamo di capire, però ogni tanto gli sguardi si incrociavano e rivelavano la verità cioè proprio il non capire...
STACCHETTO
Ugo sguardi disperati... e Lorenzo Salveti mi propose di
fare invece il protagonista di Così è se vi pare, dove io facevo Laudisi. Pero
avendo anche successo, ma il fatto è che non era un successo che in qualche
modo... corrispondente a... alle mie esigenze di successo, diciamo così. Cioè,
avere successo come attore teatrale essere applaudito alla fine... non me ne
importava assolutamente nulla, anzi lo trovavo leggermente fastidioso quel
rituale dei ringraziamenti, quindi da questo punto di vista non mi dava nessuna
gratificazione
Andrea ma allora che cos'è... in che cosa
volevi essere gratificato con te stesso?
Ugo be nel... un po' nel... la pretesa, per non dire la
presunzione di accettare tutte le scommesse...
Andrea
ecco
Ugo e quindi anche quella di fare l'attore teatrale. E
io in genere le ho accettate sempre, le proposte di lavoro, anche le più
balzane, delle volte con esito positivo altre volte no, naturalmente... pero la
voglia dell'azzardo... come quando per esempio feci Le miserie di Monsieur
Travet, famosa commedia scritta in dialetto torinese del 1860, e io la feci
recitare a Paolo Bonacelli che è di Viterbo e a Micaela Esdra che deve essere
abruzzese...
Andrea sì è abruzzese
Ugo e gli dissi fate finta che sia l'olandese, il
finlandese, un'altra lingua, ci sono tanti attori che si cimentano in sforzi di
questo tipo e così accadde, solo che mi tirai... suscitai un pandemonio a
Torino perché in quel periodo io dirigevo il Teatro Stabile e avevo stabilito
che non c'erano attori torinesi capaci di recitare bene
Andrea figurati
Ugo che era vero...
Andrea però suscitasti delle polemiche
Ugo suscitai delle polemiche, erano i primi... gli
albori della lega, e i leghisti invasero il Teatro Carignano con le bandiere Piemunt
Andrea c'avevano un attore loro, che era...
Ugo era Farassino...
Andrea
era Gipo, era Gipo
Ugo lui voleva fare Travet...
Andrea certo
Ugo invece io, senza dirglielo in faccia... ma... avevo
voluto attori più bravi, purtroppo non torinesi
Andrea succede. Ma io lessi da qualche parte
che questa commedia, quando il buon Bersezio la scrisse, suscito delle
polemiche perché era in dialetto mentre
c'era l'unità d'Italia o qualche cosa di simile e quindi danneggiava
l'unità in un certo senso. Già allora cominciò una polemica sul dialetto e la
lingua che tra l'altro è una bellissima commedia...
Ugo bellissima, bellissima... che però purtroppo ormai e
ridotta al rango di piece per filodrammatiche dialettali
Andrea
sì, può darsi che mi sbagli ma l'ho
vista in cinema io con Campanini?
Ugo certo, con regia di Mario
Soldati
Andrea con regia di Mario Soldati
Ugo un gran bel film
Andrea era un buon film, proprio, ecco
Ugo e mi ricordo fuori dalla porta del Teatro Carignano
c'era un omino sandwich, sai, con cartello davanti in cui c'era
scritto giù le mani da Monsieur Travet / torna a Roma Monsieur Gregoret
e mi venne sotto, e al che io gli dissi che meraviglia, me lo regala, il
cartello e lui se ne andò sdegnatissimo. Poi però all'uscita la cassiera mi
disse "un signore le ha lasciato questo" e me l'ha regalato. E l'ho
conservato.
Andrea E' bellissimo Monsieur Gregoret
STACCHETTO
Ugo senti volevo sempre domandarti una cosa, tu dalle
poesie portate a Vittorini alla... diciamo alla serie dei tuoi Romanzi, poi
hai... come dire... una lunga fase di esistenza in cui hai continuato a
scrivere? o hai tralasciato?
Andrea no, no no, ho smesso, proprio completamente smesso perché
io vinsi sto concorso per l'Accademia d'arte
drammatica e la mia idea era quella di trovare un modo di prendere la borsa di
studio e poi vivere a Roma ma non fare teatro. Teatro sì l'avevo fatto da
filodrammatico ma non è che mi interessasse eccessivamente, proprio... Per me
era invece appunto poter frequentare il mondo letterario, chissà che pensavo
della Capitale, capisci...
Ugo un po' come D'Annunzio...
Andrea un po' come D'Annunzio solo che non avevo una Cronaca
Bizantina o altro da poter... non avevo niente, mi necessitava la borsa di
studio... anche perché poi avevo pubblicato da Mondadori nello Specchio con una
antologia che aveva fatto Ungaretti...
Ugo di tue poesie?
Andrea ...di giovani poeti e tra l'altro
c'ero io, quindi mi sentivo chissacché...
Ugo ebbe
Andrea ...e avevo pubblicato dei racconti sull'Italia Socialista
che dirigeva a Roma Aldo Garosci, sull'Ora di Palermo. E quindi volevo fare sto
lavoro di di... diciamo di scrittore. Vinsi questa borsa di studio ed ebbi la
disgrazia o la fortuna non lo so di essere l'unico allievo ammesso su 30 concorrenti.
Sai, nel bando di concorso, lo sai benissimo perché sei stato presidente
dell'Accademia c'è scritto che i registi
devono recitare una scena eccetera... ma allora, nel 49, io ero perfettamente
convinto che il regista non dovesse recitare quindi decisi di non prepararmi...
di non prepararmi nessuna scena, proprio niente. Invece mi preparai molto bene
sul testo che era il Così è se vi pare di Pirandello, perché Orazio dava,
Orazio Costa era l'insegnate di regia, mandava una raccomandata nella quale diceva
scelga uno di questi 5 testi, faccia come una tesi di laurea, metta figurine,
bozzetti, eccetera eccetera, schema luci... e io dal mio Paese Porto Empedocle
nel 49 preparai sto malloppone lo spedii e poi arrivai in questa giornata di
ottobre... di un ottobre Romano di una dolcezza straziante Ugo, era di una
bellezza... andai in questo teatrino di Via Vittoria, al Duse, buio, non si
vedeva niente si vedevano solo sti... questi lumi, quelli da tavolo quelli che
fanno solo un alone di luce... entrai e D'Amico mi disse "che cosa ha
preparato per la scena?" gli dissi "io non ho preparato scena"
"perché?" "perché ritengo che il regista non..."
"queste sono opinioni sue, io potrei escluderla dal concorso". "Esco"
dico "Presidente", no Presidente,
Signor D'Amico, seppi dopo che si doveva chiamarlo Presidente, "e
mi vado a godere questa giornata meravigliosa". Mi disse
"aspetti" aspetta "C'e' qualcuno che vuole dargli una
mano?" E si senti una voce bella, impostata che disse, da questo buio, non
vedevo nulla "io". Era un tale
che si chiamava Vittorio Gassman che emerse dal buio, ci chiudemmo in un
camerino, e mi fece preparare la prima cosa che trovo sotto mano che era
Arsenico e vecchi merletti, lui faceva la parte che fa...
Ugo ma lui era un concorrente come
te?
Andrea no, no, no, lui era gia un attore
affermato aveva fatto con la Maltagliati compagnie... ma ancora non era...
Ugo e come mai era lì?
Andrea era allora usanza che alcuni allievi assistessero agli
esami, c'era anche la Rossella Falk li eccetera e allora mi preparò, perché
D'Amico mi diede due ore, esaminò gli altri e poi... "la faccio alla
fine". E poi io recitai sta scena con Gassman, bravissimo, che mi suggeriva
anche le intonazioni scesi e D'Amico mi disse, "ha fatto bene perché lei e
un cane... ha fatto bene..."
Ugo a non preparare...
STACCHETTO
Andrea "a non prepararsi", e allora mi sedetti e
comincio questa sorta di esame praticamente un auto da fe, un atto da
inquisizione da parte di Orazio Costa giovane, perché aveva 35 anni Orazio,
elegantissimo... "Io non sono del parere..." "Vabbè ma io lo
sono perché l'ho scritta..." quindi la cosa andò avanti per tre ore, una
cosa da massacro. Tanto che ero convinto che non m'avessero preso, dato che lui
non era... fino all'ultimo non fu del parere... allora con quei pochi soldi che
mi restavano me ne andai a Ostia dove c'avevo il solito zio che uno ha da
qualche parte, che mi ospitò così io la mattina pigliavo il treno me ne venivo
a Roma... poi sti soldi finirono, mi restarono solo quelli del biglietto e
decisi di passare dall'albergo dove ero andato i primi tempi, che era in via
del lavatore, e trovai una pila di telegrammi di mio padre disperato che diceva
"ammesso accademia massima borsa di studio... presidente..."
l'Accademia era iniziata da una settimana e io non ne sapevo niente. Quindi mi
presentai all'Accademia che allora era a Piazza Croce Rossa e il bidello mi
disse "ah c'avemo er signor regista, mo te chiamo er maestro"
dico "perché non e qui?" "No, sei solo tu, hanno preso solo
te". Allora telefona a Orazio che abitava in Viale Parioli, Orazio venne,
e io mi trovai di fronte unico allievo, tutti i giorni, dalle 8 alle 12...
Ugo a Orazio Costa
Andrea a Orazio Costa in un'aula enorme solo io e lui. E letteralmente dirottò il mio cervello, lo dirottò sul teatro e io capii che se volevo fare teatro non avrei potuto fare altro. Ecco perché non scrissi un rigo, ma non ne sentivo neanche il bisogno talmente ero preso da questa cosa nuova e straordinaria per me che era il teatro. Quando poi ne ho avuto... ho cominciato ad averne abbastanza ho ripreso a scrivere, tutto qua. E tu che hai... invece oltre a sceneggiature e cose... racconti ne hai scritti? Hai detto di aver scritto una poesia che tra l'altro era deliziosa questa del picco....
STACCHETTO – INIZIA CAPITOLO 6
“SCRIVERE”
Ugo no, racconti... raccontini... e poi nemmeno scritti,
perché io ho sempre... mi sono sempre ritenuto non uno scrittore, per cui queste
cose erano scritte si ma destinate a un programma radiofonico ed erano conversazioni
generalmente... che generalmente si imperniavano su fatti familiari, per
esempio io ho raccontato che mia figlia Orsetta soffriva moltissimo perché non
essendoci sui calendari Santa Orsetta perché e un nome di famiglia di mia
moglie, e allora lei aveva una sola festa, soltanto il compleanno, un solo
regalo, un solo ricevimentino mentre invece i fratelli che si chiamano Lucio,
Filippo avevano due feste e lungamente ci ha rimproverati per averle dato un
nome che esulava dai calendari onomastici. Finché un giorno io stavo a Torino,
avevo lavorato in televisione e la sera ero chiuso nel mio camerino con un
fortissimo mal di denti, e a un certo punto e arrivata una di quelle signore
delle pulizie con un camice azzurro, con un fortissimo accento valdostano e mi
ha detto "ma cos'ha?" Dico "eh, c'ho tanto male al
dente..." Lei mi ha detto "ma lo sa che al paese mio noi quando
abbiamo mal di denti rivolgiamo una preghiera a Sant'Orso". Ahhhhh Orso.
Aspetta dico "Orso o Orso?" "Orso Orso". Quindi femminile
Orsa, Orsetta e cosi grazie a quella pulitrice ho scoperto che esisteva
Sant'Orso e quindi era una festa e quindi abbiamo fatto i regali di onomastico
arretrati
Andrea
anche gli arretrati
Ugo anche gli arretrati. Ecco, io raccontavo cose di
questo tipo qua. Che poi sono state raccolte in un libro dagli Editori Riuniti,
un libro che io ho anche illustrato... quindi proprio vedi...
Andrea ecco vedi questo lo ignoravo
Ugo ...l'apice del dilettantismo. E poi però rilette
oggi possono avere una loro... piccola
dignità narrativa queste cose...
Andrea ecco vedi, perché non le riprendi?
Ugo mah....
Andrea perché no? Perché tu in realtà finisci col... come posso
dire... col chiuderti... sono uno sceneggiatore...in realtà sei un narratore,
nel momento in cui fai una sceneggiatura, nel momento che racconti. Non te lo
devo mica dire io. No, invece la cosa che mi ha ferito non e tanto il fatto che
hai pubblicato un libro così perché vabbè
lì ti batto come numero di libri scritti no.... ma io non riesco a tenere una
matita in mano, tu mi hai detto e la cosa mi ha e.... illustrato.... cioè sei
anche...
Ugo certo
Andrea certo...
Ugo a me Ottavio Cecchi che era il direttore editoriale
mi disse che era lui che aveva avuto l'iniziativa di pubblicare queste
conversazioni e poi pose il problema delle illustrazioni. E si facevano nomi
non so, tipo Forattini... pero io sentivo che, insomma, o era qualcosa di
veramente più legato alla... a quella materia... e a un certo punto lui mi
disse "ma tu sai disegnare?" E io risposi "mah, io da bambino
facevo la caricatura di mio padre, delle mie sorelle. Posso riprovarci" ci
riprovai e venne fuori proprio esattamente lo stile... lo stile grafico di
quando avevo 14 anni
Andrea
eh si eh
Ugo infatti sembrano disegni fatti da un ragazzino e poi
però come prima cosa, essendo io incline a collegare le attività con il
dispendio, mi comperai una scatola di pennarelli tedeschi in cui ce n'erano 64
e arrivai a casa, mia moglie mi trattò malissimo, accusandomi ancora una volta
di essere uno spendaccione incosciente, e io sostenni che mi servivano tutti e
64. E per mantenere il punto in ogni disegno ci mettevo ben 64 colori per cui
c'e' chi li considera dei capolavori di... diciamo cosi cromatici...
Andrea no no, io niente, mai, mai riuscito
a... proprio... mi accorgo che... se ci ripenso, che neanche da bambino... magari possono trovare vecchi quaderni
miei ma non trovano...
Ugo disegni
Andrea dei disegni, se non quello così, quello che vedi nel muro,
la testa rotonda, un coso dritto così e due mani con cinque dita, anche
quattro, messe così per il resto mai saputo... e invidio per esempio mia figlia
che sa... mio nipote che disegna benissimo, splendidamente a 8 anni, con un
senso della prospettiva....perché poi i bambini quando disegnano da piccoli
sono strepitosi, poi vanno a scuola e li rovinano, gli dicono no no, guarda le
proporzioni, le cose eccetera... e bisogna vedere... queste proporzioni. E io
mi ricordo sempre invece... gli ho detto a mio nipote "fregatene, lascia
stare le proporzioni lascia stare..." c'e' una bellissima cosa di Van
Gogh, che dice tutto l'anno ho tribolato appresso alla natura tuttavia
ancora una volta mi accorgo di fare stelle troppo grandi. E' bellissima, e
che dovrebbe essere veramente il vero insegnamento, se volete tribolare
tribolate ma fate stelle grandi che sono una cosa bellissima...
Ugo e certo, infatti sono... l'ho visto proprio di
recente un dipinto di Van Ghog con le stelle grandi...
Andrea con le stelle grandi... eppure lui
poverino cercava di non farle cosi grandi
Ugo
le considerava sbagliate
Andrea le considerava sbagliate
STACCHETTO
Ugo e bè, certo avresti potuto
illustrare i tuoi Romanzi
Andrea certo, ma... niente... non... ma, invece in fatto di illustrazioni
c'è stato un libro mio che è il Birraio di Preston...
Ugo l'ho letto
Andrea ...che mi e' stato rimandato nell'edizione italiana,
quella della Sellerio, da un signore spagnolo, che l'ha letto in Italiano ed e
tutto illustrato a matita da lui...
Ugo da lui
Andrea da lui, ma sai, ti fa un po' di impressione perché la
stampa non e che ha ampi... grandi margini no, ce n'ha pochi
Ugo no, infatti, sono piccoli
volumi...
Andrea piccoli volumi, se non all'inizio di un capitolo può
trovare un po più... ma... una volta ho visto alla televisione un signore col
corpo, anche l'altra sera, col corpo completamente ricoperto di tatuaggi, ecco
a me sto libro dà questo...
Ugo ti sembrava una pelle...
Andrea sì, un eccesso di di di... cosa per
cui...
Ugo ma carini i disegni?
Andrea carini, molto, molto carini... no invece sai che cosa è
divertente? nelle traduzioni, quando fanno le copertine diverse, e qualcuno
tira a fare il personaggio Montalbano no?
Ugo a disegnarlo
Andrea a disegnarlo, non ti dico che cos'è il personaggio
Montalbano giapponese, non ha assolutamente nulla a che fare con un
plausibile...
Ugo
ma e diventato un
giapponese?
Andrea sì ma è un europeo però visto... con un cappello... gli
occhi ce l'ha un po' a mandorla e più un funzionario severo di banca, che ne so,
di qualche ministero del tesoro, non ha nulla a che fare con Montalbano, da dove
se lo son tirati fuori non lo so
Ugo io mi ricordo che quando uscì il primo cofanetto dei
tuoi Romanzi, che erano mi pare 4 o 5...
Andrea sì, quattro...
Ugo ...e tu con grande squisitezza me lo regalasti con
un biglietto in cui avevi scritto "Si possono anche assumere a piccole
dosi"
Andrea sì, sì...
Ugo e invece io ne feci
un'overdose...
Andrea ...no perché c'era stato un signore a Firenze, presentando
io questi libri alla... in una libreria che ora e chiusa, come pare che sia il
destino di tante librerie in Italia, e arrivati a un certo punto questo signore
si alzo e disse "senta, io sono un medico", "vabbè, mi
dica", "lei non e uno scrittore, lei e un virus", cioè a dire
una volta che uno si contagia non ne esce più...
Ugo
e be, e vero, e vero...
Andrea ...forse per questo ho scritto
"si può anche assumere a piccole dosi"
Ugo
e mi dispiace di non
averlo conservato quel biglietto, di averlo perso
Andrea vabbè te lo posso sempre...
Ugo puoi fare un falso... un...
Andrea certo, sì...
Ugo una replica ritardata
Andrea una replica. Va bene ora direi che ci possiamo fermare. ci
possiamo fermare signori torturatori?
Ugo
avete materiale
sufficiente per montare Quo vadis
Andrea c'è poca epica, nei nostri discorsi, questo sì... non sono epici, ma insomma, la nostra vita non è epica...
Ugo no, grazie a Dio.
Last modified
Wednesday, July, 13, 2011
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