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Aiuto, la burocrazia vuol trasformarmi in azienda

I miei lettori sanno che spesso nei miei romanzi, dal «Birraio di Preston» alla «Concessione del telefono», ho scritto della sordità, dell'ostinazione e anche, perché no? dell'imbecillità della burocrazia. Non sapevo quello che facevo. Infatti la burocrazia ha deciso di vendicarsi. Circa sei mesi fa ho ricevuto una voluminosa lettera dell'Istat indirizzata all'Impresa Camilleri. Pur non essendo un'impresa, ma un comune cittadino, l'ho incautamente aperta. Ho così scoperto, con una certa sorpresa, che l'Istat mi considerava un'«impresa individuale» (codice 011), la quale svolgeva «creazioni e interpretazioni artistiche e letterarie» (codice 92310). Splendido modo burocratico per definire uno che scrive romanzi. Pertanto mi chiedevano: la ragione sociale, la forma giuridica, se l'impresa era attiva, se aveva mai avuto fallimenti, se aveva in atto un concordato fallimentare, se era sotto amministrazione controllata, se era interessata a un'operazione di fusione, se era iscritta all'albo delle imprese e quale «regime di contabilità» adottava. Se non rispondevo entro un certo termine, mi sarebbero state comminate «sanzioni». Terrorizzato, ho fatto rispondere dal mio avvocato e dal mio commercialista. Passati pochi mesi, superbamente ignorando le lettere chiarificatrici, l'Istat è tornato alla carica. Con un «secondo avviso» ancora più minaccioso. Prima di ripassare anche questa lettera all'avvocato, ho telefonato a uno dei tanti numeri suggeriti dall'Istat per avere informazioni. Una gentile fanciulla è stata inesorabile: mi ha detto che io ero «comunque» tenuto a rispondere al questionario. Che fare? Dichiarare pubblicamente: ebbene sì, lo confesso, sono un'impresa individuale e comunicarlo, con le dovute cautele, a moglie, figlie, nipoti? Ma se rispondo che ammetto di essere un'impresa, subito si farà vivo il fisco chiedendomi perché non ho mai pagato le imposte previste per le imprese. Di conseguenza, dovrò pagare gli arretrati. Sarò costretto a vendere casa. Credetemi, non dormo più, non mangio più. Forse risponderò. Ha mai avuto fallimenti? Sì, nella vita, tanti. E' sotto amministrazione controllata? Sì, da mia moglie. E' interessato a un'operazione di fusione? Beh, sì, propenderei a fondermi con Faletti e fondare la Falecam. A proposito: se gli scrittori come me, in possesso di un tavolo, una sedia e di un computer, sono considerati imprese dall'Istat, che Paese fiorente d'imprese risulterà finalmente il nostro! Da fare invidia a tutto il mondo! Ma, a parte gli scherzi: davvero l'Istat fa le sue rilevazioni così?

Andrea Camilleri

(Pubblicato su La Stampa, 6 novembre 2005)


 
Last modified Wednesday, July, 13, 2011