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Catania

Città del mediterraneo



Testi Antonino Recupero
Fotografie Alfio Garozzo
Prezzo € 80,00
Pagine 212
Data di pubblicazione 2007
Editore Giuseppe Maimone



Premessa
Andrea Camilleri


“... Olim praestigiis celebre”
Catania: nostalgia sottile, irrefrenabile vitalità

Antonino Recupero

Itinerario fotografico
Alfio Garozzo

Breve storia di Catania


A lungo sono andato alla ricerca del Genio di Catania, e ho spesso disperato di trovarlo. Formulare una definizione universale dei Catanesi è difficile; e poi, è davvero possibile, seriamente, inchiodare gli abitanti di una città ad una qualificazione unica e ferma nel tempo? La scienza sociale diffida di quelle sentenze generalizzanti (i Tedeschi obbedienti, gli Scozzesi taccagni, i Francesi galanti, puntigliosi gli Spagnoli…) che oscillano tra razzismo e mistificazione verbale. Il carattere dei Catanesi forse può sfuggirci; però dovremmo riuscire ad afferrare quello di Catania come città, come luogo abitato, casa comune che nel tempo ha accolto ogni sorta di persone, modificandosi progressivamente. Se una città esiste da circa duemila settecento anni, se ha una storia nella quale si riconosce (nella quale, almeno, si riconosce parte dei suoi cittadini), se ha delle istituzioni caratteristiche, degli scrittori che ne hanno parlato e degli artisti che l’hanno dipinta, è legittimo chiedersi quale cifra, quale icona la definisca. Torino regia, Venezia signora, Firenze fiera e repubblicana, Napoli canterina, Palermo baronale: e qual è allora il Genio di Catania? Un Genio deve averlo per forza, essendo città di fondazione pagana, greca e poi romana, nascosto da qualche parte, rivestito magari di brandelli dei panni di ciò che è venuto dopo: il Cristianesimo, i Goti e i Greci bizantini, gli Arabi, i Normanni, gli Aragonesi, gli Spagnoli, i Borbone; o della memoria di ciò che c’è sempre stato come il terremoto, l’Etna, il mare. In verità, una rappresentazione grafica di questo Genio esiste, ed è sotto gli occhi di tutti, esattamente dov’è logico che sia: nel pieno centro dell’abitato antico, in Piazza del Duomo – ’u chianu – dove il monumento dell’Elefante esibisce l’emblema stesso della città. È quasi lo gnomone di una gigantesca meridiana intesa a scandire i secoli più che le ore. Ma bisogna saperlo decifrare.
Antonino Recupero



Last modified Sunday, August, 11, 2019