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Cristiani Contro 2

I grandi “dissidenti” della letteratura italiana da Dante a Camilleri



Autore Gianni Maritati
Prezzo € 13,00
Pagine 124
Data di pubblicazione 2020
Editore Tau Editrice



Questo libro è il “sequel” di Cristiani contro, uscito con l’Editrice Tau nel 2017 e il sottotitolo: “I grandi ‘dissidenti’ della letteratura italiana da Iacopone a Umberto Eco”. È venuto il momento di aggiungere altre dodici grandi voci di poeti e narratori che dal Trecento ai nostri giorni hanno raccontato la loro esperienza in rapporto al mistero di Dio, al cammino spirituale e istituzionale della Chiesa e alla dimensione del sacro in generale: Dante Alighieri, Nicolò Machiavelli, Torquato Tasso, Giovanni Verga, Grazia Deledda, Clemente Rebora, Cesare Pavese, Mario Pomilio, Luigi Santucci, Italo Alighiero Chiusano, Alda Merini e Andrea Camilleri. Il criterio di scelta e di proposta rimane lo stesso: scrittori e scrittrici che hanno donato alla pagina un approccio problematico e complesso ma sempre originale e creativo al “problema religioso”, anche al di là della rispettiva posizione ufficiale o ufficialmente riconosciuta. Lungo questo sentiero, le sorprese e perfino i colpi di scena non mancano certamente. Un ateo o un agnostico può leggere proficuamente i romanzi dei cattolici Pomilio o Santucci e viceversa un cattolico può accostarsi con fiducia a quelli di Pavese e Camilleri. L’esperienza umana, unita alla sincerità e alla coerenza intellettuale, diventa grande letteratura e la grande letteratura non ha confini. Così, spesso lo scrivere “contro” è scrivere “per”: per una umanità rinnovata, veramente libera, che fa della fede una dimensione da rispettare profondamente o da vivere in tutta la sua purezza e in tutta la sua credibilità.
Resta anche l’invito a scoprire e a riscoprire questi autori in modo autonomo e creativo, senza pregiudizi di nessun tipo; a leggere le loro poesie e i loro romanzi (a volte poco noti o dimenticati) come un grande contributo di civiltà e una inesauribile, fantastica avventura.



Ci sono poi "scoperte" suggestive, come quella di Camilleri, che notoriamente si definiva agnostico, ma che guardava alla fede e a molte figure di religiosi con attenzione e rispetto. Qui viene proposta la rilettura di un suo romanzo del 2007, intitolato "Le pecore e il pastore", in cui Camilleri "indaga", con sincero desiderio di capire, su una vicenda molto particolare: l'offerta in sacrificio della vita di dieci giovani suore di clausura per ottenere la guarigione del vescovo di Agrigento, monsignor Giovanni Battista Peruzzo, gravemente ferito in un attentato nel 1945, il quale era all'oscuro di questa drammatica decisione. Un fatto che un autore come Camilleri avrebbe potuto facilmente liquidare come risultato estremo di una follia mistica spinta all'eccesso (dieci giovani donne che si lasciano morire di fame e di sete per il loro vescovo). Invece, lo scrittore tenta di penetrare il mistero sconvolgente di queste anime, ricostruendo l'ambiente storico e sociale in cui vivevano, la Sicilia pre e post bellica, la figura e l'opera di un vescovo che davvero era pastore, amava il suo gregge, eppure dovette affrontare il fatto che furono alcune pecore di questo gregge a decidere liberamente di offrire la loro vita per lui, senza che lui lo sapesse.
Caterina Maniaci, ACI Stampa, 1.1.2021



Last modified Friday, January, 01, 2021