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Distruzioni «silenziose»: un delitto contro noi stessi

La distruzione di buona parte dell'importantissimo parco archeologico di Sibari e il fatto stesso che di un evento così tragico se ne sia parlato tanto poco è il segno evidente del degrado ambientale in cui verte tutto il territorio italiano.
Finiamo con l'essere sollecitati ogni volta che i disastri geologici, dovuti all'incuria, colpiscono case, centri abitati, popolazioni ma tendiamo a trascurare il danno irreversibile che viene procurato al nostro patrimonio artistico. Come è stato per il caso di Pompei e adesso quello di Sibari.
Disperdere definitivamente il nostro patrimonio artistico non solo è un lusso che non ci possiamo permettere; si tratta di un delitto contro la nostra cultura, contro la ragione stessa dell'essere italiani, abitanti di una nazione nota in tutto il mondo per la sua storia artistica.
Oltre alla distruzione del parco e alla perdita irrevocabile di una ricchezza si deve considerare il doppio danno costituito dalla conseguente minore affluenza di turismo.
Ci troviamo difronte ad una situazione in cui è necessario fare un passo avanti: non basta più correre ai ripari nei casi di emergenza.
Occorre pensare seriamente ad un'opera di prevenzione poiché emerge, con evidente drammaticità, che la nostra situazione geologica è a forte rischio.
Qualsiasi iniziativa dunque che tenda a questo scopo non solo è lodevole ma doverosa.

Andrea Camilleri (l'Unità, 4.2.2013)

 



Last modified Tuesday, February, 05, 2013