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Esiste una destra civile?



Dialogo fra Andrea Camilleri e l’onorevole Fabio Granata, deputato siciliano del Pdl
 
L’Italia, la destra, il berlusconismo: un confronto a tutto campo fra uno scrittore da sempre impegnato a sinistra e un parlamentare ex missino molto vicino al presidente della Camera Gianfranco Fini. È ancora possibile fermare la deriva politica in atto facendo appello ai valori della Costituzione? Quale futuro ha di fronte la nuova destra ‘repubblicana’? È una speranza concreta o solo l’ennesima foglia di fico di Berlusconi?
 
(a cura di Emilio Carnevali, da MicroMega n. 3/2010)

 
Camilleri: Trovo apprezzabili molte vostre prese di posizione, ma quale margine di manovra avete davvero?
Granata: Il margine che l’azione politica riesce a conquistarsi. Questo dipende e dipenderà molto da noi, dalla nostra capacità di intuizione e di organizzazione.
Camilleri: Sì, ma nel frattempo si pone il problema della contraddittorietà, che è sempre un elemento che produce disaffezione e diffidenza. Cose che alla lunga si pagano anche da un punto di vista politico. Io ad esempio, in un romanzo di Montalbano, ho sfottuto seriamente la legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Oggi invece mi sento di condividere le posizioni di Fini su immigrazione e cittadinanza. E allora mi domando: è lo stesso Fini della Bossi-Fini? O è un altro? E se è un altro, quale dei due è quello vero?
Granata: Fini oggi fa il presidente della Camera. Questo non è un alibi o un modo per eludere la questione nella sua dimensione politica. Da terza carica dello Stato, Fini, in tutti i suoi atti, è stato sempre coerente con un’impostazione di salvaguardia delle regole democratiche e del ruolo del Parlamento. Rispetto ai grandi temi che abbiamo trattato in questo colloquio, il presidente della Camera e i parlamentari che fanno a lui riferimento (non siamo e non vogliamo essere una corrente) hanno portato avanti un’iniziativa politica chiara e conseguente. Quando ad esempio Berlusconi ha usato un determinato linguaggio verso i giudici che indagano sui fatti del ’92, non solo abbiamo protestato, ma abbiamo manifestato la più netta indignazione. Sui fatti del ’92, abbiamo detto, bisogna ricercare la verità senza se e senza ma.
MicroMega: Voi che vi presentate come destra costituzionale state ancora, volenti o nolenti, nello stesso gruppo parlamentare che ad esempio approverà il processo breve…
Granata: Si vedrà se lo approverà…
Micromega: …che approverà la legge sulle intercettazioni, che approverà il lodo Alfano-tris, Alfano-quater e tutte queste cose qui. Su queste cose Berlusconi non tratta e non tratterà mai. Voi dite: lavoriamo per una prospettiva futura. Ma questi qui il paese lo stanno distruggendo oggi, non nel futuro.
Granata: Pur nei vincoli che ci sono imposti, pur con tutte le mediazioni che sono necessarie per portare avanti un progetto politico che è ben diverso da un progetto eminentemente culturale, filosofico o letterario, ribadisco che su certi temi noi non ci siamo limitati a una testimonianza sterile. È grazie a noi se è nata l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia dopo che alcuni avevano fatto approvare un emendamento vergognoso che ne consentiva la svendita anche ai privati.
Camilleri: Se mi posso permettere un consiglio da avversario politico, io credo che voi non possiate limitarvi al contenimento del danno. Dovete mettere in campo un progetto che possa far dire a me o a MicroMega: tu guarda che cosa hanno tirato fuori Fini e Granata, ci potremmo anche fare una manifestazione assieme. Credo che questo gioverebbe non solo a voi, ma gioverebbe a tutta l’Italia, a tutti quei cittadini di buona volontà che non votano più, che si sono allontanati dalla politica. Occorre un grande disegno che possa fare piazza pulita di tutto il marcio nel quale siamo sommersi.
Granata: Sono d’accordo. Ed è per questo che noi non poniamo la figura di Berlusconi al centro del nostro agire politico. Noi non abbiamo l’ossessione di Berlusconi proprio perché coltiviamo un grande progetto che prenda forma indipendentemente dalla contrapposizione del giorno per giorno fra le varie anime della maggioranza.
MicroMega: Siccome cita sempre il ministro Maroni, lo vogliamo dire che la lotta alla mafia la si dovrebbe fare anche con la politica che porta avanti il ministro della Giustizia? Mentre Alfano sta cercando di ridurre i magistrati all’impotenza. Si sta addirittura tentando di togliere loro la possibilità di dirigere le indagini.
Granata: Questa cosa non passerà mai, anche se dovessero porre la fiducia. Ci sono alcune cose, fra le quali la tutela del sistema di giustizia, che noi riteniamo irrinunciabili per la nazione. Non sono cose di destra o di sinistra: sono capisaldi del paese. Su queste cose non c’è compromesso possibile. E infatti ci sono proposte che al voto non ci arrivano mai, perché tutti sanno come la pensiamo. Lo dico esplicitamente: se qualcuno proporrà che a dirigere le indagini non siano più i pm ma la polizia noi voteremo contro. Anche se sulla legge sarà posta la questione di fiducia.
MicroMega: Fino al punto di far cadere il governo? Su questo siete disposti a far cadere il governo?
Granata: Sì, fino al punto di far cadere il governo.

(Stralcio pubblicato su Il Fatto Quotidiano, 3.3.2010)


Granata: Quando con Fini abbiamo deciso di affrontare anche l'ultima fase, quella della confluenza di An nel Pdl, abbiamo ragionato a partire da una considerazione fondamentale: non avevamo più una classe politica adeguata a reggere la sfida, in termini di identità e prospettiva, che ci eravamo posti con la nascita di Alleanza nazionale. In altre parole i berlusconiani erano già dentro casa nostra; noi abbiamo sciolto An perché An era già berlusconizzata al cento per cento.

(Stralcio pubblicato su Il Velino, 3.3.2010)

 



Last modified Wednesday, July, 13, 2011