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Guida del soldato in Sicilia

Titolo originale:
Soldier's guide to Sicily



Prezzo € 10,00
Pagine 83
Data di pubblicazione 4 luglio 2013
Editore Sellerio
Collana Il divano n.292
e-book € 6,99 (formato epub, protezione acs4)


«L’Isola ha una storia lunga e infelice, che l’ha lasciata in una condizione primitiva e di sottosviluppo, con molte vestigia e rovine di un passato ricco di civiltà.
«Invasori e dominatori che si sono succeduti in tutte le epoche, hanno oppresso la popolazione. Greci, romani, cartaginesi, vandali, goti, bizantini, arabi, normanni, tedeschi, francesi, napoletani e infine gli italiani hanno dominato l’Isola».

Traduzione dall'inglese di Domenico Bertoloni Meli


Il motto del buon soldato
[...]
Io spasimavo per raggiungere il mio paese sulla costa, a 52 chilometri di distanza, perché da giorni e giorni non avevo notizie di mio padre e fu una corsa infernale in bicicletta con un caldo tropicale e andando contromano, vale a dire che marciavo nel senso contrario a quello in cui avanzava il grosso degli americani in un’incredibile fiumana di jeep, camion, carri armati, cannoni trainati. Più volte fui gettato fuori strada e in una di queste cadute mi cominciò a sanguinare un braccio per un taglietto provocato da un pezzo di lamiera. Un soldato di un reparto che stava in quel momento passando si fermò, s’avvicinò, mi domandò: “mali ti facisti, paisà?”.
[...]
Che senso ha oggi ripubblicare la Guida, a settant'anni dallo sbarco?
Io credo che sia assai utile perché, in filigrana, si può scorgere la malcelata valutazione, orgogliosa e colonialistica, che gli alti comandi alleati davano del loro compito. Che non era solo ed esclusivamente quello di combattere il nazifascismo ma anche di portare la loro idea di civiltà nei territori liberati, generalmente e genericamente considerati in stato di grande arretratezza sociale e culturale.
Ma Guerra e Civiltà sono parole di segno opposto. Metterle allora sullo stesso piano fu un errore soprattutto politico, errore dal quale pare che gli USA non si siano mai voluti emendare.
Vuoi vedere che la guida che venne fornita ai soldati americani per la Guerra del Golfo era suppergiù uguale a questa?

Andrea Camilleri


9 luglio 1943. Inizia l’operazione Husky, lo sbarco angloamericano in Sicilia, la più grande operazione anfibia che mai fosse stata tentata nella storia. Alla vigilia dello sbarco il generale Eisenhower, comandante in capo, fece consegnare a ciascuno dei 450.000 soldati americani questa Guida introdotta da un suo testo di incoraggiamento: «Il compito è difficile - scriveva - ma il vostro valore, il vostro coraggio e la vostra dedizione al dovere avranno successo».
Nel libretto si dà una sommaria descrizione della Sicilia, si racconta la storia, si parla di invasori e conquistatori che si sono succeduti in tutte le epoche, compresi gli italiani, gli ultimi che «hanno dominato l’isola». Abbondano le raccomandazioni igieniche con l’elenco delle possibili malattie, e si consiglia l’uso del prezioso vocabolario di parole o frasi utili con relativa pronunzia con l’avvertenza però che la parlata locale si differenzia dall’italiano corrente. Si descrivono montagne e fiumane, si ragiona di analfabetismo e di livello di vita straordinariamente basso; si suggerisce di non consumare l’acqua, che sa di gesso, di zolfo, di sale e risulta «imbevibile per tutti fuorché per gli abitanti del luogo» e si prepara il soldato allo scirocco. Non manca un piccolo manuale su feste e santi protettori, moralità («il siciliano è noto per l’estrema gelosia nei con fronti delle donne») e uso del coltello, sulla criminalità «altamente organizzata», ma anche abitudini alimentari.
Diversamente dal tono che dovevano avere opuscoli del genere, in questa Guida la Sicilia non sembra nemica; si ha anzi l’impressione che vi circoli una certa malinconia e un certo rispetto per l’avversario.



Un soldato inglese con la Guida del soldato in Sicilia



Last modified Sunday, July, 07, 2013