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Malgrado tutto

L’avventura di un giornale



Autore a cura di Gaetano Savatteri e Giancarlo Macaluso
Prezzo E 18,00
Pagine p. 336
Data di pubblicazione 2008
Editore Salvatore Sciascia Editore



«Il più bel titolo che si sia trovato per un giornale...»
Leonardo Sciascia

Racalmuto, Agrigento. Nel 1980 tre adolescenti, attratti da un mondo di titoli e inchiostro, inventano un giornale. Lo chiamano Malgrado tutto. Negli stessi anni, Leonardo Sciascia, romanziere all'apice della notorietà e del successo internazionale, sempre più spesso si rifugia nella casa di contrada Noce. A lui si rivolgono «i ragazzi di Malgrado tutto» per ottenere un articolo che tenga a battesimo la prima uscita del «periodico cittadino di commento e cultura». Comincia così un'avventura che resiste ancora, fatto più unico che raro per un foglio di provincia. Col passare degli anni il giornale si è arricchito di firme prestigiose, in qualche modo legate allo scrittore di Regalpetra. Accanto alle notizie sulle mille emergenze di un paese problematico e inquieto, fioriscono così i contributi di Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo, Sebastiano Addamo, Matteo Collura, Andrea Camilleri e molti altri. Il racconto di una lunga avventurosa stagione, corredato da una ricca antologia di articoli con le firme illustri, i volti, i luoghi e le storie di un paese capace di essere metafora del mondo. Tra memoria e attualità, un resoconto che traccia i momenti più significativi di una piccola grande epopea di carta e parole.


Sono presenti i seguenti scritti di Andrea Camilleri:

Un uomo che odiava mentire
Febbraio 2000. Articolo pubblicato sul settimanale spagnolo Abc Cultural e sul quotidiano argentino La Nación. Tradotto per Malgrado tutto da Carolina Italiano.

Un romanzo che fa pensare
Novembre 2000. Recensione al libro La congiura dei loquaci (Sellerio, 2000) di Gaetano Savatteri, letta da Camilleri nell'agosto del 2000 durante la presentazione nell'atrio del palazzo comunale di Racalmuto.

Il vivaio dei nuovi talenti
Maggio 2002. Testo scritto per la riapertura del teatro Regina Margherita di cui Andrea Camilleri è, fin dall'inaugurazione, nel febbraio 2003, direttore artistico. Nel 2004, la direzione artistica passa a Giuseppe Dipasquale, mentre Camilleri diventa presidente onorario.

Robert Capa, ritorno in Sicilia
Novembre 2002. Articolo scritto per la mostra fotografica I volti della storia. Ritorno in Sicilia, con gli scatti di Robert Capa, organizzata a Racalmuto dalla Fondazione Leonardo Sciascia, in collaborazione con Magnum/Contrasto. Il testo è stato inserito nel catalogo della mostra Slightly out of focus (Contrasto).

Il sipario svela la sua storia
Febbraio 2003. Prefazione al volume di Giovanni Di Falco I vespri siciliani. Storia del sipario del teatro di Racalmuto (Editoriale Malgrado tutto, Racalmuto, 2003) sui retroscena e sulla storia, burocratica e amministrativa, della tela di Giuseppe Carta.

La casa dei giorni lontani
Gennaio 2007. Intervista con Andrea Camilleri di Salvatore Picone.


L'eloquenza di uno sguardo
Leonardo Sciascia è nato quattro anni prima di me, a Racalmuto, nel 1921; io invece, sono nato a Porto Empedocle, a una trentina di chilometri di distanza. Io ho frequentato la scuola di Agrigento, lui, invece, ha studiato a Caltanissetta. E per questo, da giovani, nonostante avessimo interessi comuni, non ci siamo mai incontrati. Nel 1949 me ne andai a Roma e anche lui era lì. Molti anni dopo, il Teatro Stabile di Catania mi chiese di mettere in scena, come direttore, la versione teatrale de “Il giorno della civetta”, il romanzo che aveva reso famoso Sciascia. Accettai con entusiasmo e cominciai a dirigere il lavoro di adattamento che era stato affidato a un attore intelligente e colto, Giancarlo Sbragia. E fu proprio a casa di Sbragia che conobbi per la prima volta Sciascia. Fummo subito come due vecchi amici, troppe erano le cose che avevamo diviso durante l'infanzia e la giovinezza in Sicilia. Cominciai le prove a Catania e lui, di tanto in tanto, veniva lì ad assistere. Un giorno mi domandò: «Non credi che la mafia potrebbe reagire male davanti a questo spettacolo?». Mostrò uno dei suoi sorrisi tra il timido e lo scherzoso. «I mafiosi sono analfabeti - risposi - quelli che sanno leggere e scrivere, se vengono a teatro, si siederanno in prima fila e applaudiranno. Perché sono anche estremamente vanitosi». Durante quegli incontri mi impressionò soprattutto il fatto che Sciascia allora parlasse pochissimo. Certamente non per mancanza di parole, ma per una naturale riservatezza o, forse, per un eccesso di timidezza. Si esprimeva molto bene attraverso interiezioni, mezze frasi e un grande uso della mimica facciale. Con me, siciliano, parlava attraverso degli sguardi eloquenti (...).
Andrea Camilleri

(estratto da Un uomo che odiava mentire pubblicato sul Corriere della Sera, 19 giugno 2008)



Last modified Wednesday, July, 13, 2011