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Manuale di scrittura creativa



Autore Roberto Cotroneo
Prezzo E 18,00
Pagine p. 224
Data di pubblicazione 27 febbraio 2008
Editore Castelvecchi
Collana Le Grandi Navi


Con un intervento di Andrea Camilleri

«Ve lo sarete chiesto molte volte. Avete una storia, una storia vostra. Volete scriverla. Cominciate, ma poi in quelle dieci pagine che avete davanti vi sembrerà di avere esaurito tutto quello che c’era da scrivere. A quel punto guardate i libri della vostra biblioteca e vi domandate: come hanno fatto questi signori a scrivere duecento o trecento pagine di storie bellissime?». Grazie ai consigli di Roberto Cotroneo, imparerete quali sono i processi creativi che portano alla scrittura, quali decisioni prendere prima di cominciare a scrivere un testo narrativo, quali tecniche usare e in quali tranelli è opportuno non cadere. Esercizi pratici vi aiuteranno a capire come si costruisce una trama narrativa, i dialoghi e le digressioni, come descrivere ambienti e situazioni, come creare i personaggi, come tirare fuori il vostro stile. Non mancheranno le voci fuori campo di esperti come Andrea Camilleri, Stas’ Gawronski, Roberto Gilodi e Piergiorgio Nicolazzini, che vi verranno in soccorso suggerendovi quali libri consultare, quali scuole di scrittura poter frequentare, quali editori contattare per vedere finalmente il vostro libro pubblicato. Per chi ha provato almeno una volta l’ansia da pagina bianca, per chi è uno scrittore ma non lo sa ancora: la teoria è questa, la passione la vostra.


Come invento un personaggio
di Andrea Camilleri

Come si costruisce il personaggio di un romanzo?
Non so come facciano gli altri scrittori, dato che non ho nessuna frequentazione con loro, quindi la mia risposta sarà necessariamente circoscritta al mio personale modo di scrivere.
Se ho bisogno, a un certo momento della narrazione, di far incontrare, per esempio, il protagonista con una ragazza giovane, questo nuovo personaggio comincio a costruirmelo a parte. Prima di tutto, sentendolo parlare, vale a dire scrivendo su di un foglio le parole che secondo me usa di più, alcune sue frasi che possono anche non avere alcuna attinenza col romanzo, gli intercalari, le pause. Non mi rifaccio mai a persone realmente esistenti e conosciute.
Naturalmente, faccio diversi tentativi e finisco con lo scegliere quello che ritengo il più adatto, anche in base all'importanza maggiore o minore che questa giovane donna avrà nello sviluppo della vicenda.
Solo a questo punto, quando so come parla, riesco a vederla, se è bionda o bruna, come veste, se è esile oppure bene in carne, come ride, come piange, come cammina.
Insomma, desumo tutto dalle sue parole. Credo che questo modo d'inventare un personaggio derivi dalla mia lunga frequentazione con testi teatrali. Quando ritengo che il personaggio sia pronto, vale a dire che posso vederlo gironzolare nel mio studio, lo introduco nel romanzo, lo metto a contatto col protagonista.
Spesso però mi capita che quel primo incontro tra i due mi costringa a delle modifiche non sostanziali, a delle piccole correzioni del linguaggio del personaggio nuovo. Nel confronto col linguaggio del protagonista, già sperimentato e collaudato in pagine e pagine, quello nuovo finisce col risultare o non bene messo a fuoco o troppo schematico, o scopertamente funzionale. Allora faccio un'accorta operazione di definizione, di ulteriore personalizzazione, riscrivendo più e più volte quel dialogo fino a quando non sento, se non di avere ottenuto ciò che avevo in mente, almeno di essermici avvicinato abbastanza.

(Pubblicato sul Corriere della Sera, 26.2.2008)



Last modified Wednesday, July, 13, 2011