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Estévez gli si avvicinò da dietro.
«Lezioni sulla filosofia della storia» lesse. «Bisogna soffrire di insonnia per leggere un mattone del genere senza addormentarsi. Non crede, ispettore?»
«Forse lo leggeva proprio per dormire» rispose laconicamente Leo Caldas.
L'ispettore lanciò un'altra occhiata al cadavere, ancora legato al letto, con i genitali in vista e orribilmente maciullati. Pensò che era una morte indegna per un musicista appassionato di filosofia. Posò il voluminoso tomo di Hegel sul comodino e mise mano all'altro libro: Il cane di terracotta di Andrea Camilleri.
Non erano gli unici volumi presenti nel locale. Sulla parete più discosta dalla porta c'era una serie di mensole in legno stipate di libri. Caldas ricordava le parole di suo padre quando affermava che si può capire un uomo da ciò che beve e da ciò che legge. Fu stupito di trovare nella libreria del musicista esclusivamente romanzi gialli: Montalbán, Ellroy, Chandler, Hammet…
Chi è Luis Reigosa, giovane sassofonista dagli occhi color dell’acqua? Perché è stato ucciso in un modo tanto perverso e doloroso da sembrare incredibile? Si tratta davvero di un delitto passionale, come si è in un primo momento portati a pensare? Il caso si rivela subito un rompicapo, e per risolverlo bisognerà entrare in un mondo intessuto di ombre, nella nebbia della notte, nel fumo dei locali notturni e dei jazz club di Vigo, in un gioco di specchi e doppi fondi. C’è qualcosa che colpisce sin da subito l’immaginazione dell’ispettore Leo Caldas, ma il difficile è metterlo a fuoco… Occhi d’acqua è la prima indagine dell’ispettore, e l’inizio di quel ciclo ambientato tra il profumo del mare e dei pini galiziani che ha reso Domingo Villar uno dei più amati e venduti giallisti contemporanei, in Spagna e poi nel resto del mondo. I personaggi che anche i lettori italiani hanno imparato a conoscere – il fidato ma impetuoso aiutante Estévez, il padre dell’ispettore ritiratosi tra le vigne lontano dalla città, l’insopportabile conduttore radiofonico Losada – appaiono in questo romanzo per la prima volta, con una freschezza e un’ironia irresistibili.
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