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Oi politikòi

Sicilia... una grande goduria! (S. Freud)




Questa è un'opera prima, un atto d'amore per la nostra terra

Documentario scritto e diretto da Valentina Gebbia e Andrea Vita

Musica di Graziano Mossuto

Produzione Viaggidicarta

Fra gli intervistati:
Andrea Camilleri, Beppe Grillo, Franco La Cecla, Max Ghioldi, Angelo Faja, Riccardo Arena, Giusto Catania, Dario Falzone.

Stralcio da una conversazione a Porto Empedocle (11 settembre 2005)

-Ma tu come la vedi?
CAMILLERI - C'è una storiella scritta da Leonardo Sciascia che in questo caso mi sembra esemplare. A Racalmuto c'era un cieco dalla nascita che, all'inizio del fascismo, così si espresse: a malgrado ca sugnu cieco la viu nivura! Ecco, io non sono cieco ma abbastanza provato per ciò che riguarda la vista, e anche io la vedo nìvura. Ed è un momento non siciliano, non circoscritto, ma generalizzato. Vi sono dei bubboni destinati a scoppiare o che hanno fatto scoppiare nel mondo, che sono pure malamente gestiti. Faccio un esempio elementare: l'attacco dell'11 settembre, è stato un gesto di estrema imbecillità e di estrema crudeltà. La reazione, però, è stata di pari imbecillità e di pari crudeltà. E questo è disarmante, perchè tu ti aspetti che si combatta il terrorismo con le nostre armi, che certamente non sono quelle dei terroristi. Ma sotto il termine terrorismo, termine del quale non si riesce a dare una definizione da vocabolario, chi vuole ci mette dentro tutto. Allora, anche i nostri partigiani, dal punto di vista dei tedeschi e dei fascisti, erano terroristi. Queste situazioni estreme fanno nascere una classe dirigente sorda, se non alle reazioni immediate. Non vediamo risposte politiche, ma risposte di altro genere e attorno al termine politica oggi si fa tanta confusione. Se io vedo nero è proprio per lo stravolgimento del significato del termine "politica".
-Ha senso oggi parlare di passione politica?
CAMILLERI - E' sempre più raro trovarne oggi. La passione politica vera l'ha vissuta la mia generazione che oggi ha ottant'anni. La visse nel Nord in un certo modo, e allora è valido parlare di passione politica sia per i fascisti di Salò che per i partigiani, mentre noi, qui in Sicilia, l'abbiamo vissuta con uno slancio enorme; perchè si trattava di scoprire i confini della libertà. Fino a quel momento, non sapevamo che questa terra esistesse, quasi uno sbarco sulla luna o l'America di Colombo. C'era da costruire un mondo nuovo che ognuno di noi giovani voleva in un modo diverso. E questa passione io l'ho vissuta con altri cinque o sei amici, oggi tutti scomparsi, che ancor oggi chiamo "amici" pur se con alcuni eravamo di parte avversa. E' una passione che abbiamo vissuto fino in fondo. Poi, invece, ho visto nascere la "vocazione" politica che è diversa dalla passione. Difficile che chi ha praticato i sentieri della passione, scenda dalla tigre in corsa della passione. La vocazione va e viene e questo era già un abbassamento della tensione dell'orizzonte della politica. Poi è venuta la politica "di mestiere" e poi il peggio: la "politica - spettacolo". E allora qualsiasi persona ha il diritto di fischiare uno spettacolo e dire: questo spettacolo non mi è piaciuto. Andando al ci­nema, al teatro o dove vuoi tu, si allarga la quantità di persone che dice: questo spettacolo non mi piace, così, in generale ... come dire: non mi piace il circo equestre!
-Come si fa a cambiare le cose?
CAMILLERI - Secondo me, bisogna ritornare alla vera passione politica. Allargare, farsi "infettare" dai giovani, da quei pochi giovani che nutrono una vera passione politica. Perchè è la morte senza passione, è la perdita di una linfa vitale. E non sto parlando da uomo di parte, sto dicendo che fino al '68, anno critico che segnò un'epoca e non riuscì ad aprirne un'altra, fino ad allora io ho amato le contestazioni, le ho vissute, dicevo: ben vengano, perchè la febbre sfoga, viene fuori e non si tramuta in una malattia mortale. Ora non c'è più niente di tutto questo. E' una politica che sopisce, finisce che tu esci dallo spettacolo e hai dimenticato quello che hai visto.
Arrivato alla mia età, a me non piace dire, come altri: "io parlo ai giovani". I giovani sono un'entità come un'altra, solo che hanno, beati loro, un orizzonte, un avvenire davanti che noi non abbiamo più.
Ecco, un avvenire che non abbia il seme della passione, è un seme destinato a rinsecchirsi.
M.B.

Un grazie al Camilleri Fans Club

(da Scirocco, Novembre-Dicembre 2006)



Palermo, 19 gennaio 2007

Emozione.
E' questo il concetto riassuntivo dell'anteprima in esclusiva ad una fetta di pubblico palermitano fra i quali noi del Fans Club di Camilleri.
Valentina Gebbia e Andrea Vita, in attesa della prima ufficiale, al Country Club hanno presentato il loro documentario "Oi Politikòi".
E' stato bello vedere che tutti gli ospiti, fra cui la regista Roberta Torre, bandite le formalità abbiano creato un'atmosfera amichevole e quasi goliardica.
Infatti, chi seduti sulle sedie, chi in comodi divani, chi in sgabelli e chi per terra, come ragazzini ad un concerto, abbiamo assistito alla rappresentazione sullo schermo di una Sicilia forse mai raccontata prima.
Fuori da tanti schemi che fanno vedere la Sicilia esclusivamente come produttrice di mafia o antimafia, "Oi Politikòi" denunzia con sarcasmo, ironia, sagacia e acutezza, gli aspetti di un malessere generalizzato
Questo documentario è la rappresentazione impietosa delle manchevolezze pubbliche e private che addita i siciliani come conniventi di tutto un andazzo che massacra questa terra.
Nessuno di noi può esser esente da colpe.
Il documentario è obbiettivo e mai di parte.
Le interviste del grande Andrea Camilleri, del divertente Beppe Grillo, dei politici sia di destra che di sinistra, dei professori universitari, di persone importanti e di gente comune, si dipanano in contrasto con le meravigliose immagini: mercati, mare, barche, affreschi, paesaggi.
Sfiziosa è la trovata della storia parallela dei cannoli, che seguono di nascosto la protagonista e che poi alla fine la sopraffanno.
Come a dir che forse è tutta colpa dei cannoli se siamo ancora così.
Emozionante è stato vedere il Maestro Camilleri intervistato nella sua casa di Porto Empedocle e sentirlo nella sua verve tra ilarità ed amarezza.
E che dire dell'emozione provata nel trovare i ringraziamenti sui titoli di coda sia per tutti noi del Fans Club, che per l'insostituibile Valentina Alferj e perfino per me tiratrice di cannoli?
L'applauso alla fine è stato scrosciante, sentito, vero.
Commovente.
Ed è lo stesso applauso che Valentina Gebbia ha rivolto sia a tutti i presenti, sia a tutti quelli che in ogni caso le hanno dato la possibilità di offrire, lei a noi, il dono della speranza di una Sicilia Splendente.
Grazie a te Valentina.
Daniela Lampasona



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