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La paura di Montalbano



Autore Andrea Camilleri
Prezzo € 15,80
Pagine 322
Data di pubblicazione 14 maggio 2002
Editore Mondadori
Collana Scrittori italiani e stranieri
e-book € 6,99 (formato epub, protezione Adobe DRM)


NOTE DI COPERTINA

Il commissario Montalbano - è stato detto più volte - è un personaggio che cresce, che si modifica di avventura in avventura. E diventa, a seconda dei casi, più saggio o più ribelle, più duro o più sensibile al dolore del mondo. Come capita a ognuno di noi quando i fatti della vita ci cambiano, perché non scivolano addosso ma entrano dentro. E' assolutamente normale, quindi, che Montalbano possa aver paura. la paura, anzi, è reazione addirittura prevedibile per un eroe che ha costruito la sua simpatia sulla normalità, sulla normalità più assoluta, fatta dell'istinto che spesso prevale sulla ragione, della meteoropatia che, se una mattina gli provoca "umore nivuro", all'ora di pranzo è pronta a sciogliersi nella " concentrazione da bramino indù" con cui il commissario affronta un piatto di triglie fritte. E' proprio questa normalità che rende Montalbano un personaggio così amato dai lettori, soprattutto quando s'incarna nelle sciarre con Mimì Augello, nelle azzuffatine con Livia, nelle uscite dai gangheri con Catarella. E a proposito di Catarella, si può affermare che, più di una volta, nei tre racconti brevi e nei tre racconti lunghi, quasi tre rapidi romanzi, che costituiscono questo libro, il buffo poliziotto avanza sulla via di un'irresistibile ascesa, tanto che Montalbano arriva a sognarselo e a condividere con lui i quattro segreti di un caso assai allarmante. I fan del telefonista del commissariato di Vigàta, i cultori delle sue lievi anomalie lessicali sono avvisati. C'è un legame, però, una speciale tonalità che unisce e tende la scrittura di tutte queste storie, oltre al cemento a presa sempre più rapida e sicura costituito dall'inconfondibile stile del commissario e dagli ormai imprescindibili tratti del suo mondo; è una certa trattenuta commozione che vibra sotto pelle lungo questi racconti e i loro personaggi, mettendo spesso i brividi a noi che leggiamo. La figura del maresciallo Verruso, formale, pignolo, apparentemente una specie di antimontalbano, eppure grandioso nella dignità con cui custodisce un suo tremendo segreto, o l'immagine della signora Giulia Dalbono che, in una sorta di assurdo paradosso, non riesce più ad aprire gli occhi dopo un incidente che invece avrebbe dovuto spalancarglieli per sempre, non si dimenticano. Come non si dimenticano gli sguardi selvatici della picciotta Grazia Giangrasso di Ferito a morte e le due vecchie signore di Meglio lo scuro nelle quali Montalbano si imbatte indagando su un fatto inquietante avvenuto cinquant'anni prima. Perché forse il delitto nato dall'offesa ripetuta, dalla dignità umiliata, dal rancore cresciuto nel tempo è più frequente, nell'intera epopea di Montalbano, che non il gesto violento provocato dall'impulso cieco, dalla rabbia di un attimo. Come se anche nel delitto i personaggi di Camilleri rimuginassero un'ossessione, un rovello antico, come se il gesto criminale che pretende di recidere un groviglio altro non sia che la forma estrema di un tormento che riguarda tutti.

QUARTA DI COPERTINA

Era vero, Livia aveva ragione. Lui aveva paura, si scantava di calarsi negli "abissi dell'animo umano". (…) Aveva scanto perché sapeva benissimo che, raggiunto il fondo di uno qualsiasi di questi strapiombi, ci avrebbe immancabilmente trovato uno specchio. Che rifletteva la sua faccia.

NOTA

Questo volume è composto da tre racconti lunghi e tre racconti brevi. I racconti lunghi sono inediti. Due dei tre racconti brevi sono stati invece già pubblicati: Giorno di febbre sulla rivista dell'Amministrazione Penitenziaria "Le Due città" nel 2001; Un cappello pieno di pioggia sul quotidiano "La Repubblica" del 15 agosto 1999. I racconti brevi non possono definirsi polizieschi in senso stretto, sono piuttosto le storie di tre incontri occasionali e straordinari del commissario Montalbano. Naturalmente, nomi e situazioni sono di mia invenzione e non hanno quindi nessun rapporto con la cosiddetta realtà. A.C.

RACCONTI

Giorno di febbre
Ferito a morte
Un cappello pieno di pioggia
Il quarto segreto
La paura di Montalbano
Meglio lo scuro





Prezzo € 15,00
Pagine 336
Data di pubblicazione 18 aprile 2023
Editore Sellerio
Collana La memoria n.1270
e-book € 9,99 (formato epub, protezione acs4)


Pubblicato per la prima volta nel 2002 in questa raccolta Camilleri si conferma un maestro del racconto. Come sempre abilissimo nel condurre l’intreccio, nello sviarci dalla strada principale per poi farci arrivare da un viottolo secondario alla soluzione che qui, a volte, ha un finale dolce-amaro.


Camilleri è un maestro del racconto. Si presta sia alla misura minima della novella che a quella del romanzo breve. E, nella raccolta La paura di Montalbano (uscita in prima edizione, per Mondadori, nel 2002), alterna «ritmi» brevi e «ritmi» lunghi. Concerta il tutto nella forma compattamente ritmica di un libro di grande felicità narrativa e di sicuro diletto. Fa da preludio Giorno di febbre. Vi abita un Montalbano febbricitante, impegnato nella vana ricerca di un termometro. È quasi una comica. Eppure il commissario, che assiste a uno scippo e al ferimento di una bambina, ha modo di fiutare, nel segreto di un barbone che si prodiga a dare soccorso, l’inabissamento di un giallo. La ricerca investigativa irrompe nel romanzo breve Ferito a morte. Montalbano si incarica di dare di sé un ritratto a contrasto, un attestato di esistenza in vita in qualità di personaggio nel ruolo di sbirro: lui «è» in quanto esistono i delinquenti. Un colpo di pistola ha ucciso, nudo nel suo letto, uno spurcissimo strozzino, che tiene in casa come serva una nipote diciottenne e ha come esattore un pregiudicato. Entra in scena un altro morto ammazzato. Si tratta del fattorino Dindò, personaggio di lunare innocenza. Per risolvere il caso, Montalbano si atteggia a regista cinematografico. Prova e riprova sul set le ricostruzioni possibili.
Si insinua veloce, nella trama del libro, Un cappello pieno di pioggia. Ed è un imprevedibile cappello, quello del titolo, che consente allo sbigottito Montalbano, in trasferta a Roma, di favorire la cattura di uno spacciatore. Il quarto segreto vede in azione un Montalbano inedito che segretamente collabora con i carabinieri; e, senza la sua squadra, ma con l’aiuto esclusivo di un Catarella «affelicitato», porta a termine l’indagine sulla morte di un misterioso muratore e sulle attività di un costruttore mafioso. Segue, con La paura di Montalbano, l’ultimo «movimento» corto. Nella luminosità gelida di una passeggiata in montagna, accade a Montalbano di salvare una donna sospesa su uno «sbalanco». E di rispondere mentalmente alla provocazione di Livia, che lo accusa di non spingersi oltre le «prove» nelle sue investigazioni, proibendosi di scendere negli «abissi dell’animo». Montalbano confessa di avere «scanto». Sapeva che, «raggiunto il fondo di uno qualsiasi di questi strapiombi, ci avrebbe immancabilmente trovato uno specchio». Conclude il libro Meglio lo scuro. Dapprima Montalbano è riluttante. Non vuole affrontare il caso. Gli sembra di dover entrare in un romanzo d’appendice da smorfiare in romanzo poliziesco. C’è una confessione in punto di morte: un veleno che non è veleno; un omicidio che non è omicidio. La storia è datata 1950. Le persone implicate sono già morte, o prossime a morire. Alla fine il commissario non si sottrae. Purtroppo la verità che scopre è diventata superflua. Anzi, la sua «luce» può risultare inutilmente ustionante.
Salvatore Silvano Nigro



Last modified Tuesday, April, 18, 2023