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Sfregio



Autore Francesco De Filippo
Prezzo E 17,00
Pagine p. 192
Data di pubblicazione 2006
Editore Mondadori
Collana  


Ad Andrea Camilleri con l'armonia affettuosa del discepolo che si accorda col mentore

 

«Mi è capitato di leggere in questi giorni due libri su Napoli scritti da due napoletani. Il primo è "Gomorra" di Roberto Saviano che è uno straordinario docuromanzo, l’altro è "Sfregio" di Francesco De Filippo. Il protagonista di "Sfregio" è un giovane che proviene proprio dalla manovalanza della quale parlavo. Egli, dopo esperienze che sempre più lo fanno affondare nell’inferno di Gomorra, riesce in qualche modo a restituirsi a una vita pulita. Non è un romanzo consolatorio, anzi è duro, crudo, spietato, è una sorta di monologo, di notevolissimo livello, "detto" in un napoletano tanto spigoloso quanto avvinghiante. Le Alte Autorità, oltre a leggere rapporti di prefetti e di questori e tabelle statistiche, farebbero bene a dare un’occhiata anche a libri come "Gomorra" e "Sfregio".»
Andrea Camilleri, La Stampa, 9.11.2006

 

Ventitré anni, una moglie, due bambini. Uno scooter con cui attraversa in lungo e in largo i quartieri popolari di Napoli. Gennarino Sorrentino è un campione dell'"arte di arrangiarsi" partenopea: piccoli lavori, commissioni varie, ma niente di illegale. È sempre riuscito a tenersi ai margini del sistema di malaffare che domina la città, fino al giorno in cui viene convocato da don Rafele, boss dei boss che ama mantenere un profilo basso, ma al che non si può ignorare. La vita di Gennarino, e della sua famiglia, cambia. A poco a poco, da incarichi di scarsa importanza all'interno dell'organizzazione, in un'escalation graduale, un bravo ragazzo si trasforma in criminale, in un vortice di corrieri internazionali di droga, omicidi, pestaggi, prostituzione. Sembra non esserci un limite alla violenza, all'abiezione, all'assoluto vuoto morale che lo circonda. Tutto quello a cui teneva, la moglie, i figli, la sua stessa vita, non vale più niente. Tutto è divorato da un sistema di potere criminale che è riuscito a infiltrarsi ovunque, a dominare tutto, a bruciare vite, a violentare un territorio. La discesa di Gennarino agli inferi sembra inarrestabile. La moglie lo lascia, e porta via i bambini per proteggerli. Lui torna, quando torna, in una casa vuota e silenziosa. Ormai morta. Ma qualcosa è rimasto al limitare della sua coscienza: un tarlo silenzioso, che lo porterà a nutrirsi di una feroce ribellione, di una voglia di vita e di riscatto. Una storia narrata con uno stile colorato, ricco, pieno di sense of humour, un brillante pastiche tra l'italiano e le molteplici sfumature e possibilità espressive di una lingua dalla tradizione letteraria plurisecolare: il dialetto napoletano. Un romanzo d'amore e morte che conferma il talento narrativo di Francesco De Filippo.



Last modified Wednesday, July, 13, 2011