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La testa ci fa dire

Dialogo con Andrea Camilleri



Autore Marcello Sorgi
Prezzo L. 15.000
Pagine 159
Data di pubblicazione Giugno 2000
Editore Sellerio
Collana La memoria n.473


Come nasce un libro; come si forgia un linguaggio che sembra così personale da non essere comunicativo ma che si rivela un mezzo di coinvolgimento irresistibile; come persuadere il lettore a guardare il mondo con gli occhi di un personaggio. Questa inchiesta in forma di dialogo su un caso letterario di portata non ordinaria, il "caso Camilleri", è cominciata qualche tempo fa: "Con Andrea Camilleri, non ci conoscevamo - ricorda Marcello Sorgi. - Un giorno di due anni fa per lavoro combinammo di incontrarci. Roma, il cinema, la politica, giornali e televisione, la Sicilia, il teatrino delle nostre famiglie d'origine, e quindi le sue storie, i suoi personaggi, la sua scrittura: in una afosa serata di luglio, parlammo fino a tardi di tutte queste cose. Fu proprio naturale, l'indomani, scoprire il piacere di continuare la conversazione. Ne nacque l'intervista, che parte da una domanda alla quale in realtà non c'è risposta diretta: il segreto di un successo. Invece si articola e si dirama, "come certe forme di galassie, di nebulose che sono allungate", nell'universo creativo di Camilleri, senza trascurare aneddoti e ricordi personali. E nella leggerezza del conversare tra due uomini di spirito e divaganti (e nella nostalgia, a tratti, dello scambio tra attese e risultati della vita), la comunicazione letteraria si svela per ciò che veramente è: un gioco a due tra l’autore e il lettore. Di cui l’autore conosce solo la sua parte e le sue regole. Il resto, essendo solo la sensazione ambigua di "essere guardato negli occhi dal lettore".

Marcello Sorgi (Palermo, 1955) è giornalista. Dal settembre 1998 dirige "La Stampa".

Introduzione

Tipica espressione siciliana (sul dizionario italiano Tommaseo -Bellini non c'è), "la testa ci fa dire", che dà il titolo a questo libro, ha un etimo curioso. La citano, alla voce "testa", i due grandi vocabolari siciliani, il Pasqualino (edizione 1785) e il Traina (1868), "diri la testa", "mi dici la testa e lu cori", "mi dici la testa ca". Vale come "presagire", "ho paura che", "un animo mi dice che". Presagio, presentimento, timore, tentazione, specie quando accompagnano il desiderio o il r fiuto di qualcosa, descrivono l’ambiguità di un certo animo siciliano, pur senza riuscire a coglierne, fino in fondo, l'essenza e gli aspetti positivi. Con Andrea Camilleri, non ci conoscevamo. Avevo letto una serie di suoi racconti molto spiritosi pubblicati sulla "Stampa". E poi, di seguito, i suoi libri, a cominciare dal "Birraio di Preston". Un giorno di due anni fa, per lavoro, combinammo di incontrarci. Roma, il cinema, la politica, giornali e televisione, la Sicilia (la sua e la mia), il teatrino delle nostre famiglie d'origine, e quindi le sue storie, i suoi personaggi, la sua scrittura: in un'afosa serata di luglio, parlammo fino a tardi di tutte queste cose. Fu proprio naturale, l'indomani, richiamarsi, scoprire di aver piacere di continuare la conversazione, decidere di registrarla, di trascriverla, forse di pubblicarla. La testa ci fece dire così. Marcello Sorgi





Prezzo € 13,00
Pagine 184
Data di pubblicazione 5 dicembre 2019
Editore Sellerio
Collana La memoria n.473
e-book € 8,99 (formato epub, protezione acs4)


Pubblicato per la prima volta nel 2000, torna in una nuova edizione accresciuta questo «dialogo» che entrava in modo profondo e talvolta indiscreto nel «caso Camilleri». Una pacata, amichevole conversazione sui temi più vari, dalla famiglia all’impegno, dai personaggi dei suoi romanzi, alla storia, dalla giovinezza al teatro e poi aneddoti, ricordi, storie come solo Camilleri sa narrare.


«Parlava come scriveva, col gusto della messa in scena tipico dei registi – ricorda Marcello Sorgi nella Introduzione a questa nuova edizione del libro intervista a Camilleri La testa ci fa dire –. Avvolto nel fumo delle sue sigarette, i suoi episodi, i suoi personaggi sembravano prendere forma tra le volute azzurrine che sempre lo circondavano. Adorava raccontare».
Pubblicato vent’anni fa, nel 2000, questo «dialogo» entrava in modo profondo e talvolta indiscreto nel «caso Camilleri» che proprio in quegli anni diventava il fenomeno che tutti conosciamo. E l’atteggiamento di Camilleri aiuta a spiegarlo: quando parla, riesce a riunire cose normalmente distanti, elevata cultura e popolarità, saggio distacco e immersione nel proprio tempo. Così questo libro racconta l’emergere di uno scrittore per ogni verso straordinario, il formarsi della sua originalità letteraria, il plasmarsi della sua personalità. Ma inoltre permette a chi lo ha meglio seguito di confrontare il Camilleri di quel momento con quello futuro con l’evoluzione delle sue idee.
Ricordi e avventure di vita – e ciascuno potrebbe diventare o è già racconto –, opinioni, segreti di scrittura, ritratti di persone influenti, e naturalmente il difficile rapporto con il personaggio di Montalbano presto dotato di una vita autonoma. E accanto a questi, un’analisi serratissima dei contenuti ideologici delle sue opere così evidentemente ricche di antropologia: l’amicizia, la sicilitudine, il sesso, la donna, la famiglia, la religiosità, la politica... Inoltre l’interrogarsi insieme sulla quadratura del cerchio di una lingua così privata, così intrisa di dialetto, e insieme così irresistibile e naturale da essere entrata nell’uso: un successo ottenuto nonostante la lingua o proprio grazie al vigatese?
In un articolo, pubblicato qui in coda al volume, Fruttero &Lucentini intuivano qualcosa di «poliziesco» nell’insinuante, sottile, non compiacente, disvelamento in cui consiste questa intervista. E la definivano scherzosamente: «interrogatorio a 360 gradi da parte del Sorgi Marcello nei confronti del Camilleri Andrea». «Il Camilleri – concludevano –, nella confessione estortagli rata dopo rata dal Sorgi, finisce per delineare un percorso esistenziale strettamente intrecciato alle vicende storiche nazionali e passibile della qualifica di “concorso interno” alla più classica italianitudine».



Last modified Sunday, December, 01, 2019