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Un fatto memorabile


Il racconto è stato pubblicato su
l’Ora del popolo il 29 maggio 1949, e poi ripubblicato su L'Ora. Edizione straordinaria (3 luglio 2021).
L'immagine della pagina originale del quotidiano è stata pubblicata su
L'Ora. Edizione straordinaria (3 luglio 2021).

Il testo può essere considerato come una prima versione del racconto Il primo voto, pubblicato su L'Almanacco dell'Altana 1999 (e poi riproposto in Gocce di Sicilia e Come la penso).


B. è un piccolo paese dell'interno della Sicilia, uno di quei paesi come tanti se ne incontrano quaggiù, con le viuzze strette desolate e maleodoranti, con le case l'una a ridosso dell'altra che sembrano guardarsi in cagnesco come per un antico rancore, con l'unico caffè nel mezzo della piazza principale, con l'immancabile circolo dei nobili e infine con il minuscolo cimitero ben tenuto, proprio in fondo al paese dove già comincia ad estendersi la campagna. Un luogo insomma dove la vita trascorre monotona e tranquilla nel susseguirsi sempre uguale dei giorni e dove le uniche novità sono date dalle campagne elettorali, dalle nascite, dalle morti, dai matrimoni e, una volta all'anno, dalla festa del santo patrono.
Detto ciò, non vi sarebbe assolutamente altro da aggiungere su B. se quest'anno non vi fosse accaduto qualcosa di grosso, un vero e proprio fatto memorabile: fu proprio in questo sperduto paese, evidentemente dimenticato dagli uomini ma non da Dio, che Gesù Cristo rivelò all'umanità, nell'anno di grazia 1949, la sua vera fede politica. La cosa cominciò così. Una mattina, mancavano ancora due giorni per la Pasqua, il prete del paese mentre attraversava la piazza principale per recarsi in Chiesa s'accorse che un'accesa discussione si andava svolgendo con un eccessivo spreco di gesti, come si usa fra noi gente del sud, tra alcuni uomini.
Avvicinatosi incuriosito, egli potè distinguere al centro del gruppetto un giovinotto con dei basettoni lunghi fino al mento e i capelli ricciuti abbondantemente imbrillantinati che gridava con gli occhi fuori dalle orbite: "Sì! Sì! Ed è inutile che mi guardiate così! Ve lo torno a ripetere: Cristo era comunista! Non solo, ma posso anche dimostrarvelo!"
"Forza allora, dimostralo" - incoraggiò uno del gruppo che sembrava enormemente interessato a tutta la faccenda.
"Subito" - disse con foga il giovanotto e dopo essersi guardato attorno con aria di sfida, aggiunse: "Quando Cristo risuscitò salì al cielo con una bandiera in mano. Lo sapete di che colore era questa bandiera?"
Fece una pausa drammatica e nel silenzio profondo degli altri scandì: "Rossa! Rossa!"
Lasciando il gruppo ormai caduto in una perplessità sbigottita, il prete si allontanò facendo tra di sé divertite considerazioni sull'ignoranza umana. Per tutto il resto della mattinata e per buona parte del pomeriggio egli fu occupato in chiesa e solo verso sera potè uscire per recarsi come sempre faceva a scambiare quattro chiacchiere con il farmacista.
Stava perciò riattraversando la piazza quando gli giunse improvviso all'orecchio un rumore di sedie e di tavoli rovesciati assieme ad un confuso vocio proveniente dal caffè e immediatamente di seguito vide un uomo che, dopo essersi fermato un istante sulla soglia del locale gridando a squarciagola: "è bianca! è bianca!", rapidamente s'eclissava nell'ombra della sera mentre un altro individuo furente e gesticolante si lanciava ad inseguirlo.
A scanso d'equivoci il prete decise sull'istante di non intromettersi nella questione ma di accelerare piuttosto la navigazione verso il tranquillo porto della farmacia. E qui un'altra sorpresa lo attendeva: il farmacista, sovvertendo quella che ormai era una tradizione, invece di dirgli il consueto: "come va, reverendo?", sollevò appena gli occhi da un libro di ricette che stava consultando e chiese con aria ironica:
"E' bianca o rossa? Lei dovrebbe saperlo"
"Ma cosa?", domandò il prete sbalordito.
"La bandiera, la bandiera che Cristo ha in mano quando sale al cielo - disse calmissimo il farmacista e seguitò: "in paese oggi non s'è parlato d'altro".
"Sciocchezze!" - tagliò corto il prete. E tirò fuori un discorso qualsiasi. Ma l'indomani mattina mentre dopo aver detto messa egli indugiava in sacrestia e sentiva pesargli addosso lo sguardo impaurito del sacrestano il cui viso si era addirittura trasformato in un enorme punto interrogativo, vide comparire la massiccia figura dell'avvocato Z, uomo di provata fede democratica.
"Reverendo" - disse quest'ultimo a bassa voce e avvicinandosi tanto da fargli sentire il caldo fiato odorante di mattutine libagioni! - "Reverendo, qui la cosa è semplice e io sono un uomo di mezza parola. Dunque ci siamo capiti".
"Ma io non ho capito niente!"- insorse disperatamente il prete - "E lei non ha detto neppure quella mezza parola che è solito dire!".
"Reverendo, non faccia lo gnorri e non mi faccia scappare la pazienza!".
E avvicinando ancora di più la bocca all'orecchio dell'altro impaurito soffiò: "Bianca!".
"Ma...".
"Non ho altro da dire. Baciolemani" - concluse secco l'avvocato e uscì.
Sconvolto, a mezzogiorno il prete non potè toccare cibo. Se ora assieme agli ignoranti si mettevano a discutere anche le persone che si credevano colte, le cose si sarebbero messe certo a male.
Dove si andava a finire di questo passo? E quel giovanotto brutto coi basettoni che aveva attizzato tanto fuoco chi era, il diavolo?
A sera, mentre rimuginando continui pensieri si dirigeva verso la farmacia, da una traversa gli si parò davanti un uomo che il prete riconobbe per uno dei più accesi estremisti del paese.
"Reverendo - disse tutto d'un fiato l'uomo - so che stamattina è venuto da lei l'avvocato Z. Questo disgraziato in vita sua non ha fatto altro che cambiare le carte in tavola. Ma questa volta ha poco da cambiare perché io ho in tasca una Santina dove c'è stampato Gesù che sale in cielo con una bandiera rossa in mano e se l'avvocato s'arrischia a dire qualcosa gliela faccio mangiare, gliela faccio, lo so che lei, malgrado sia un prete, è un galantuomo. Perciò voglio metterla in guardia: se Cristo non risuscita con la bandiera rossa, domani in chiesa e in paese finisce a macello. Non le dico altro. Buonasera".
E l'uomo sparì misteriosamente così come era venuto, mentre il parroco come un automa riprendeva a camminare verso la farmacia. Qui fu accolto senza una parola dal volto preoccupato del farmacista. Il prete si abbandonò di peso su di una sedia e asciugandosi il sudore della fronte esclamò:
"Dio mio, illuminami tu!".
"Cattivo tempo!" - disse il farmacista alzando gli occhi al tetto come per scrutare delle nuvole cariche di pioggia e aggiunse:
"Ma lei una soluzione deve trovarla".
"Tra l'altro - sospirò il prete - ora è troppo tardi per informare i miei superiori della situazione".
Il farmacista non rispose. A parte il fatto che non era Dio, non aveva proprio nessuna idea in proposito. Allora il prete si alzò, disse un buonasera a fior di labbro.
Il giorno dopo la chiesa era inverosimilmente gremita di gente con occhi rossi dal sonno perduto (avevano tutti trascorso la notte a coprirsi d'insulti) che si scambiavano a voce alta supposizioni e commenti.
Quando un istante prima di incominciare la messa il prete sporse la testa dalla sacrestia, mille occhi s'appuntarono su di lui. Ma egli appariva così straordinariamente tranquillo e sorridente che il farmacista, andato anche lui in chiesa per vedere come andava a finire la faccenda, tirò un sospiro di sollievo e si sentì rassicurato.
"Ha trovato la soluzione" - pensò e guardò con curiosità il telone nero che copriva, sospeso da una funicella sull'altare maggiore, la statua del Cristo resuscitante e che al momento opportuno sarebbe stato tolto via acquietando così l'attesa spasmodica e minacciosa del paese.
Ma un silenzio spesso e pesante come nebbia calò sui presenti appena giunse il momento di scoprire la statua. Tutti trattennero il respiro e serrarono i denti mentre il prete, con un gesto deciso, ingiungeva al sacrestano di tirare via il telone. Il silenzio durò ancora un attimo a telone caduto, poi una risata immensa e irrefrenabile scoppiò da tutte le bocche, fece fuggire i colombi in amore dal tetto della chiesa, eclissò addirittura il suono delle campane festanti.
Il prete, per non scontentare nessuno, aveva del tutto tolto la bandiera dal braccio levato in alto della statua. E Cristo, salendo al cielo con la mano destra chiusa a pugno e alzata al di sopra della sua testa, rivelava agli uomini, col ben noto saluto, la sua vera e profonda convinzione politica.


Nel 1949 collabora con L'Ora di Palermo un giovane Andrea Camilleri che pubblica sul giornale quattro racconti brevi.
L'autore ricorda che L'Ora era l'unico quotidiano ad avere una "terza pagina" dedicata alla cultura degna di questo nome.
(Tratto da Diario Civile - L'Ora, storia di un giornale antimafia, andato in onda su Rai Storia il 2.4.2014 )

 



Last modified Saturday, July, 03, 2021