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L'uomo che non ha passato

C’èchi vede somiglianze tra l’orrendo delitto dei coniugi Donegani ritrovatia pezzi in Valcamonica e il mio romanzo «La Gita a Tindari».Confesso d’essere restio a occuparmi di fatti di sangue perché diessi, non essendo un investigatore o un criminologo, finisco col conosceresolo quello che scrivono i giornali, che è molto poco per formarsiun’opinione seria e motivata. Si rischia di esprimere pareri a vanvera, parzialio sciocchi, soprattutto perché si ha a che fare con morti veri e presuntiassassini destinati al carcere. Con altrettanta sincerità devo direche le coincidenze tra il mio romanzo e questo duplice delitto non mi sorprendono.Tutti i miei romanzi nascono dalla cronaca nera (quando si tratta di Montalbano)o da fatti storici (quando si tratta dei romanzi non polizieschi) e quindidoveva un giorno o l’altro accadere che questa osmosi realtà-fantasiavenisse palesemente sottolineata. Mi si potrà ribattere che, vistala data di pubblicazione, «La Gita a Tindari» avrebbe in qualchemodo anticipato il fatto di cronaca. Può essere, ma mi auguro chenon l’abbia in nessun modo ispirato. Gli assassini non vengono ispirati dallacarta, semmai dalla carta moneta. C’è stato qualche anno fa uno deipochi (per fortuna!) serial-killer italiani che ha dichiarato di avere lettoi miei libri in carcere. Alla maliziosa domanda se qualcuno d’essi avrebbepotuto, diciamo così, ispirarlo, rispose di no. Disse che lui le cosele avrebbe pensate e organizzate meglio. Tutti gli assassini che premeditanoi delitti credono di poterla fare franca. La loro presunzione confina conla totale ottusità. E l’omicidio, quale che sia il movente, è,prima di tutto, un delitto contro la ragione.

Andrea Camilleri

(Pubblicato su La Stampa, 19 agosto 2005)


 
Last modified Wednesday, July, 13, 2011