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Viale del Policlinico



Autore Claudio Coletta
Prezzo E 14,00
Pagine p. 340
Data di pubblicazione 2011
Editore Sellerio
Collana La memoria




Cliccare qui per vedere il video di un reportage sulla presentazione di Andrea Camilleri (Roma, Policlinico Umberto I, 10 maggio 2011)

Lorenzo, romano, è studente a Medicina e si trova nel pieno di una di quelle crisi di identità ben note agli universitari del post-sessantotto. A un passo dalla laurea, si sente ormai del tutto fuori dal mondo studentesco, che gli brulica intorno svagato e pieno di conformismi inconsapevoli; però sa che la vita professionale adulta che l’aspetta è un appuntamento inevitabile con un sé sconosciuto e inquietante. Ad aggravare malinconie, ansie e straniazione, c’è il momento storico in cui Lorenzo si trova del tutto immerso: la metà degli anni Settanta, quando il movimento studentesco inizia a risentire di sfinimento e delusioni, mentre intorno scoppiano i primi fuochi del terrorismo e continuano nelle piazze le stragi dai mandanti occulti. Tra lezioni, visite in corsia col codazzo di assistenti e allievi, e un dibattito del Collettivo studentesco che sta per occupare la facoltà, Lorenzo con un suo amico fa una scoperta raccapricciante. Il professor Mori, luminare di ematologia, è trovato ucciso in un modo rituale: lui, medico del sangue, morto dissanguato. E non sarà quella l’unica cerimonia nera con simboliche liturgie e vittime altrettanto illustri. La forza delle circostanze coinvolgerà Lorenzo nella sequela di vendette in camice bianco. La sua esistenza, amicizie studi amori, ne sarà sconvolta fino a quando la verità non emergerà dalla sequenza di sangue. È un giallo misterioso e crudele. Ma per tutto il contorno del racconto, il suo sfondo e la sua ambientazione, Viale del Policlinico è il ritratto mobile di una generazione fortunata ma anche travagliata da complessità incipienti. Un sapiente quadro d’ambiente, sui cattedratici di un tempo simile eppure molto diverso, sui fremiti degli studenti di allora, e sulle atmosfere del loro sacro tempio di una volta, la facoltà di Medicina.

Claudio Coletta (Roma, 1952) lavora come medico presso un ospedale di Roma. È stato membro della giuria internazionale del Roma Film Festival 2007. Oltre a numerosissime pubblicazioni in campo scientifico, questa è la sua prima opera di narrativa.



Policlinico noir con Camilleri e Coletta un serial killer e il Sessantotto

Una catena di omicidi insanguina il Policlinico. Tutto comincia nell'aula 1 della Prima clinica medica. E' qui che si sono incontrati (insieme a Francesco Fantasia) Andrea Camilleri e Claudio Coletta, autore di “Viale del Policlinico”, Sellerio editore. Un libro di esordio che ha più chiavi, dice Camilleri: è un noir, certo; ma è anche romanzo di formazione, d'introspezione, psicologico, storico... E sì, c'è anche l'amore. “Penso a chi farà le recensioni e me la scialo – dice il papà di Montalbano – non bastano le etichette, non si può palettarlo questo romanzo, non basta l'attacco e la fine e il risvolto di copertina. Quando leggo le bozze i miei occhi ordinano: non più di 5 pagine al giorno. Mentre leggevo, suonò il telefono e risposi in fretta, sbrigativamente. Poi mi chiesi: perché? Perché avevo voglia di continuare a leggere, ecco perché. E' una scrittura drammaturgica. E' vero, c'è una storia che tiene. Ma più della storia, è importante il come viene raccontato. Ascoltatemi: ieri sono andato su una collina a guardare il tramonto, nel vento e nel silenzio. Mentre ero lì mi pareva di stare sopra un mare d'aria. Ma sentite come suona diverso così: Sempre caro mi fu quest'ermo colle...”
C'è anche Roma in questo libro, eccome se c'è. C'è una piazza Vittorio ora sparita, con il mercato pieno di luce e di colori. C'è l'università e le corsie d'ospedale. Ci sono le sue strade cavalcate sulla moto amata. C'è il Sessantotto e il movimento studentesco, i fermenti e le lotte di quell'epoca. C'è una generazione generosa che del dubbio e della verità ha fatto una bandiera.
No, non è un libro autobiografico, dice Claudio Coletta, che in quest'aula ha fatto occupazioni e esami e persino la specializzazione in Cardiologia. Sì, è un medico e apprezzato. Ma un giorno, racconta, “facevo jogging e mi è entrata in testa. E' ispirata una storia vera, accaduta in Usa negli anni 80, nota tra noi cardiologi. Attorno a cui ho costruito un puzzle. Ma lo sfondo, l'atmosfera, quella sì è vera. In quel periodo sono accadute molte cose. E' un periodo molto demonizzato ma è stato un grande momento di idealità”.
Conviene Camilleri: “Chi ha fatto il 68 si divide in due categorie. Quelli che ne hanno memoria formativa e magari ne scrivono. E quelli che lo tradiscono e lo ricordano come una stagione di errori. Anche Carlo Martello, compagno di Montalbano, un tempo voleva dare fuoco alle banche e ora ne è diventato direttore. E' stato un periodo importante, carsico, una svolta nelle coscienze”.
Tutto inizia sul tram 30, la circolare rossa. L'ultima scena è lì, sul 30, sono passati tre mesi e sono accadute molte cose. La prima, dolorosissima, la morte dell'amico Federico che s'impone – in una gioventù che rifiuta padri e maestri – come presenza inaspettata, ingiusta, insopportabile. E non può che essere esperienza vera.
Medico e scrittore. Qui, in quest'aula,“ho fatto quattro concorsi, questo è un pezzo della mia vita anche se forse non mi bastava fare il cardiologo”, dice asciutto Coletta. Ad ascoltarlo l'aula piena anche degli antichi compagni, un po' sorpresi, che convengono: sì, eravamo così in quegli anni. “A Elvira Sellerio è piaciuto subito: è un libro bonu, mi ha detto, lo pubblichiamo – racconta Camilleri – non è un esordio poi così tardivo come il mio o quello di Tomasi di Lampedusa o Antonino Pizzuto. Guardate, le storie devono maturare. Mentre i fenomeni, i giovanissimi, scompaiono o scrivono il secondo libro e già rimpiangi il primo. Coletta ha tempo di scrivere tanti altri libri. Vedrete, vi stupirà. Se non erro ha già il secondo nel cassetto. Sapete, una volta Sciascia mi disse: non c'è cosa migliore che trovare un nuovo autore. Aveva ragione, è cosa rarissima. Coletta è, sono sicuro, un nuovo autore. La sua è una scrittura piana ma piena cose, asciutta e senza esibizioni: mi fa lo stesso piacere delle ottobrate romane”.

(Ella Baffoni, l'Unità, 11 maggio 2011)



Last modified Wednesday, July, 13, 2011