home page





ANDREA CAMILLERI & LUCA ZINGARETTI

MONTALBANO ... SIAMO NOI

L'autore del celebre commissario e il suo interprete televisivo parlano della loro creatura. l'attore ammira la sua indipendenza, lo scrittore si prepara a congedarlo e intanto completa la sua prossima avventura. Di cui ci legge in anteprima l'icipit.

Capita spesso che la gente lo fermi per strada chiedendogli di ripetere il suo tipico "montalbano sono!". Ma Luca Zingaretti non ama giocare al commissario anche nella vita reale: Non mi dà fastidio, è che sono un pò timido e capita che mi schernisca. Un conto è fare le cose sul palcoscenico e un altro è farle su ordinazione . Sprofondato in un divano di uno studio romano, Zingaretti entra ed esce dal personaggio montalbano: ne condivide il riserbo, la mancanza di ovvietà, la sensibilità nascosta da n'ombra scontrosa.

Con i nuovi episodi "La gita a Tindari" e "Tocco d'artista" è la terza volta che Zingaretti lo interpreta: Ormai lo considero una persona reale, un vecchio amico che vado a trovare una volta all'anno in un piccolo posto della Sicilia. Quello che mi piace di più di lui, dice, è che non è un pecorone, è uno che ha costruito da solo la sua scala di valori. Montalbano non insegue il lavoro, la palestra, il telefonino X e la macchina Y. Si chiede di cosa abbia bisogno per essere felice e si risponde: la mia casa, il mio lavoro, i miei sapori, la mia terra, il mio mare, i miei amici e ogni tanto anche la mia donna. Non gliene fraga niente di essere "in", non lascia che a decidere per lui sia una società che si basa solo sul consumo e sull'accumulo del capital. Questa è la cosa nella quale mi piacerebbe più somigliargli. Me se Salvo montalbano riesce a vivere a 1.500 km di distanza dalla fidanzata Livia, Zingaretti ammette che non saprebbe fare altrentanto: Io sono un tipo che gli affetti li vuole vicino. Ma questo di Montalbano non è un aspetto negativo: Montalbano ha un grande amore e rispetto per Livia, che accetta una non-convivenza proposta senza sotterfuggi, forse perchè anche lei vi ha trovato i suoi vantaggi. Ci sono tanti modi di dtare insieme, Salvi e Livia hanno trovato il loro. Con Andrea Camilleri, del quale è stato allievo all'Accademia d'Arte Drammatica, si vedono raramente: occasioni ufficiali, rare visite sul set e le foto di questo servizio. Ci seguiamo e stiamiamo a distanza, dice l'attore. Quest'anno poi sul set non si è visto: sarebbe stato per noi un grande piacere e onore, ma lui temeva di imbarazzarci con la sua presenza. Però ci è sempre stato vicino con il suo appoggio. Lettore appasionato dello scrittore siciliano, Zingareti apprezza anche i romanzi dedicati a Vigàta antica: A me Camilleri piace tutto, anche se adesso va di moda attaccarlo. In Italia è così, di solito aspettano che uno vada un pò giù, ma siccome Camilleri continua ad andare su si sono detti: vabbè, ci siamo rotti di aspettare, cominciamo ad attaccare Camilleri ha dichiarato più di una volta che vorrebbe eliminare il suo commissario, ma Zingaretti si rifiuta di immaginarne la fine. Montalbano è ancora giovane perciò eliminarlo significa farlo morire di una morte cruenta. Ed essendo un personaggio a cui sono affezionato mi farebbe davvero dispiacere. Spero che Andrea si riposi, lo lasci da parte per un pò e che fra un paio di anni gli venga voglia di tornare a vedere come sta il nostro amico Salvo .

A casa dello scritore

Andiamo a chiedere direttamente a Camilleri. Ci riceve a casa sua, al quartiere romano di Prati, in uno studiolo bianco, una libreria zeppa di edizioni straniere dei suoi libri e un computer portatile. In un angolo un pupo siciiano di almeno un metro spalanca gli occhi curioso. E' Gano di Magonza, dice Camilleri strascinando l'accendo agrigentino, il traditore per eccellenza. Sul tavolo c'e' il computer con cui ha scritto negli ultimi due anni e, accanto, un centinaio di ordinatissimi fogli stampati. Colpo di scena: Il prossimo Montalbano è questo romanzo che sto finendo di scrivere e che uscirà per Sellerio a fine giugno. Cosa può anticiparci? Sarà un romanzo piuttosto svelto, più giallo degli altri, meno divagante: io l'avrei voluto intitolare "Un'inchiesta di montalbano" a significare l'apertura di una parentesi all'interno di una storia. Quindi non sarà l'ultimo. Diciamo che è una cosa che capita nel corso della carriera a Montalbano subito dopo "La gita a Tindari". I suoi problemi rimangono in sospeso, semmai cominciano a diventare tanto piu' pesante da esigere sicuramente una soluzione in una prosima storia. Che sarà il suo romanzo conclusivo. Ha già l'idea per quest'ultima storia? Sarebbe azzardato dirla, è chiaro che non si interromperà il rapporto con Livia, quale che sia la forma che prenderà, e che non ho nessuna volontà di farlo morire nè sparato nè annegato, ma di farlo andare in pensione come qualsiasi funzionario di pubblica sicurezza. E poi, ammicca, ha sempre la sua passione per la lettura ... Prima del nuovo Montalbano, in effetti sarebbe dovuto "Il re di Girgenti", un libro di quasi 500 pagine al quale Camilleri halavorato per cinque anni, durante la stesura di altri romanzi, svariati articoli, cinquanta racconti e qualche copione teatrale. L'avevo già consegnato alla Sellerio, ma mia moglie Rosetta, che è sempre la mia prima letrice, mi ha consigliato di riscrivere le ultime 100 pagine. E sicome non si tratta propriamente di un libro da spiaggia (è scritto imitando la parlata dei contadini siciliani d'inizio '700), Camilleri ha deciso di farlo uscire all'inizoi di ottobre. E' forse il romanzo a cui tiene di più, nato da sei righe dedicate in un libro da un storico a Michele zosimo, un contadino incoronato re nella cattedrale di Agrigento nel 1718, fra la fuga dei Savoia e il ritorno degli spagnoli. Un fatto curioso che non conosce nessuno, dice divertito Camilleri, tanto più curioso perchè il regno di questo re-contadino durò solo sei giorni. Per raccogliere qualche notizia in più lo scrittore ha scovato il nome dello storico sull'elenco telefonico e ha composto il numero. La telefonata, che Camilleri racconta con la sua consueta ipnotica abilità, sembra un tipico dialogo tra Montalbano e l'agente Catarella: mi risponde una vecchietta. Dico: io vorrei parlare con l'autore del libro XY. Me' figlio è. Signora se c'è me lo può passare? Nonsi, non c'è lo posso passare, perchè lui non so dov'è. Ma dove ha casa?. Ha la casa a Palermo ma lui firria Medico è, di chisti senza frontiere. Ma attualmente dov'è, signora? Attualmente è a Sciacca. Ah, vabbè, mi dia il numero di telefono. Nonsi. Non ha telefono, si sta facendo costruire la casa. Signora, allora non riuscirò mai a mettermi in contatto con sò figlio. Nonsi signore. Lui è un figlio adorabile, mi telefona il martedì r il venerdì. Oggi che jorno è? Giovedì. Allora domani telefona, se mi lascia il suo numero. E sabato mattina questo signore mi ha telefonato. Sogghigna divertito Camilleri, fra le volute di fumo di un'eterna sigaretta. E rimane sempre sereno, anche quando gli ricordo gli attacchi dei critici, dei Raboni e dei Guglielmi che proclamano tutte le settimane la morte del romanzo e lo accusano di vendere troppo: Sono i necrofoni del romanzo, si augurano di poterlo seppellire, non si sà perchè. Forse perchè uno è poeta e l'altro critico, mentre i romanzieri se ne guardano bene dal dire che il romanzo è morto , perhcè non è così. E' un vizio antico presumere che un libro di successo sia di basso livello perchè la letteratura è elitaria. Ma è un errore: il romanzo è un'altra cosa, è un modo di raccontare qualche cosa che può essere percepito s diversi livelli, alti e bassi. E prima di salutarci ci legge in anticipo l'incipit del nuovo montalbano, che inizia, come tutti gli altri, all'alba: "La persiana della finestra spalancata sbattì tanto forte contro il muro che parse una pistolettata".

di Alberto Anile (Sorrisi & Canzoni Giugno 2001)






Last modified Wednesday, July, 13, 2011