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Rassegna stampa - Giugno 2002

Quei poliziotti primi al cinema e nella realtà

La polizia, il cinema e oggi anche la tv: un amore sempre più forte. Ora ne parla addirittura un libro, «Personaggi della fantasia protagonisti nella realtà - La polizia nel cinema italiano», 95 pagine ricche di decine di foto di scena di film, con un'analisi del critico Fernaldo Di Gianmatteo, un'intervista a Sordi e testimonianze, tra gli altri, di Monicelli, Manfredi, Amendola e Bova. Il volume è stato presentato l’altra sera sulla terrazza dell'Associazione Civita a Piazza Venezia, alla presenza di un folto gruppo di attori, registi, produttori e autorità. A fare gli onori di casa è stato il capo della polizia, Gianni De Gennaro, che ha premiato Alberto Sordi e ha salutato in Michele Placido, Luca Zingaretti, Ricky Memphis, Claudia Koll, Edwige Fenech, Caterina Vertova «tutti gli attori e le attrici che hanno interpretato poliziotti e commissari con umanità e autenticità, contribuendo ad avvicinare e a fare amare la Polizia alla gente: i personaggi di questo libro - ha detto De Gennaro - sono gli uomini e le donne della Polizia, e cioè gente comune, poliziotti della porta accanto che lavorano per essere utili al vicino e all'amico». Ed eccoli i poliziotti per fiction: Zingaretti, per esempio, e cioè il commissario Montalbano di RaiUno, ha parlato del suo film poliziesco preferito, «Un maledetto imbroglio» di Pietro Germi, affermando poi che «la Polizia è cambiata assieme alla società di cui fa parte». Michele Placido, invece, ha rievocato il celebre commissario Cattani della «Piovra», definendolo «il primo poliziotto a stabilire un rapporto di fiducia con il pubblico». Placido, che nel ’66 , per un anno, ha fatto davvero l’agente a Roma, ringrazia la Polizia «perché mi ha fatto studiare le lingue permettendomi un’esperienza importante». Numerosi anche gli autori e i produttori intervenuti (Lombardo, Lucisano, Valsecchi, Carlo Degli Esposti e Adriano Ariè). Claudio Bonivento (produttore della «Scorta» e regista di «Scomparsi» e «L'attentatuni») ha annunciato che sta per dirigere «I ragazzi della Magliana»; Enrico Vanzina ha ricordato la figura di suo padre Steno (creatore con Monicelli del brigadiere Bottoni interpretato da Fabrizi in «Guardie e ladri» a fianco di Totò), definendolo il progenitore, all'inizio degli anni '70, con «La polizia ringrazia», di un fortunato filone che ha ridato vita in Italia al film di genere. Ma tra tante fiction fatte, altre se ne preparano. A cominciare da «La Omicidi», di cui ha parlato Edwige Fenech, ieri attrice oggi produttrice di successo: «È una serie in tre puntate per RaiUno, diretta da Sandro Petraglia, l'autore della ”Piovra”, che cominceremo a girare in primavera e sarà pronta forse per l'autunno 2003. Quanto alla ”Banda della Magliana”, - ha proseguito la Fenech - è ispirata al libro ”Ragazzi di malavita” di Giovanni Bianconi, sarà in due puntate e andrà in onda su RaiDue». Il produttore Carlo Degli Esposti ha parlato poi dei «Delitti di via Medina Sidonia” e della «Strana vita di mister Laurent” di Piazzese, per RaiUno. E Montalbano? «Niente paura, è in progetto anche la quarta serie, dai racconti di Camilleri, e sempre per RaiUno». Al regista Carlo Lizzani lavora a «Operazione Appia Antica» per il grande schermo. «Mi piace - ha detto Lizzani - anche l'idea di Banfi, che vorrebbe girare la storia di don Morosini». Il regista ha anche fatto notare come «oggi il poliziotto grazie alla tv sia diventato un eroe quotidiano»; e che «fino agli anni Cinquanta-Sessanta la sua figura è stata trattata principalmente in commedie e film comici. Dopo, c'è stata un'esplosione di casi limite, come il caso Cavallero o la banda Cairoli». E i carabinieri? Perché non ricordare anche il ruolo dell’Arma? Ma qui basta un solo nome, quello del commissario Rocca Gigi Proietti, simpatico dei simpatici. La Rai ha approvato altre due serie. Il pubblico può dormire sonni tranquilli.

Fabrizio Corallo - Il Mattino, 8.6.2002


Il primo fu Sheridan Ma è un boom anche in tv

Ma la televisione non è stata a guardare. Era appena nata, e in bianco e nero, che già soffiava la vita in uno dei poliziotti più famosi di tutti i tempi, fratello in tono minore del Marlowe di Chandler, e sbatteva sul video l’ispettore Sheridan di Ubaldo Lay. Dopo il trench color ghiaccio e l’infallibile acume di Sheridan, di poliziotti ne passano tanti sul piccolo schermo, ma per un altro eroe bisogna aspettare una ventina d’anni. Occorre aspettare il commissario Cattani di Michele Placido, eroe della Piovra, una delle più fortunate serie della Rai, famosa dalla Russia al Giappone. Nel ’97 poi il giallo si tinge di commedia e la Rai propone un’eroina di poliziotta (Claudia Koll), suo padre, maresciallo in pensione ma per nulla rimbambito e anzi furbo come una volpe (Nino Manfredi) e il fascinoso vice questore Pierre Torreggiani (Michael Reale). Si tratta di Linda e il brigadiere, una manciata di puntate spacca-auditel. Quasi contemporaneamente arriva in tv Io e lei, amori, disamori e delitti da risolvere con Vittoria Belvedere e Enrico Mutti. Ma l’operazione produttiva più raffinata, la si deve a due produttori d’assalto. Si tratta di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt che, insieme con una squadra di sceneggiatori, mettono su Distretto di polizia. Una formula azzeccata, cucinata con sentimenti, mistero, sociale, girata con ritmi cinematografici. Non solo, sempre gli stessi produttori sfornano una sfilza di tv mozzafiato uno dei quali mette a fuoco la storia dei due agenti che misero le manette ai banditi della Uno Bianca. Non ha avuto il successo sperato, la serie Scomparsi, con Claudio Amendola e con la regia di Claudio Bonivento. Mentre, dello stesso regista, ha riscosso consensi di pubblico e di critica L’Attentantatuni, sull’omicidio di Giovanni Falcone. E la recentissima serie, Il commissario, con Massimo Dapporto, ha ottenuto risultati più che dignitosi. Ma il poliziotto superstar è stato eletto a furor di popolo Salvo Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti e nato dalla penna di Andrea Camilleri. Perchè Montalbano è un detective imbattibile, ma è soprattutto un galantuomo. Un uomo onesto innamorato dell’amore, della pasta con le sarde, della sua terra che, come dice lui, «sa di salsedine, di latte di mandorle e di sole».

Mi.U. - Il Messaggero, 7.6.2002






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