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Gli arancini di Montalbano

c1999, 2. ed. 1999
 

La prova generale

9 e. La scelta del libro giusto prima d’andarsi a corcare.

No, non era proprio cosa, l’unica era farsi una doccia e andarsi a corcare con un libro. Sì, ma quale? A eleggere il libro col quale avrebbe passato la notte condividendo il letto e gli ultimi pinsèri era macari capace di perderci un’orata. Per prima cosa, c’era la scelta del genere, il più adatto all’umore della serata. Un saggio storico sui fatti del secolo? Andiamoci piano: con tutti i revisionismi di moda, capitava che t’imbattevi in uno che ti veniva a contare che Hitler era stato in realtà uno pagato dagli ebrei per farli diventare delle vittime compatite in tutto il mondo. Allora ti pigliava il nirbùso e non chiudevi occhio. Un giallo? Sì, ma di quale tipo? Forse era indicato per l’occasione uno di quelli inglesi, preferibilmente scritti da una fìmmina, tutto fatto di intrecciati stati d’animo che però dopo tre pagine ti fanno stuffare. Allungò la mano per pigliarne uno che non aveva ancora letto e in quel momento il telefono sonò.
 
 

18 b. La casa degli anziani coniugi Di Giovanni.

Montalbano appizzò gli occhi su una delle cento fotografie che coprivano le pareti e disse: "Ma quello non è Ruggero Ruggeri nel Piacere dell’onestà di Pirandello?" E da quel momento fu una valanga di nomi e titoli: Sem Benelli e La cena delle beffe, ancora Pirandello e i Sei personaggi in cerca d’autore, Ugo Betti e Corruzione a Palazzo di Giustizia, mescolati a Ruggeri, Ricci, Maltagliati, Cervi, Melnati, Viarisio, Besozzi… La cavalcata durò un’ora e passa, con Montalbano alle fine intronato e i due vecchi attori felici e ringiovaniti.

Piacere dell’onestà (1917) / Pirandello, Luigi (Girgenti, 1867- Roma, 1936)

Sei personaggi in cerca d’autore (1921) / idem

La cena delle beffe (1909) / Benelli, Sem (Prato, 1877 – Zoagli, 1949) *

(notizia reperita da Maddalena Bonaccorso, 10 novembre 2000)

Corruzione a Palazzo di Giustizia (1949) / Betti, Ugo (Camerino, 1892- Roma, 1953)
 
 
 
 

La pòvira Maria Castellino

24 b. Navigatori.

"E poi c’è un posto che si è comprato il norvegese…"

"Quale norvegese?"

"Quello che con una specie di zattera ha…"

"Thor Eyerdahl, il Kon-Tiki."

Kon-tiki : 4000 miglia su una zattera attraverso il pacifico (1948)

Heyerdahl, Thor (1914, Larvik, Norway-)
 
 
 
 

Il gatto e il cardellino

50 b. Valenze cognitive accentuate I

"Signor Questore" disse Montalbano al quale era smorcato lo sbromo, vale a dire la voglia di pigliare per il culo l’interlocutore "tirare fuori un’arma, una pistola, non significa per niente la morte del minacciato, molto spesso la minaccia non ha valenza tragica, ma cognitiva. Almeno così sostiene Roland Barthes."

"E chi è?" spiò il Questore con la bocca spalancata.

"Un eminente criminologo francese" mentì il commissario.

"Montalbano, io me ne fotto di questo criminologo! Quello non solo estrae l’arma, ma spara!"

"Però non le colpisce, le vittime. Può darsi che si tratti di una valenza cognitiva accentuata."

54 b. Valenze cognitive accentuate II

Macari un furibondo Bonetti-Alderighi adoperò la parola "escalation".

"E’ un’escalation, Montalbano! Prima spara a salve, poi ferisce di striscio e quindi uccide! Altro che la valenza cognitiva che sostiene il suo criminologo francese, come si chiama, ah sì, Marthes!"

Barthes, Roland (Cherbourg , 1915 – Parigi, 1980)
 
 

51 a. Mimì e Salvo.

Il commissario non rispose.

"Non sei d’accordo?"

"No. E se è un pazzo… c’è molta logica in quella follia."

Augello, che non aveva letto Amleto o se l’aveva letto se l’era scordato, non rilevò la citazione.

Amleto (ca. 1598-1603) / Shakespeare, William (Stratford-on-Avon, 1564- ivi, 1616)
 

Sostiene Pessoa

67 d. Gallo difende l’anziano padre del mafioso.

"Se lei mi permette" fece Gallo "vorrei aggiungere ancora una cosa. Antonio Firetto teneva quasi sittant’anni, ma aveva l’animo di un picciliddro. Faceva poesie."

"Come?"

"Sissignore, poesie. Non sapeva né leggere né scrivere, ma faceva poesie. Belle, io gliene ho sentito dire qualcuna."

"E che trattava in queste poesie?"

"Mah, la Madonna, la luna, l’erba. Cose accusì."
 
 

71-72 a/c. In attesa di Antonio Firetto

Allora, ma non solo per passare tempo, il commissario principiò a pensare a una lettura fatta qualche giorno prima. Sostiene Pessoa, attraverso le parole che mette in bocca a un suo personaggio, l’investigatore Quaresma, che se uno, passando per una strada, vede un omo caduto sul marciapiede, istintivamente è portato a domandarsi: per quale motivo quest’uomo è caduto qui? Ma, sostiene Pessoa, questo è già un errore di ragionamento e quindi una possibilità di errore di fatto. Quello che passava non ha visto l’uomo cadere lì, l’ha visto già caduto. Non è un fatto che l’omo sia caduto in quel punto. Quello che è un fatto è che egli si trova lì per terra. Può darsi che sia caduto in un altro posto e l’abbiano trasportato sul marciapiede. Può essere tante altre cose, sostiene Pessoa.

[…]

Poi gli tornò a mente un altro esempio che confortava il primo. Sostiene Pessoa, sempre attraverso Quaresma, che se un signore, mentre fuori piove e lui se ne sta in salotto, vede entrare nella camera un visitatore bagnato, inevitabilmente è portato a pensare che il visitatore sia con gli abiti zuppi d’acqua perché è stato sotto la pioggia. Ma questo pensiero non può essere considerato un fatto, dato che il signore non ha visto con i suoi occhi il visitatore in strada sotto la pioggia. Può darsi invece che gli abbiano rovesciato un catino pieno d’acqua dentro casa.

[…]

Sostiene ancora Pessoa che… Non seppe mai cos’altro in quel momento stesse sostenendo Pessoa.

Novelle poliziesche (1953) / Pessoa, Fernando (Lisbona, 1888- ivi, 1935)

(Dentro questo libro c'è l'investigatore Abilio Fernandes Quaresma)

(investigatore riconosciuto da Alessandro Cavallo, 13 ottobre 2000)

Evocato: Sostiene Pereira (1994) / Tabucchi, Antonio (Pisa, 1943-)
 
 
 
 

125 c. Pezzetti di spago assolutamente inutilizzabili

Secondo Luciano De Crescenzo era sua madre a raccogliere in una scatolina anche i "mozzoni' di spago, appunto troppo corti per essere riciclati.

(Maria Dixon in m/l, 31/05/2000)

La vita di Luciano De Crescenzo raccontato da se medesimo (1986) e Sembra ieri

De Crescenzo, Luciano (Napoli, 1928- )
 

Referendum popolare

154 d. Esegesi del Genesi di Carlo Manifò
 
 
 
 

154-155 a. Montalbano ha la Rivelazione.

La Rivelazione (proprio così, quella con la Erre maiuscola), Montalbano l’ebbe verso l’una di notte a casa sua… [...]

Assittato nella poltrona, la Bibbia in mano, Montalbano ci ragionò tanticchia sopra. Non era il caso di leggersela tutta, ci avrebbe messo una simanata. Decise di cominciare dal principio, dal Genesi. D’altra parte Manifò non aveva scritto un libro sull’argomento? Andò a taliàre il capitolo 39: parlava dei figli di Giacobbe e in modo particolare di Giuseppe. Ai punti 18 e 19 si contava della disavventura del pòviro picciotto con la moglie di Putifar. Giuseppe, ch’era "formoso", diceva la Bibbia... […] Altro che numeri!

Bibbia 39.18.19
 

Montalbano si rifiuta

161 c. Idilli.

Quella nottata di fine aprile era proprio proprio come una volta era parsa a Giacomo Leopardi che se la stava a godere: dolce e chiara e senza vento.

La sera del dì di festa. Idilli (1820) / Leopardi, Giacomo (Recanati, 1798- Napoli, 1837)

Dolce e chiara è la notte e senza vento,

e questa sovra i tetti e in mezzo agli orti

posa la luna e di lontan rivela

serena ogni montagna.
 
 
 
 

Amore e Fratellanza

171 b. Bischerate anagrafiche.

Enea Silvio Piccolomini del suo omonimo che quando diventò Papa si fece chiamare Pio II non sapeva manco l’esistenza. Si chimava così perché negli ultimi anni dell’Ottocento c’era stato un addetto all’ufficio anagrafe ch’era un tipo scherzevole: ai trovatelli imponeva nomi come Jacopo Ortis, Aleardo Aleardi e via bellamente coglionando.

Piccolomini, Enea Silvio (Pio II) (Corsignano, 1405- Ancona, 1464).

(precisazioni di Emanuele Salerno, 11 novembre 2000)
 
 

Ultime lettere di Iacopo Ortis MDCCXCVIII, anno VII /

Foscolo, Ugo (Zante, 1778- Turnham Green, 1827).

Aleardi, Aleardo (Verona, 1812- 1878)
 
 
 
 

173 c. Il cane di Enea Silvio Piccolomini.

Chiamo Rirì che non si cataminò. Allora pigliò la ciotola e la portò in càmmara di letto, posandola davanti all’armalo. Ma Rirì manco stavolta s’addunò del cibo. Stava immobile, gli occhi fissi sul suo padrone: pareva un cane di terracotta.

Il cane di terracotta / Camilleri, Andrea (Porto Empedocle, 1925-)

Il cane di terracotta / Marchesi, Gualtiero (Catania, 1878 - Roma, 1957)
 
 

176 e. Il picciotto delle bombole del gas.

Fermò, scinnì, trasì. Seduto su una seggia di paglia c’era un picciotto che leggeva "La Gazzetta dello Sport".
 
 

180 a. Aveva messo da parte sei milioni e trecentomila lire. Non fumava, non beveva, non frequentava le tre buttane storiche di Vigàta, non era né omosessuale né pedofilo. Un pòviro disgraziato solamente. Non si uccidono i poveri diavoli fece tra sé e sé il commissario citando un titolo di Simenon.

Non si uccidono i poveri diavoli (1947) / Simenon, Georges (Liège, 1903- Lausanne, 1989)

Produzione TV italiana: Non si uccidono così i poveri diavoli (1966)

con Gino Cervi, Franco Volpi, Oreste Lionello, Loretta Goggi.
 
 

181 a. Autocoscienza sicula.

Poi il vento del mare aperto lo costrinse ad andare in cabina. Si era portato appresso La corda pazza di Sciascia che rileggeva spesso, forse per capirci qualcosa di più di sé stesso. A un tratto, mentre leggeva. Scoprì quello che l’aveva squietato il giorno avanti.

La corda pazza. Scrittori e cose della Sicilia (1970) /

Sciascia, Leonardo (Racalmuto, 1921- Palermo, 1989)
 
 
 
 

Come fece Alice

233 a. Relax.

Arrivato a casa, s’assittò sulla verandina che dava direttamente sulla spiaggia, leggì prima il giornale e doppo qualche pagina di un libro che gli piaceva assà, i Racconti di Pietroburgo di Gogol’.

Racconti di Pietroburgo (1836) / Gogol’, Nikolaj Vasil’evic (Sorocincy, 1809- ivi, 1852)
 
 

235 a. Attraverso lo specchio.

"[…] Si fa così: si rapre la porta d’ingresso e la si talìa riflessa nello specchio".

" Ma tu sei nisciuto pazzo?"

"Oppure si fa come Alice: s’immagina che il vetro sia una specie di garza."

"Seriamente, Salvo, ti senti bene? Chi è questa Alice?"

"Tu hai mai letto Carroll?"

"E chi è?"

Attraverso lo specchio (1871) /

Carroll, Lewis (Charles Lutwidge Dodgson) (Rugby, 1832- ?, 1898),
 
 
 
 

La revisione

250-251 b. Il giudice Leonardo Attard.

"Guardi, ci sono delle righe di Montaigne che espongono macroscopicamente la questione. Da questo stesso foglio sul quale ha formulato la sentenza per la condanna di un adultero scrive Montaigne quello stesso giudice ne strappa un pezzetto per scrivere un bigliettino amoroso alla moglie di un collega. E’ un esempio macroscopico, ripeto, ma contiene tanta parte di verità. Mi spiego meglio. In quali condizioni ero io, come uomo intendo, nel momento nel quale ho pronunziato una pesante sentenza?"

Probabilmente: Essais (1580-1592) / Montaigne Michel Eyquem : de (1533- 1592)

(Cfr. La sentenza memorabile di Leonardo Sciascia)
 
 
 
 

La traduzione manzoniana

292 a. Da Lecco a Vigàta.

"E che voleva significare?"

"E’ la traduzione in siciliano di una frase che trovi nei Promessi Sposi. L’hai mai letto?"

"L’ho studiato a scuola e m’è bastato" fece Mimì taliandolo ammammaloccuto. "E quale sarebbe questa frase?"

"Questo matrimonio non s’ha da fare."

I promessi sposi (tra il 1840 e il 1842) / Manzoni, Alessandro (Milano, 1785- ivi, 1873)
 
 
 
 

Gli arancini di Montalbano.

329 a. Mimì a Salvo (a proposito della notte di capodanno).

"La virità vera è che a tia piace mangiare solo".

Mimì aveva ragione. Una volta, ricordò, aveva letto un racconto, di un italiano certamente, ma il nome dell’autore non lo ricordava, dove si contava di un paìsi nel quale era considerato atto contro il comune senso del pudore il mangiare in pubblico. Fare invece quella cosa in prisenza di tutti, no, era un atto normalissimo, consentito.

In fondo in fondo si era venuto a trovare d’accordo.
 

Racconto non identificato.

Legenda [1]

Legenda [2]



Last modified Saturday, July, 16, 2011