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e. Altre letture…
 

La forma dell’acqua

28 e. Pino Catalano, geometra munnizzaro.

Magari a Pino quella notte non ci potè sonno. Testa speculativa, gli piaceva il teatro e da attore aveva recitato nelle volonterose, ma sempre più rare, filodrammatiche di Vigàta e dintorni. Di teatro leggeva: appena lo scarso guadagno glielo permetteva, correva nell’unica libreria di Montelusa ad accattarsi commedie e drammi.

30 e. La lettura dei giornali.

La lettura dei due quotidiani siciliani, uno che si stampava a Palermo e l’altro a Catania, venne a Montalbano interrotta, verso le dieci del mattino, da una telefonata del Questore che gli arrivò in ufficio.

37 e. L’amabile dottor Pasquano al telefono con Montalbano.

"E con ciò? Che cavolo vuole significare? Che gli hanno avvelenato la pastiglia di diuretico? Crede di essere ancora ai tempi dei Borgia? O si è messo a leggere libri gialli di scarto? Se fosse stato avvelenato me ne sarei accorto, no?"

102 e. Biblioteca di Villa Luparello.

"L’aspettavano, signor commissario".

Lo guidò per un lungo corridoio, gli aprì una porta, gli fece cenno d’entrare. Montalbano si trovò in una grande biblioteca, i libri a migliaia erano ben tenuti, allineati in enormi scaffali.
 

Il cane di terracotta

146-147 e. In cerca di un nuovo libro alla cartolibreria Sarcuto.

"C’è un nuovo libro su Falcone e Borsellino!" gli annunziò la signora Sarcuto appena lo vide tràsiri.

Non aveva ancora capito che Montalbano detestava leggere libri che parlavano di mafia, di assassinii e vittime della mafia. Non riusciva a capire perché, non si capacitava, ma non li accattava, non leggeva manco i risvolti di copertina.

147 e. Anche Montalbano "marchia" i suoi libri.

In ufficio Catarella gli disse che non c’erano novità.

Montalbano aveva la fissazione di mettere subito la firma su ogni libro che comprava.

Fece per pigliare una delle biro che teneva sulla scrivania…

154 e. Rivista ambientalista.

Spento il televisore, andò ad assittarsi sulla panchina della veranda, dopo avere acceso la luce sterna, con una rivista alla quale era abbonato. Stampata bene, con articoli interessanti, era redatta da un gruppo di giovani ambientalisti della provincia.

162 e. Nel "villino horror" di Alcide Maraventano.

Cerimoniosamente l’invito ad entrare, lo guidò in un salone immenso, letteralmente stipato di libri non solo nelle scaffalature, ma per terra a formare pile che a momenti toccavano l’alto soffitto e che si regegvano in un equilibrio impossibile. Dalle finestre non trasìva luce, i libri ammassati sulle balaustre coprivano interamente i vetri. […] Il vecchio parrino sbarazzò la poltrona dai libri, vi fece accomodare Montalbano.

235 e. Tesi di laurea di Lillo Rizzitano.

"Calogero Rizzitano si è laureato con centodieci il tredici novembre del 1942. Pigliati una penna il titolo è lungo".

Relatore prof. Aurelio Cotroneo.

240 e. Il geometra Tumminello, impiegato comunale.

…si vide comparire davanti il commissario Montalbano, il quale non pareva avere un’ariata calma. Per Montalbano difatti era stata una notte agitata, non era riuscito a pigliare sonno e l’aveva passata a leggere Faulkner. Il geometra […] aggiarnò, le mani gli pigliarono a tremare. Montalbano notò la reazione dell’altro alla sua comparsa e gli venne malo pinsèro: sbirro era malgrado le buone letture.
 

Il ladro di merendine

51 e. Raggia, raggia...

Montalbano santiò, si susì, buttò un libro contro il muro.

84 e. Tragediata con il commendatore Baldassarre Marzachì, direttore dell’ufficio postale di Vigàta.

"Perché mi vuole rovinare?".

"Perché ti ritengo responsabile".

"E di che, Dio santo?".

"Del peggio. […] …dei libri che mi dovrebbero giungere e non giungeranno mai…".
 

La voce del violino

93 e. Montalbano fa anticamera dal Questore Luca Bonetti-Alderighi.

Sul tavolino dello squallido salottino c’erano un settimanale, Famiglia cristiana, e un quotidiano, L’Osservatore Romano, segno evidente della presenza in Questura del dottor Lattes.

Pigliò in mano la rivista, principiò a leggere un articolo della Tamaro.

"Commissario! Commissario!" Una mano lo scuoteva per una spalla […]

Gesù! Si era addormentato profondamente.

148 e. Gli agenti vigilano.

Gallo era dintra la macchina che leggeva La Gazzetta dello Sport.

196 e. Montalbano a Guido Serravalle (segue):

"…devo abbandonare i fatti concreti e inoltrarmi nella mente di un uomo, in quello che pensa. Un romanziere avrebbe la strada facilitata, ma io sono semplicemente un lettore di quelli che credo buoni libri. Mi perdoni la divagazione".
 

La gita a Tindari

180 e. Livia al telefono con Salvo.

"Ho comprato Il Giornale di Sicilia. L’hai letto?".

"No. Che c’è scritto?".

261 e. Mimì e Salvo, dopo il sopralluogo nell’ex stalla ormai ex "centrale operativa"

"Certo che ne hai di fantasia" commentò Mimì che aveva ripensato alla ricostruzione del commissario. "Quando vai in pensione puoi metterti a scrivere romanzi".

"Scriverei certamente dei gialli. E non ne vale la pena".

"Perché dici accussì?".

"I romanzi gialli, da una certa critica e da certi cattedratici, o aspiranti tali, sono considerati un genere minore, tant’è vero che nelle storie serie della letteratura manco compaiono".

"E a te che te ne fotte? Vuoi trasìre nella storia della letteratura con Dante e Manzoni?".

"Me ne affrunterei".

"Allora scrivili e basta".
 

Un mese con Montalbano

83 e. Il preside Burgio a Montalbano.

"...ha scoperto alcuni numeri del "Popolo d’Italia", il giornale del partito fascista…"

(Un diario del ’43)

103 e. Montalbano sul Palermo-Messina, andando a Roma.

Inoltre a Montalbano, in treno, non gli era mai arrinisciuto di toccare sonno […]

Per passare le ore, metteva in atto un suo rituale ch’era possibile praticamente a patto d’essere completamente solo. Consisteva essenzialmente nel coricarsi, spegnere la luce, riaccenderla dopo manco mezz’ora, fumare mezza sigaretta, leggere una pagina del libro che si era portato appresso, spegnere la sigaretta, spegnere la luce e cinque minuti dopo ripetere tutta l’operazione fino all’arrivo.

104 e. Ebbe appena il tempo di sistemare la valigia e riaprire il libro giallo che aveva scelto soprattutto per lo spessore… [...] Chiuse la porta e continuò a leggere. La storia contata nel romanzo giallo lo pigliò talmente che, quando gli venne di taliàre il ralogio, scoprì che mancava poco all’arrivo a Messina. […] Quando il treno entrò in stazione, chiuse il libro e astutò la luce.

(Il compagno di viaggio)

122 e. Montalbano a Trieste.

Percorsa la banchina affollata, trasì nell’atrio, si fermò ad accattare "Il Piccolo". […] Al giornale aggiunse due romanzi gialli scelti a caso…

(Miracoli di Trieste)

153 e. Salvo in costume da bagno sulla verandina, il 3 maggio d’un anno imprecisato.

Tempo addietro era stato un fedele lettore di Linus e questo gli aveva dato un certo gusto per i fumetti d’epoca, da mandrake all’Agente segreto X-9, da Gordon Flash a Jim nella giungla. Un mese avanti, ch’era andato a trovare Livia a Boccadasse, Genova, aveva scoperto su una bancarella un semestre del Corriere dei piccoli del 1936, ben rilegato.

Se l’era accattato, ma non aveva mai avuto il tempo di leggerlo.

Ora era arrivato il momento. Non era vero.

(L’avvertimento)

181 e. Ogni domenica il commissario usava accattare un giornale economico che provvedeva immediatamente a gettare nella munnizza, dato che di quelle cose non ci capiva niente. Conservava invece il supplemento culturale che era fatto bene e che aveva l’abitudine di leggere la sira a letto prima di dòrmiri.

(Quello che contò Aulo Gellio)

Il Sole - 24 Ore

265 e. Strani marinai.

Il quinto fece irruzione nella cartolibreria, razziò una decina di romanzi gialli che principiò immediatamente a leggere assittato a un tavolino del caffè Castiglione…

(I due filosofi e il tempo)

334 e. Alle sette del matino si fece portare un espresso doppio e il "Giornale di Sicilia".

(Lo scippatore)
 

Gli arancini di Montalbano

9 e. La scelta del libro giusto prima d’andarsi a corcare.

No, non era proprio cosa, l’unica era farsi una doccia e andarsi a corcare con un libro. Sì, ma quale? A eleggere il libro col quale avrebbe passato la notte condividendo il letto e gli ultimi pinsèri era macari capace di perderci un’orata. Per prima cosa, c’era la scelta del genere, il più adatto all’umore della serata. Un saggio storico sui fatti del secolo? Andiamoci piano: con tutti i revisionismi di moda, capitava che t’imbattevi in uno che ti veniva a contare che Hitler era stato in realtà uno pagato dagli ebrei per farli diventare delle vittime compatite in tutto il mondo. Allora ti pigliava il nirbùso e non chiudevi occhio. Un giallo? Sì, ma di quale tipo? Forse era indicato per l’occasione uno di quelli inglesi, preferibilmente scritti da una fìmmina, tutto fatto di intrecciati stati d’animo che però dopo tre pagine ti fanno stuffare. Allungò la mano per pigliarne uno che non aveva ancora letto e in quel momento il telefono sonò.

(La prova generale)

176 e. Il picciotto delle bombole del gas.

Fermò, scinnì, trasì. Seduto su una seggia di paglia c’era un picciotto che leggeva "La Gazzetta dello Sport".

(Amore e Fratellanza)
 

Montalbano & abitudini di lettura, gialli, biblioteche, fantasie...

(attenzione: per avere l’elenco completo bisogna aggiungere anche tutti i riferimenti espliciti)

FA, 37 e. L’amabile dottor Pasquano al telefono con Montalbano.

"E con ciò? Che cavolo vuole significare? Che gli hanno avvelenato la pastiglia di diuretico? Crede di essere ancora ai tempi dei Borgia? O si è messo a leggere libri gialli di scarto? Se fosse stato avvelenato me ne sarei accorto, no?"

FA, 102 e. Biblioteca di Villa Luparello.

"L’aspettavano, signor commissario".

Lo guidò per un lungo corridoio, gli aprì una porta, gli fece cenno d’entrare. Montalbano si trovò in una grande biblioteca, i libri a migliaia erano ben tenuti, allineati in enormi scaffali.

CT, 146-147 e. In cerca di un nuovo libro alla cartolibreria Sarcuto.

"C’è un nuovo libro su Falcone e Borsellino!" gli annunziò la signora Sarcuto appena lo vide tràsiri.

Non aveva ancora capito che Montalbano detestava leggere libri che parlavano di mafia, di assassinii e vittime della mafia. Non riusciva a capire perché, non si capacitava, ma non li accattava, non leggeva manco i risvolti di copertina.

CT, 147 e. Anche Montalbano "marchia" i suoi libri.

In ufficio Catarella gli disse che non c’erano novità.

Montalbano aveva la fissazione di mettere subito la firma su ogni libro che comprava.

Fece per pigliare una delle biro che teneva sulla scrivania…

CT, 162 e. Nel "villino horror" di Alcide Maraventano.

Cerimoniosamente l’invito ad entrare, lo guidò in un salone immenso, letteralmente stipato di libri non solo nelle scaffalature, ma per terra a formare pile che a momenti toccavano l’alto soffitto e che si regegvano in un equilibrio impossibile. Dalle finestre non trasìva luce, i libri ammassati sulle balaustre coprivano interamente i vetri. […] Il vecchio parrino sbarazzò la poltrona dai libri, vi fece accomodare Montalbano.

LM, 51 e. Raggia, raggia...

Montalbano santiò, si susì, buttò un libro contro il muro.

LM, 84 e. Tragediata con il commendatore Baldassarre Marzachì, direttore dell’ufficio postale di Vigàta.

"Perché mi vuole rovinare?".

"Perché ti ritengo responsabile".

"E di che, Dio santo?".

"Del peggio. […] …dei libri che mi dovrebbero giungere e non giungeranno mai…".

VV, 196 e. Montalbano a Guido Serravalle (segue):

"…devo abbandonare i fatti concreti e inoltrarmi nella mente di un uomo, in quello che pensa. Un romanziere avrebbe la strada facilitata, ma io sono semplicemente un lettore di quelli che credo buoni libri. Mi perdoni la divagazione".

GT, 261 e. Mimì e Salvo, dopo il sopralluogo nell’ex stalla ormai ex "centrale operativa"

"Certo che ne hai di fantasia" commentò Mimì che aveva ripensato alla ricostruzione del commissario. "Quando vai in pensione puoi metterti a scrivere romanzi".

"Scriverei certamente dei gialli. E non ne vale la pena".

"Perché dici accussì?".

"I romanzi gialli, da una certa critica e da certi cattedratici, o aspiranti tali, sono considerati un genere minore, tant’è vero che nelle storie serie della letteratura manco compaiono".

"E a te che te ne fotte? Vuoi trasìre nella storia della letteratura con Dante e Manzoni?".

"Me ne affrunterei".

"Allora scrivili e basta".

MM, 103-104 e. Montalbano sul Palermo-Messina, andando a Roma.

Inoltre a Montalbano, in treno, non gli era mai arrinisciuto di toccare sonno […]

Per passare le ore, metteva in atto un suo rituale ch’era possibile praticamente a patto d’essere completamente solo. Consisteva essenzialmente nel coricarsi, spegnere la luce, riaccenderla dopo manco mezz’ora, fumare mezza sigaretta, leggere una pagina del libro che si era portato appresso, spegnere la sigaretta, spegnere la luce e cinque minuti dopo ripetere tutta l’operazione fino all’arrivo. [...]

Ebbe appena il tempo di sistemare la valigia e riaprire il libro giallo che aveva scelto soprattutto per lo spessore… [...] Chiuse la porta e continuò a leggere. La storia contata nel romanzo giallo lo pigliò talmente che, quando gli venne di taliàre il ralogio, scoprì che mancava poco all’arrivo a Messina. […] Quando il treno entrò in stazione, chiuse il libro e astutò la luce.

(Il compagno di viaggio)

MM, 122 e. Montalbano a Trieste.

Percorsa la banchina affollata, trasì nell’atrio, si fermò ad accattare "Il Piccolo". […] Al giornale aggiunse due romanzi gialli scelti a caso…

(Miracoli di Trieste)

AM, 9 e. La scelta del libro giusto prima d’andarsi a corcare.

No, non era proprio cosa, l’unica era farsi una doccia e andarsi a corcare con un libro. Sì, ma quale? A eleggere il libro col quale avrebbe passato la notte condividendo il letto e gli ultimi pinsèri era macari capace di perderci un’orata. Per prima cosa, c’era la scelta del genere, il più adatto all’umore della serata. Un saggio storico sui fatti del secolo? Andiamoci piano: con tutti i revisionismi di moda, capitava che t’imbattevi in uno che ti veniva a contare che Hitler era stato in realtà uno pagato dagli ebrei per farli diventare delle vittime compatite in tutto il mondo. Allora ti pigliava il nirbùso e non chiudevi occhio. Un giallo? Sì, ma di quale tipo? Forse era indicato per l’occasione uno di quelli inglesi, preferibilmente scritti da una fìmmina, tutto fatto di intrecciati stati d’animo che però dopo tre pagine ti fanno stuffare. Allungò la mano per pigliarne uno che non aveva ancora letto e in quel momento il telefono sonò.

(La prova generale)
 

Giornali & Riviste

FA, 30 e. La lettura dei giornali.

La lettura dei due quotidiani siciliani, uno che si stampava a Palermo e l’altro a Catania, venne a Montalbano interrotta, verso le dieci del mattino, da una telefonata del Questore che gli arrivò in ufficio.

CT 154 e. Rivista ambientalista.

Spento il televisore, andò ad assittarsi sulla panchina della veranda, dopo avere acceso la luce sterna, con una rivista alla quale era abbonato. Stampata bene, con articoli interessanti, era redatta da un gruppo di giovani ambientalisti della provincia.

VV, 93 e. Montalbano fa anticamera dal Questore Luca Bonetti-Alderighi.

Sul tavolino dello squallido salottino c’erano un settimanale, Famiglia cristiana, e un quotidiano, L’Osservatore Romano, segno evidente della presenza in Questura del dottor Lattes.

Pigliò in mano la rivista, principiò a leggere un articolo della Tamaro.

"Commissario! Commissario!" Una mano lo scuoteva per una spalla […]

Gesù! Si era addormentato profondamente.

VV, 148 e. Gli agenti vigilano.

Gallo era dintra la macchina che leggeva La Gazzetta dello Sport.

GT, 180 e. Livia al telefono con Salvo.

"Ho comprato Il Giornale di Sicilia. L’hai letto?".

"No. Che c’è scritto?".

MM, 83 e. Il preside Burgio a Montalbano.

"...ha scoperto alcuni numeri del "Popolo d’Italia", il giornale del partito fascista…"

(Un diario del ’43)

MM, 153 e. Salvo in costume da bagno sulla verandina, il 3 maggio d’un anno imprecisato.

Tempo addietro era stato un fedele lettore di Linus e questo gli aveva dato un certo gusto per i fumetti d’epoca, da mandrake all’Agente segreto X-9, da Gordon Flash a Jim nella giungla. Un mese avanti, ch’era andato a trovare Livia a Boccadasse, Genova, aveva scoperto su una bancarella un semestre del Corriere dei piccoli del 1936, ben rilegato.

Se l’era accattato, ma non aveva mai avuto il tempo di leggerlo.

Ora era arrivato il momento. Non era vero.

(L’avvertimento)

MM, 181 e. Ogni domenica il commissario usava accattare un giornale economico che provvedeva immediatamente a gettare nella munnizza, dato che di quelle cose non ci capiva niente. Conservava invece il supplemento culturale che era fatto bene e che aveva l’abitudine di leggere la sira a letto prima di dòrmiri.

(Quello che contò Aulo Gellio)

[Il Sole - 24 Ore]

MM, 334 e. Alle sette del matino si fece portare un espresso doppio e il "Giornale di Sicilia".

(Lo scippatore)

AM, 176 e. Il picciotto delle bombole del gas.

Fermò, scinnì, trasì. Seduto su una seggia di paglia c’era un picciotto che leggeva "La Gazzetta dello Sport".

(Amore e Fratellanza)



La pazienza del ragno

44 Io leggo molti romanzi gialli, sono u' appassionata, ma lei commissario, e' molto meglio di Maigret, di Poirot, di ... Un caffe?

15 Come faciva la poesia? "Il pover'uomo, che non se n'era accorto, andava combattendo ed era morto.

Legenda [1]

Legenda [2]



Last modified Saturday, July, 16, 2011