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La paura di Montalbano

c2002, 1. ed. 2002
 

pag 10
Un giorno dopo l'altro (Carlo Lucarelli)

pag 11
..aprile è il mese più crudele dei mesi ... (era marzo) The Waste Land "La terra desolata" (Eliot,Thomas S. )

pag 23
... pagine scipite e splapite di un romanzo osannato dai recensori come una delle cime piu' alte toccate dalla letteratura mondiale negli ultimi 50 anni.

pag 64
Ferito a morte (Raffaele La Capria)
Raffaele La Capria, lo possiamo dire, è senz’altro uno dei maggiori scrittori italiani viventi. Ha pubblicato quasi venti libri, ma in fondo, come lui stesso ama dire, non sono che altrettanti capitoli di un suo unico, ideale "grande libro", cominciato con il primo romanzo, Un giorno d’impazienza, del 1952, e sempre in corso d’opera. Soprattutto all’inizio della sua carriera di scrittore La Capria non è mai stato ansioso di pubblicare, e lo dimostra la dilatazione dei suoi tempi editoriali: il secondo romanzo (Ferito a morte, considerato da molti il suo capolavoro) uscì quasi dieci anni dopo l’esordio, nel 1961, e ci vollero addirittura altri dodici anni per vedere il suo terzo libro, Amore e Psiche, del 1973. In un’intervista di qualche anno fa lo stesso La Capria racconta di essersi quasi pentito di questa "perdita di tempo", ed è forse per questo che negli ultimi anni la sua produzione letteraria è andata aumentando, fino a raggiungere quasi un’esplosione negli anni recenti, in cui ha pubblicato un libro all’anno. Dopo i primi testi narrativi (i primi tre romanzi sono stati in seguito riuniti nella trilogia Tre romanzi di una giornata), La Capria si è dedicato, con l’eccezione di Fiori giapponesi (1979) e La neve del Vesuvio (1988), a un genere che, anche se con una forte vena narrativa, è molto più vicino alla saggistica. L’argomento di gran parte della sua letteratura è Napoli, vista quasi sempre da lontano dal momento che l’autore lasciò la sua città in gioventù per trasferirsi a Roma: L’occhio di Napoli del 1994 o Napolitan Graffiti del 1999 sono due esempi significativi, ai quali si aggiunge Capri e non più Capri (1991) di argomento non dissimile. Ma non mancano bellissime pagine di pura riflessione letteraria, o sul mestiere dello scrittore, in particolare il fondamentale Letteratura e salti mortali (1990) o il libro autobiografico pubblicato da minimum fax nel 1996, L’apprendista scrittore, in cui La Capria ripercorre tutto il suo cammino di scrittore fino a quell’anno, proseguendo idealmente l’abbozzo di autobiografia letteraria che aveva cominciato con Un giorno d’impazienza.

pag 156
Cristo tra i muratori (Pietro Di Donato)
Pietro Di Donato Nato a New Hoboken, New Jersey, nel 1911, Pietro Di Donato visse in prima persona l'epopea della grande migrazione italiana negli Stati Uniti. Il padre era un semplice manovale emigrato agli inizi del Secolo dalla città del Vasto, in provincia di Chieti e rappresentava soltanto un paio delle milioni di mani che contribuirono alla realizzazione delle grandi opere architettoniche americane. La vita dei tanti muratori italiani trascorse tra un grattacielo e l'altro delle metropoli nordamericane e il giovane scrittore visse in prima persona le costruzioni dei grattacieli di Manhattan e la sistemazione delle opere murarie nel porto di New York. Un'intera esistenza di emarginati, quella della prima generazione di emigranti, sacrificata sull'altare dell'acculturazione dei propri figli, per permettere l'inserimento in una società domintata dall'unico indiscutibile codice morale, il profitto. "Cristo tra i muratori" uscì nel 1939 ed ebbe un notevolissimo successo di pubblico e di critica. Impregnato di autobiografia il racconto si collocò tra gli scaffali delle librerie come una vera e propria denuncia sociale del grande "boom" dell'emigrazione e attirò dopo pochi anni anche le attenzioni del cinema.

pag 206
Cuore di tenebra (Conrad)

pag 238
Delitto e castigo (Dostoevskij)

pag 239
Orlando furioso (Ariosto Ludovico)

pag 277
Amleto (Shakespeare)

Legenda [1]

Legenda [2]



Last modified Saturday, July, 16, 2011