Titolo

La Storia

Autore

Elsa Morante

Data prima edizione

1974

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Editore

Einaudi

Collana

 

Data edizione letta

2003

Pagine

656

Euro

 

Mini recensione

Un giorno di gennaio dell'anno 1941. Un soldato tedesco camminava nel

quartiere di San Lorenzo, a Roma. Sapeva quattro parole in tutto di italiano

 e del mondo sapeva poco o niente. Di nome si chiamava Gunther.
 Il cognome rimane sconosciuto." Così inizia "La Storia" con lo strano incontro di Gunther ubriaco, che, in cerca "d'amore",
trova la povera Ida, maestra elementare vedova con un figlio. Paralizzata dalla paura dei tedeschi e terrorizzata dal fatto che scoprano le sue origini ebraiche (le leggi razziali la rendono indegna di tutti i diritti), la donnetta subisce la violenza del soldato tedesco.
Compiuto lo stupro, il soldato sparisce, morirà in viaggio verso la Cirenaica, e la maestra metterà al mondo un figlioletto, Useppe, frutto di quello stupro, con gli occhi di cielo come quelli del padre, e che per Ida significano che mai lo crederanno ebreo.

La Storia gira intorno alle più "basse" condizioni umane: la guerra, la fame, il bisogno di sopravvivenza, una tana dove vivere. Useppe nascerà clandestinamente con l'aiuto di una mammana ebrea del quartiere S. Giovanni che sarà nella lista degli ebrei romani prelevati dal Ghetto il 16 ottobre del '43 (ammucchiati e piombati nei carri bestiame in partenza dalla stazione Tiburtina il 19 ottobre.) Nino, il figlio maggiore di Ida, impaziente di crescere, parte per il nord con camicia nera e tornerà cantando bandiera rossa per poi finire bandito e contrabbandiere.
Useppe, che vive la guerra, i bombardamenti, gli allarmi, le sirene come un
gioco fantastico e meraviglioso, accompagnato dal ricordo dell'amato fratello e dai suoi amici cani, Blitz (il bastardino) prima e Bella (il pastore maremmano) poi. Per Useppe tutto parla d'amore, tutto è puro, l'innocenza si perde con il crescere ma lui non la perderà. Il fascismo, Mussolini, il bombardamento di San Lorenzo, la deportazione degli ebrei del Ghetto, le torture della polizia nelle case dalle finestre oscurate, i nove mesi dell'occupazione nazista, l'entrata degli alleati in giugno, il dopoguerra, sono tutte situazioni raccontate senza grida, senza affanno, ma con pacatezza e per questo ancora più drammatiche.
In questo libro ho ritrovato i quartieri della mia Roma, ma soprattutto i quartieri dei miei genitori e dei miei nonni che raccontavano le stesse storie con lastessa pacatezza e, noi bambini, ne coglievamo la drammaticità senza per questo spaventarci, in silenzio, cercando di individuare il punto all'orizzonte, dove lo sguardo dei nostri cari sembrava rivedere le immagini raccontate, sperando di vederle anche noi... tutto questo ho trovato ne "LaStoria", la storia e le origini di molti.