Mini recensione
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Ancora una volta, dopo
"Il fiume delle nebbie" e "L'affittacamere",il campo
d'azione privilegiato della nuova inchiesta del commissarioSoneri è la
memoria. Ancora una volta gli strumenti di indagine più efficaci sono:il
ricordo dei tempi passati, la ricostruzione dei profili umaniche invecchiano
nella coerenza o nella degradazione,il confronto con la spregiudicata e
diffusa superficialitàdei tempi attuali.
Ancora una volta i risultati, le rivelazioni, le risposte alle domande che si
impongono lungo il percorso finiscono per coinvolgere la vita, i valori, le
aspirazioni, la storia,il destino di un'intera comunità. Di questo passo
Varesi, libro dopo libro, indagine dopo indagine,finirà per costruire
un'opera monografica che illustrerà, megliodi un trattato di storia, le
vicende del '900 in quell'alta Emilia della provincia di Parma che si estende
dalle cime dell'Appennino tosco-emiliano alle rive del Po nella bassa
reggiana. Prosegue, inoltre, di pari passo, la ricostruzione del
passatopersonale del commissario Soneri, che continua a scoprire nei risvolti
delle sue stesse indagini, anche suo malgrado,episodi, figure, intrecci e
antiche passioni che aprono nuove e insospettabili prospettive nelle memorie
della sua vita. I profili delle persone più amate del suo passato,
affioranonelle fluide e torbide correnti dell'inchiesta per essere
investiteda una luce rivelatrice di verità di cui Soneri dovrà farsi
carico:ne "L'affittacamere" la moglie, da tempo perduta; in
quest'ultimoepisodio il padre.
E' così che di questo personaggio continuiamo a conoscerepochissimo della
figura esteriore: il montgomery, l'Alfa Ro! meoe poco più, mentre si
arricchisce il quadro delle malinconie,nostalgie, disillusioni, amarezze, che
popolano il panoramadel suo cuore. Le incursioni sul versante della personale
intimità di Sonerisono compensate dalla duale coralità del noir.Il delitto
non è mai motivato da interessi privati e personali,nè da malavitosi
regolamenti di conti.E' piuttosto il manifestarsi di un trauma che ha radici
lontanenel passato della società. Nelle sanguinose memorie dell'ultima
guerra, non ancora estinte, o nelle disordinate evoluzioni socialied
economiche degli ultimi decenni, che, a volte, hanno travolto e spazzato via
principi, valori, equilibri faticosamente conquistatidalle generazioni
precedenti.
Grande coprotagonista di queste vicende è il paesaggio appenninico,sfuggente
nella morfologia e nei colori.L'uniformità dei rilievi, mai eccezionali, la
copertura variegata dei boschi cedui e l'intreccio dei sentieri, fanno
sentire il rischio di perdersi anche a chi li frequenta
abitualmente.L'incertezza e l'ambiguità del territorio sono amplificati dal
clima autunnale, dalla pioggia e soprattutto dalla nebbia che avvolgee
nasconde le piste e le figure misteriose che popolano i monti,proprio come
incerti e ambigui sono i fatti e i volti che ritornanodalla memoria. La
scrittura e le parole di Varesi sono sempre lineari, semplici,accurate.
Genuine come la micca di pane che l'oste premuroso confeziona per Soneri insieme
a qualche scaglia di grana:frugale e sostanzioso viatico per le passeggiate
del commissario che,fra le ombre dei boschi e le luci ovattate dell'autunno,
finisce per ritrovare, invece degli ambiti porcini, la soluzione dei
delittidi Montelupo e un altro tassello della propria più profonda identità.
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