Mini
recensione |
Don
Peppone : 1939, il
parocco viene ammazzato. Poi il maresciallo Bargellaux,
poi il francese. E un altro ancora.
Il maresciallo Santovito, che patisce
il freddo lassų, non ci capisce niente.
Ma mano che il tempo passa e va avnti l'indagine,
la veritā si fā pių complicata. La radici sono nel
secolo prima, quando gli emigrti italiani in Francia
venivano chiamati Macaronė.
Eccelente libro di Guccini e
Macchiavelli che alternano i momenti del passato con
quelli in cui si svolge la storia.
Daranno parte della soluzione, rimane
poi la sorpresa.
Scrittura impeccabile, non c'č una
linea da perdere.
Da leggere.
Andrea 'u pitturi:
Macaroni', cosi' ci chiamavano quando
emigravamo in Francia alla ricerca di lavoro.
Il libro si svolge in due luoghi e in due periodi
differenti, un povero paesino di montagna nell'appennino
fra toscana ed emilia e in varie citta' della Francia.
I periodi sono quello dell'emigrazione del 1884, di tanti
poveri italiani che cercavano di cambiare vita e quello
del loro ritorno a casa, il 1938, dopo una dura vita di
sacrifici nelle vetrerie, nelle miniere, nelle puzzolenti
fabbriche di candele e sapone.
La storia salta ogni capitolo raccontandoci il presente e
il passato, legando ogni frase di ieri con i fatti e gli
omidici di oggi. Un paese di poche persone, tutti diversi
ma tutti "montanari" nel carattere e nei fatti.
I racconti di una vita dura, inverni rigidi, pioggia,
vento e la sparizione del piccolo Ciarčin. Lavoro duro,
una terra che non da frutti e sullo sfondo il fascismo
che arriva a mala pena su quei monti. Li la legge e il
fascismo non hanno mai attecchito, sono visti con lo
stesso sospetto. In questo clima il nuovo Commissario
venuto dal sud cerca di risolvere questi omicidi, per
primo quello del suo predecessore, il
Commissario Bargellaux. Il freddo e la diffidenza di
questa comunita' lo tormentano, indagando approfondisce
le storie dei singoli e i loro segreti piccoli e grandi.
Nel contempo si legge la storia nel passato della fuga di
Ciarčin e le sue esperienze di vita e lavoro in Francia.
Alla fine il tempo si riunisce e giunge il 1940, il
presente, il punto d'incontro.
Un libro bello, duro e dolce, sincero e avvincente.
Non capisco in che modo si siano divisi il lavoro i due
autori ma il risultato e' notevole, un libro che diverte
ma fa anche riflettere sulla vita dei nostri padri e
nonni, un libro che arricchisce. Un pensiero vaa certi
discorsi attualissimi sugli immigrati clandestini o meno,
gente che "viene qui a rubarci il pane, il lavoro, e'
sporca e violenta le nostre donne", una lettura
obbligata per i leghisti.
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