Titolo Macaronė
Autore Francesco Guccini - Loriano Macchiavelli
Data prima edizione 1997
Paese Italia
Lingua Italiano
Editore Mondadori
Collana Scrittori italiani
Data edizione letta 1997
Pagine 296
Euro 7,49
Mini recensione Don Peppone :

1939, il parocco viene ammazzato. Poi il maresciallo Bargellaux, poi il francese. E un altro ancora.

Il maresciallo Santovito, che patisce il freddo lassų, non ci capisce niente.

Ma mano che il tempo passa e va avnti l'indagine, la veritā si fā pių complicata. La radici sono nel secolo prima, quando gli emigrti italiani in Francia venivano chiamati Macaronė.

Eccelente libro di Guccini e Macchiavelli che alternano i momenti del passato con quelli in cui si svolge la storia.

Daranno parte della soluzione, rimane poi la sorpresa.

Scrittura impeccabile, non c'č una linea da perdere.

Da leggere.

Andrea 'u pitturi:

Macaroni', cosi' ci chiamavano quando emigravamo in Francia alla ricerca di lavoro.
Il libro si svolge in due luoghi e in due periodi differenti, un povero paesino di montagna nell'appennino fra toscana ed emilia e in varie citta' della Francia.
I periodi sono quello dell'emigrazione del 1884, di tanti poveri italiani che cercavano di cambiare vita e quello del loro ritorno a casa, il 1938, dopo una dura vita di sacrifici nelle vetrerie, nelle miniere, nelle puzzolenti fabbriche di candele e sapone.
La storia salta ogni capitolo raccontandoci il presente e il passato, legando ogni frase di ieri con i fatti e gli omidici di oggi. Un paese di poche persone, tutti diversi ma tutti "montanari" nel carattere e nei fatti. I racconti di una vita dura, inverni rigidi, pioggia, vento e la sparizione del piccolo Ciarčin. Lavoro duro, una terra che non da frutti e sullo sfondo il fascismo che arriva a mala pena su quei monti. Li la legge e il fascismo non hanno mai attecchito, sono visti con lo stesso sospetto. In questo clima il nuovo Commissario venuto dal sud cerca di risolvere questi omicidi, per primo quello del suo predecessore, il
Commissario Bargellaux. Il freddo e la diffidenza di questa comunita' lo tormentano, indagando approfondisce le storie dei singoli e i loro segreti piccoli e grandi. Nel contempo si legge la storia nel passato della fuga di Ciarčin e le sue esperienze di vita e lavoro in Francia.
Alla fine il tempo si riunisce e giunge il 1940, il presente, il punto d'incontro.

Un libro bello, duro e dolce, sincero e avvincente.
Non capisco in che modo si siano divisi il lavoro i due autori ma il risultato e' notevole, un libro che diverte ma fa anche riflettere sulla vita dei nostri padri e nonni, un libro che arricchisce. Un pensiero vaa certi discorsi attualissimi sugli immigrati clandestini o meno, gente che "viene qui a rubarci il pane, il lavoro, e' sporca e violenta le nostre donne", una lettura obbligata per i leghisti.