Titolo |
Per cosa si uccide |
Autore |
Giorgio Biondillo |
Data prima edizione |
2004 |
Paese |
Italia |
Lingua |
Italiano |
Editore |
Guanda |
Collana |
I narratori della Fenice |
Data edizione letta |
2004 |
Pagine |
285 |
Euro |
14,50 |
Mini recensione |
Tre buoni motivi per
leggerlo: 1) l'autore dal vivo è molto
simpatico (e si sa che io in fatto di simpatia e antipatia sono più
affidabile dello Zingarelli) 2) da settimane viene
recensito in termini entusiastici da D'Orrico e Augias ( e
anche loro in quanto ad affidabilità non scherzano!) 3) l'ispettore Lanza Detto questo, passiamo alla
mini recensione... Biondillo è alla sua opera
prima; è giovanissimo (ehm... è del '66), architetto, milanese ma di origini
campane e siciliane. Ha voluto scrivere un giallo
"sociale"; l'indagine c'è ma non è importantissima, quello che
interessa di più all'autore è il contorno, soprattutto il contorno
umano, ma fortemente inserito nei luoghi. Descrive Milano partendo da
Quarto Oggiaro, e con cognizione di causa. Perché lui è da là che
proviene. Quindi conosce benissimo miserie e bellezze del quartiere più
"border line" della città. Il protagonista, l'ispettore Ferraro, è uno
sfigato. Divorziato, mangia malissimo, ha una figlia che vede poco ed una
casa impresentabile. Ha pure la nevralgia del trigemino, spesso le prende (le
botte), e insomma non gliene va bene una... Quando riesce a pensare alle
indagini è peggio, perché non indovina (quasi) mai come sono andate le cose e
prende cantonate pazzesche. Ma... c'è Lanza... lui è
ispettore capo ma "lo trattano come se fosse l'agente al centralino",
è una via di mezzo tra Fazio e Catarella, completamente incapace di
capire il linguaggio figurato e con un'innocenza disarmante. Ma
se dice "omicidio" è "omicidio", e questo in
commissariato lo sanno tutti. Un personaggio riuscitissimo ed indimenticabile. E solo questo vale il libro. Ma
c'è anche molto umorismo, si ride parecchio. Aspetti negativi: per me, il
dialetto milanese che affiora qua e là... (Ma in questo c'è anche una
mia antipatia cronica e motivata per il dialetto nordico) Forse un po' troppo
'casualismo' nella risoluzione dell'indagine. Un paio di pagine di sesso
sfrenato, descritto nei minimi particolari... a mio modesto parere è sempre
meglio immaginare... Camilleri (quello di Montalbano!) insegna... ;-)))
La seconda parte del libro -che è diviso in stagioni, 4 racconti quasi
separati- meno incisiva della prima. Ma è un'opera prima, e
quindi... |