Mini recensione
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Sagra di Sarti Antonio sergente, come viene presentato
dall'autore.
Sagra di una citta, come veniva integrato in parte, nel titolo di uno
sceneggiato di qualche anno fa, e per quelli che come me lo hanno visto, ha i
lineamenti di Gianni Cavina.
Inizia con un efferato
delitto, che scopre casualmente Sarti Antonio in un ristorante-albergo alle
porte della città.
A Sarti viene subito tolta l'indagine e il suo ottuso superiore si incarica
di scoprire il colpevole.
Viene arrestato un professore, ultimo ad essere stato visto con la vittima.
Qui inizia la parte più singolare del libro, la voce di quello che viene arrestato è
interpretata da Sandro Toni.
La
vicenda si snoda parallelamente tra le due voci, che si armonizzano felicemente.
(l'ironia bonaria di Antonio e quella pungente del Professore) diversa dal
solito (per quelli che hanno letto altri romanzi di Macchiavelli) è la figura
di Rosas, spalla e coscienza di Sarti, questa volta coinvolto
sentimentalmente con il caso, la soluzione del caso va cercata nel lontano
passato di uno dei personaggi, dopo una serie di false piste che rendono
complicata la soluzione.
Forse un poco tirato per i capelli la motivazione del crimine, ma la realtà ci ha fatto vedere
crimini ben più assurdi.
Giallo di
atmosfera, anche qui la città risulta uno dei protagonisti della storia.
Vale il piacere di leggerlo per il felice connubbio delle due voci, e del fluire
pigro di una città che poi così pigra non è.
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