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Rassegna stampa 

Giugno 1992

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Rec Fofò torna al paese, ed è subito giallo

«La stagione della caccia», una gustosa vicenda ambientata nella Sicilia di fine Ottocento

Per chi non l’avesse ancora notato, gran parte di quel poco di buono che produce la letteratura italiana d’oggi proviene dalla terra di Sicilia. Nel solco di una centenaria tradizione, certo, anche se antenati come Pirandello, Tomasi di Lampedusa e Verga non bastano forse a spiegare come alla finale del Premio Strega di quest’anno, di siciliani ne siano arrivati tre. Tra questi Andrea Camilleri, regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore, autore di un primo romanzo nel ‘78 («Il corso delle cose», poi trasmesso in tv con il titolo «La mano sugli occhi»), di un secondo nel 1980 («Un filo di fumo», Garzanti), di una ...

Piero Spirito 1 giugno IL PICCOLO
Rec Gallismo siciliano
in una satira di Camilleri


Capita raramente di leggere un romanzo che riunisca in sè un gradevolissimo intreccio, una dirompente comicità e una satira quanto mai dissacrante di certi usi, costumi, modi di essere e di comportarsi dei siciliani, troppo spesso descritti con una seriosità che certo non rende loro giustizia.

«La stagione della caccia», così suona il titolo di questa godibilissima opera narrativa recentemente edita da Sellerio nella sua agile collana «Biblioteca siciliana di storia e letteratura», è l’ultimo romanzo del siciliano Andrea Camilleri, regista, sceneggiatore ed insegnante di regia presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica di Roma.

 

Giuliana Cutore 20 giugno SETTEGIORNI 
Rec I “tragediatori” della vita

La stagione della caccia, pre­sentato da Sellerio, è il racconto della commedia che un paese siciliano di fine Ottocento in­scena vivendo una catena di morti e un amore cocciuto. L’autore, Andrea Camilleri, ripropone in questo racconto un’idea a lui cara

 

- giugno GIORNALE DELLA LIBRERIA
Rec Un romanzo di Camilleri
ANONIMI DESTINI SICILIANI


«Bisogna vivere come siamo nati; la vita, bella o no, non l’abbiamo fatta noi cosi com’è». Sono parole che il saggio patron «‘Ntoni» rivolge al nipote insofferente nel grandioso affresco de Verga «I Malavoglia».

Ci ha riportato alla mente questa frase, la lettura dell’ultimo romanzo di Andrea Camilleri La stagione della caccia (Sellerio Editore, Palermo, 1992) perché esso è percorso da una atmosfera astrattamente sentenziosa, cui fa riscontro l’ineluttabilità dell’agire dei modelli umani prescelti, come guidati da sconosciuti Dei.

Lo scenario è quello di un paese siciliano dell’800. I protagonisti — tra i quali non manca il classico farmacista di provincia — si affaticano dietro una catena di delitti a seguire, nella uniformità dei loro destini una logica narrativa solo talvolta ombreggiata di «giallo».
 ELO CONTE 25 giugno IL POPOLO
Rec Una catena di delitti in una Sicilia grottesca
Andrea Camilleri
La stagione della caccia
Sellerio


Dal settembre 1875 al marzo 1876, per la Sicilia il fatto dominante fu certamente l’avvio e la conduzione di una inchiesta parlamentare con il compito di indagare sulle condizioni economiche e sociali dell’isola in rapporto principalmente alla pubblica sicurezza. A questa si aggiunge quella privatamente condotta da due giovani studiosi toscani: Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino che, rispettivamente, con i due volumi «Condizioni politiche e amministrative della Sicilia» e «I contadini di Sicilia», seppero mettere a nudo con espressione fedele le condizioni oggettive della Sicilia allora vivacemente ed aspramente discusse sia in parlamento sia nel Paese. Nascoste tra le pieghe di questi due volumi, ben millequattrocentoundici pagine, vi si trovano ...
Salvatore Agati 27 giugno LA SICILIA 


Last modified Saturday, July, 16, 2011