La Repubblica - Mercoledì, 31 dicembre 1997 - pagina 22
Mario  Di Caro

LE REAZIONI
CASELLI: 'SE SONO QUI E' GRAZIE A LUI'

PALERMO - "Venni in Sicilia, al seguito di Danilo Dolci, a diciotto anni e fui catapultato nel mondo di sottosviluppo di Cortile Cascino, a Palermo, e di Partinico: è stata una scuola fondamentale che ha definito la mia vocazione e che mi ha fatto conoscere intellettuali come Norberto Bobbio e Carlo Levi". Così il critico cinematografico Goffredo Fofi, allievo di Dolci negli anni Cinquanta, ricorda il sociologo scomparso ieri. "Una personalità poliedrica e curiosa della vita", secondo il ministro della cultura Walter Veltroni, mentre lo scrittore Andrea Camilleri rispolvera un episodio che risale al 1947: "Eravamo entrambi finalisti del premio di poesia 'Lugano' ", racconta lo scrittore "Dolci aveva scritto un libretto straordinario per l' intensità dei versi, che si intitolava Voci della città di Dio. Credo che tutta la sua vita sia stata il tentativo di rendere concreta la sua poesia, piena di cristianità e di ideali". Secondo lo storico Francesco Renda, l' azione di Dolci si colloca nella "primavera siciliana" di fine anni Cinquanta che vide affacciarsi intellettuali come Tomasi Lampedusa, Leonardo Sciascia, Lucio Piccolo e Ignazio Buttitta, mentre per il procuratore di Palermo Gian Carlo Caselli Dolci è stato un maestro che ha insegnato a stare dalla parte dei più deboli e a lottare per i loro diritti. "La mia scelta di venire a Palermo", dice il magistrato "in parte è dipesa anche dall' insegnamento di Danilo Dolci".