La Repubblica 22.11.1997
Adesso Vigata sbarca in TV.
"Un uomo giovane, sui quarantacinque anni, pittosto virile, ma non un macho,
Per carita. E sicuramente non alto, non e' ha la psicologia".
Lo immagina cosi' il suo personaggio piu' famoso, Andrea Camilleri. E se
pensa a chi gli piacerebbe che interpretasse il ruolo del commissario Salvo
Montalbano nei quattro film che la Palomar di Carlo Degli Esposti ha in
produzione per la RAI, gli viene subito in mente la figura di Lino Ventura
da giovane, ovvero il defunto attore francese che vesti' i panni del
generale Dalla Chiesa nel fiml "Cento giorni a Palermo"; salvo poi precisare
che quella del cast e della regia e' una macchina ancora del tutto ferma.
"Per il momento - dice infatti l'autore - stiamo lavorando alla sceneggiatura.
E la riscrittura per la televisione dei quattro romanzi di Montalbano e'
un'operazione che richiede ancora del tempo".
Ma l;idea che il protagonista dei suoi quattro libri piu' famosi, La forma
dell'acqua, Il cane di terracotta, Il ladro di merendine e La voce del
violino (l'ultimo della serie, tra pochi giorni in uscita, anche questo come i
precedenti per le edizioni Selleri), esca fuori dalle sue pagine per approdare
sul piccolo schermo, non lo preoccupa per niente. Anzi, sembra proprio
un'esperienza che lo stuzzica e che lo riporta al suo passato di sceneggiatore
e regista.
"So gia' - aggiunge infatti Camilleri - che la trasposizione cinematografica
di un libro comporta sempre una certa dose di tradimento, ma l'ho messa
nel conto ed ho accettao una sfida che in realta' mi diverte.
D'altro canto Francesco Bruni,che lavora alla sceneggiatura dei primi due libri,
sta facendo un ottimo lavoro. Pur essendo un livornede (ha da poco firmato la
sceneggiatura di Ovo sodo di Paolo Virzi') ha perfettamente colto lo spirito
profondalmente siciliano che anima le inchieste del commissario di Vigata.
E come lui anche Angelo Pasquini, sceneggiatore del Ladro di merendine e de La
voce del violino, e' entrato con grande sensibilita' nel personaggio".
Un uomo, Salvo Montalbano, che interpreta il suo lavoro di investigatore come
una sfida intellettuale, che parla sui pentiti, sulla mafia, sulla mentalita'
dei siciliani e sui suoi punti deboli servendosi dell'escamotage della storia
poliziesca, ed e' interessante ad arrivare ad una verita' che puo' benissimo
essere disgiunta dalla giustizia.
Un intelletto cosi' profondamente isolano da risolvere tutte le sue inchieste
proprio grazie alla sua singolare affinita' ambientale col contesto da cui
scaturiscono.
"Un fatto questo - sottolinea ancora Camilleri - su cui e' da un po' di tempo
che rifletto. Mesi fa un giovane lettore mi disse che, secondo lui, la
ragione per cui Montalbano non vuole essere trasferito da Vigata e' legata
alla sua natura di siciliano.
Se i suoi casi dovessero risolvere in Toscana, mi disse questo giovane, non
conoscendone i codici ambientali, si troverebbe in palese difficoltà.
L'ho presa come una sfida. Tanto da trasferire la prossima inchiesta del
commissario in Liguria, da Livia, la sua compagna. Livia e' un personaggio
fondamentale nella vita di Montalbano, e' l'unica persona a cui svela il
segreto che si cela nelle pagine de "La forma dell'acqua", e quindi merita
un approfondimento. Per ora, questa del trasferimento al Nord, e' solo
un' ipotesi, ma e' una cosa che mio stuzzica e sulla quale mi diverte
fantasticare".