la Repubblica - Mercoledì, 8 luglio 1998 - pagina 37

di CORRADO AUGIAS

LA VIA DI CAMILLERI LA SUA FORZA NEGLI INTRIGHI E NELLA LINGUA

Due modi di raccontare

Il giallo italiano è così ricco da potersi permettere lussi inconcepibili fino a pochi anni fa. Di quasi nessun' altra narrativa del genere thriller può dirsi altrettanto, tantomeno della più ricca, quella americana. Ogni thriller americano assomiglia ormai ad un altro thriller americano. Dal momento che il repertorio delle astuzie investigative alternate alle scene di violenza e di sesso non è infinito, il risultato è che quei romanzi finiscono per confondersi nella memoria in un unico amalgama dove ormai la sola cosa che conta o sorprende è semmai lo sfondo, quasi mai i protagonisti o la trama. Il giallo, e per estensione il thriller, è uno degli specchi in cui una società si riflette. Fino a quando l' Italia è stato un paese bonario composto in prevalenza da povera gente, il massimo del giallo al quale potevamo aspirare erano film come Totò guardie e ladri o I soliti ignoti in cui dei poveri ladri si scontravano con delle povere guardie per, è il caso di dire, un piatto di minestra. Scerbanenco è stato il primo a raccontare il sorgere di una criminalità che andava facendosi più feroce, in parallelo a quello sviluppo economico (il famoso boom) che ci avrebbe trasformato. Da lì è partita la costruzione di un giallo italiano inteso come filone riconoscibile, e dal tronco di questo filone si sono venute distaccando le varie specialità tra le quali rientrano anche gli autori definiti "pulp" o cannibali. Non so se Giuseppe Ferrandino, quarant' anni, ischitano, abbia mai letto quel tipo di libri. A occhio e croce direi di no. I romanzi "pulp" sono figli della società dei consumi, sgorgano dalla televisione (nel senso dei programmi televisivi) e dai supermercati, traggono la loro ispirazione dal cinema o da altri libri. Ferrandino non è niente di tutto questo a giudicare dal suo romanzo d' esordio: Pericle il nero (Adelphi editore). Il "nero", richiamato già nel titolo, viene dalle nere viscere della ferocia plebea. Pericle è uno che di mestiere fa il massacratore, anzi, per dirla con le sue stesse parole, "di mestiere faccio il culo alla gente". Lavora per la camorra perché questo offre oggi a uno come lui la società nella quale gli tocca vivere. In altre epoche, per esempio due secoli fa, sarebbe stato uno dei "lazari" straccioni e feroci pronti a prendere a randellate sia "li signure" sia, con lo stesso entusiasmo, altri poveri cristi come loro. Sarà curioso vedere in che modo evolverà la genuina brutalità (narrativa) di Ferrandino, se riuscirà come Beppe Lanzetta, a dare al suo indiscutibile impeto durata tale da trasformarlo in autentica forza. All' estremo opposto di questo spettro amplissimo, c' è Andrea Camilleri che, figlio di una delle società a più alto tasso di omicidi d' Europa, riesce a raccontare la Sicilia con il tono incantato di una metafora. Il bello è che non c' è niente di metaforico nei suoi racconti, a cominciare dall' immaginario paese di Vigata che è anzi una specie di distillato iperrealista dell' isola. Se la forza di Ferrandino sgorga direttamente dalla madre terra, la forza di Camilleri viene in primis dall' invenzione di una lingua che avvolge il lettore come una soffice veste da camera facendolo sentire a suo agio dentro la storia. è l' effetto Simenon, mago del benessere narrativo, trasferito dalle rive della Senna all' ombra degli aranceti. Le trovate di Camilleri sono spesso di grande effetto, i suoi intrighi sono quasi sempre ben costruiti, ma né le une nè gli altri raggiungerebbero quel risultato se lo scrittore non usasse quell' impasto fatto di italiano e siciliano, giri di frase vecchiotti, buon senso popolare, proverbi. In altre parole: il racconto di vite quasi normali racchiuse in una notevole eleganza stilistica. Quello che manca a Ferrandino abbonda in Camilleri, a un rapporto in presa diretta si sostituisce il distacco dell' ironia. Eppure sia l' uno che l' altro raccontano l' Italia. Da che dipenderà questa ricchezza: da loro? O dall' Italia?