la Repubblica - Venerdì, 3 luglio 1998 - pagina 39

Ci racconta la sua sfida: portare i romanzi in televisione

SIRONI: "CERCHERÒ DI CATTURARE I COLORI E LO SPIRITO DELLA VERA SICILIA"

ROMA - Alberto Sironi è un regista appassionato: per girare Il grande Fausto, la storia di Fausto Coppi, il sogno della sua vita, ci ha impiegato otto anni. Adesso si cimenta con uno scrittore che ama, Camilleri, e con una serie di film di cui, per la prima volta, non firma anche la sceneggiatura. "Mi rimproverano sempre perchè dicono che faccio l' "autore completo". Le sceneggiature di Angelo Pasquini e Francesco Bruni erano pronte, perfette: se questi film li faccio male la colpa sarà solo mia. Dopo tanti anni di fatica, portare sullo schermo Montalbano è come un regalo, perchè di storie così belle in giro, non ce ne sono. Peppuccio Tornatore mi ha detto: "Falli bene perchè ti guarderemo tutti"". La Sicilia, in questi film, è tutto. "Sì, vorrei girare il più possibile in Sicilia: potendo, anche gli interni. C' è un clima speciale, una luce, i colori: i protagonisti non parleranno siciliano stretto, come non abbiamo esagerato col piemontese di Coppi. Abbiamo preso dei dialogue coach per il dialetto. In Sicilia ce ne sono tanti diversi, anche a pochi chilometri di distanza. Per scrivere bella letteratura ci vogliono mesi, anche per fare un film: per la prima volta, grazie al produttore, abbiamo avuto tutto il tempo per prepararci, lavorare sui dettagli. Per me è fondamentale. Camilleri potrebbe farci una sorpresa: interpretare lui stesso il Questore di Montelusa". Cosa le è piaciuto di Zingaretti? "La sua sicurezza: è elegante, un attore raffinato, con questi occhi che tagliano. Ho fatto moltissimi provini, lui è stato straordinario, asciutto, con dei lampi geniali. Anche in Kidnapping della Torrini, pure affrontando un personaggio terribile, non era mai sopra le righe. La sua bravura si vedrà nel risvolto ironico del personaggio. E' vero, Zingaretti è giovane, ma in Montalbano l' età è relativa". Forse è una delle ragioni per cui piace: sulla sua vita resta un alone di mistero. "I romanzi di Camilleri hanno un fascino letterario unico: è storia contemporanea, che però, secondo me, ha un respiro e un odore degli anni Sessanta. Montalbano in realtà vive un po' fuori dal tempo: è incorruttibile, disarmato, va contro le regole". Tra le quattro storie, quale la preoccupa di più? "La voce del violino: dovrò avere un tocco leggero nelle scene di nudo, che sono fondamentali. Per questo sto rivedendo i vecchi film, per riproporre la stessa eleganza. Il libro si apre con il ritrovamento del cadavere di una donna nuda; già chiedere a un' attrice di spogliarsi mi fa arrossire: cercherò di essere carnale senza scadere nella carnalità. Sono sempre scene difficili. Nei gialli di Camilleri l' intreccio è perfetto: delitto, indagini, l' amore sospeso. Livia è una donna lontana, ma forte: chi potrebbe resistere a un legame così?". C' è anche l' ironia sottile dei siciliani, una vena di ambiguità. "Sì, mi piace che ci sia anche un po' di comicità. Secondo me nel loro modo di essere c' è tutto: grande ambiguità, ma anche pulizia, profondità, la voglia di andare fino in fondo, come faceva Falcone. Non so a chi assomigli Montalbano: quando dice o fa certe cose, mi fa pensare al Gian Maria Volontè di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto". (s.f.)