la Repubblica - Giovedì, 8 ottobre 1998 - pagina 40
di DANIELA PASTI

Francoforte/ Cena per lo scrittore libero, ma non del tutto
E SALMAN RUSHDIE RACCONTA IL SUO NUOVO ROMANZO INTANTO L' ITALIA VENDE BENE CAMILLERI E BARICCO C' È ATTESA PER IL LIBRO DI LYNN ULLMANN, FIGLIA DI LIV E DI IGMAR BERGMAN

Francoforte "Buongiorno, mister Rushdie, la sua vita è migliorata ora?". "E' migliorata un po' , sì, ma non è ancora una vita normale". Alla Fiera del libro di Francoforte Salman Rushdie siede nello stand del suo agente Andrew Wyhlie, circondato dalle premure delle ragazze dello staff. Ma basta guardarsi intorno per notare la decina di giovanotti muscolosissimi che non lo perdono d' occhio un istante. Il pericolo non è cessato del tutto, anche se con la revoca della condanna a morte da parte delle autorità iraniane la situazione si è molto alleggerita da quando, l' anno scorso, si mostrò per la prima volta in pubblico al Festival della letteratura. Allora scoppiò un parapiglia perché le forze dell' ordine non lo lasciavano muovere e a un certo punto lo scrittore si ribellò con molta vivacità. "Temo di avere avuto una reazione incontrollata" mi dice "ma ero veramente esasperato". Qui a Francoforte invece Rushdie sembra godere della sua nuova libertà. L' altra sera è stato festeggiato con una cena che ha riunito intorno a lui tutti i suoi editori all' Hessischer Hof, uno dei migliori alberghi della città. Rushdie ha detto che non si considera ancora del tutto libero ma che sta vivendo questo momento con grande emozione dopo dodici anni di clausura. Alla cena partecipava anche Michael Naumann che si trova nella curiosa condizione di essere stato l' editore americano dello scrittore e di essere oggi il ministro della Cultura di Gerhard Schroeder. Naumann nel brindisi gli ha augurato di incontrarlo presto a Stoccolma, un chiaro riferimento al Nobel, e tutti hanno applaudito. Rushdie ha parlato del suo prossimo libro, che uscirà contemporaneamente in tutto il mondo nel mese di maggio. Il titolo in inglese è The Ground Beneath her Feet (La terra sotto i suoi piedi); lo scrittore l' ha presentata come "una storia che parte dal mito di Orfeo e parla dell' amore, della morte, dell' arte". Come in tutti i libri di Rushdie la trama è assai complicata: è centrata su tre personaggi, di cui uno, il narratore, è un fotografo che interpreta la realtà e ha dei chiari richiami autobiografici. Gli altri due sono cantanti rock: un ragazzo indiano e una ragazza di madre americana e padre indiano. La musica rock diventa nel romanzo la lingua che supera le frontiere, permettendo così di colmare il divario fra Est e Ovest al quale lo scrittore anglo-indiano aveva dedicato il suo ultimo libro. E nello stesso tempo il rock permette a Rushdie di divertirsi mettendoci dentro i Beatles, Dylan Thomas, Elvis Presley: i miti della sua giovinezza. Non mancano però le riflessioni amare sulla condizione dell' esiliato, che si riferiscono alla sua situazione più recente. Di esilio e di privazione della libertà ha parlato alla fiera anche Jack Lang in occasione del premio per la Libertà di Pubblicare che l' associazione degli editori ha consegnato ieri al figlio di Ayse Nur Zarakolu. Nel corso della cerimonia, anche questa presidiata da guardie del corpo, è stata data la buona notizia che le autorità turche hanno finalmente consegnato il passaporto all' editore: una donna coraggiosa che ha passato due anni in prigione per difendere la libertà di stampa. La Fiera si fa così specchio delle tensioni, delle guerre che avvengono fuori da queste lunghe pareti di libri, alternati ai manifesti dai quali occhieggiano i mille volti della cultura. E fra questi alcune facce di casa nostra guarniscono anche gli stand stranieri: l' Italia vende i suoi autori e li vende anche bene. Spopolano, addirittura, Camilleri e Baricco. I libri di quest' ultimo coprono tutta una parete del corteggiatissimo stand di Andrew Wyhlie e c' è un gran mistero sul suo prossimo libro, ancora in fabbricazione, ma il potente agente americano ha anche un altro asso nella manica, che intende tirare fuori in questi giorni: si chiama Lynn Ullmann, è figlia di Liv e di Ingmar Bergman e ha scritto una storia molto bergmaniana su una grande famiglia nordica.