La Repubblica 12.06.1998

"Basta con Montalbano. Adesso scrivo di un re"

"Questo Montalbano e' una camorria. Comincia a diventare troppo ingombrante". Andrea Camilleri non rinuncia alle sue saette dialettali, nemmeno per parlare della sua creatura prediletta, quel commissario di polizia che glia ha dato successo e popolarita' e che adesso e' il protagonista dei trenta racconti pubblicati da Mondadori con il titolo "Un mese con Montalbano". E cge, manco a dirlo, va a ruba il libreria neanche se fosse un genere di prima necessita'.

E allora, Camilleri, Montalbano comincia a diventare per lei una sorta di alter ego; un po' quello che Maigret fu per Simenon. Dopo quattro romanzi e trenta racconti come si convive con un personaggio cosi' popolare?

"Diciamo che questi racconti sono un po' dei pezzi di carne che ho buttato a Montalbano perche' non mi stia col fiato sul collo. E non mi faccia dire altro".

Ma come, proprio adesso che Montalbano sta per diventare l'eroe di un film televisivo?

"Di questo film so pochissimo. So soltanto che lo dirigera' Alberto Sironi e che gli esterni saranno girati in Sicilia. Non so chi sara' il protagonista ne' ho voluto dare indicazioni a riguardo, proprio per mettermi da parte: mi sono limitato a suggerire alcuni nomi per i ruoli secondari, per lo piu' miei ex allievi all'Accademia d'arte drammatica".

Fatto sta che al suo commissario ha dedicato questa raccolta di racconti per la mondadori: come nasce questo libro?

"Devo dire che nell'esercizio del racconto mi sono sempre ritenuto scarso. Ho scritto sempre romanzi e, prima di questo libro, solo due o tre racconti. Uno di questi mi servi' come base di partenza per "La stagione della caccia". Un altro lo voleva pubblicare Leonardo Sciascia nella sua antologia di scrittori siciliani: ma a un certo punto mi accorsi con orrore che era sin troppo somigliante a un libro di Jorge Amado appena uscito. Mi avrebbero accusato di plagio e dovetti ritirarlo. Quando il "Noir Festival" mi chiese un racconto su Montalbano e scoprii che sapevo anche scrivere racconti. E allora ne scrissi altri due".

E quindi?

"A quel punto, dovendo fare un libro per la Mondadori, decisi di scrivere un volume di racconti. Vorrei sottolineare che non sono "passato" alla Mondadori: un'operazione fatta col pieno consenso della Sellerio. Si tratta semmai, di un libro "grosso", con un formato, cioe', diverso da quelli della Sellerio, un libro "non sellerabile", insomma. Piu' che immaginare una serie di omicidi dato che la Vigata di Montalbano non e' la Chicago di Al Capone trenta delitti sarebbero stati davvero troppi, ho preferito creare una galleria di personaggi e situazioni siciliani, qualcosa di particolarmente "nostro".

Quale di questi personaggi e situazioni ha i connotati siciliani piu' spiccati?

"Ci sono due racconti particolarmente significativi: uno e' "Il patto", la storia di un lungo amore fra due giovani che non riescono a sposarsi e che invecchiano da eterni fidanzati. Alla fine lei uccide lui perche' non ha rispettato il patto: passi che non l'ha sposata ma non che si sia innamorato di un'altra donna".

E l'altro racconto-simbolo?

"E' l'uomo che andava sempre ai funerali". Un personaggio cosi' c'era anche al mio paese, a Porto Empedocle, tanto che quando non lo vedevamo a un funerale ci chiedevamo dove fosse finito. Questo personaggio, nel mio racconto, viene assassinato. Anche questa e' una storia molto siciliana."

Pare di capire che adesso Montalbano stara' a riposo per un po'. Ma allora chi sara' il protagonista del prossimo libro?

"Sara' un re contadino, sul trono per pochi giorni. Si tratta de "Il re di Girgenti", il libro che sto scrivendo per Sellerio. Ci lavoro da quattro anni e ne avro' ancora per un anno perche' ci sono grosse difficolta' col linguaggio: i personaggi parlano un siciliano contadino del Settecento e quindi la trasposizione diventa difficile perche' deve essere comprensibile anche a Bolzano.

Di che tratta?

"Nessuno sa che per qualche giorno, alla fine del regno sabaudo, Girgenti venne proclamata regno indipendente. E allora un contadino, tale Michele Zosimo venne incoronato primo re di Girgenti nella cattedrale del paese. ovviamente duro' solo pochi giorni, ma la storia di un re contadino e' una cosa straordinaria per un romanzo. Ho gia' la struttura portante del romanzo: ho scritto 276 pagine e credo che per completarlo ci vorra' un altro anno di lavoro".