La Repubblica 27.09.1998


Andrea Camilleri parla dei film tratti dai suoi libri e commenta
la scelta dell'interprete del commissario

"Montalbano in tv mi tradira'"

LE INDAGINI in tv del commissario Montalbano partono da una casa a soqquadro. Materassi tagliati, pavimento sfondato, suppellettili per terra, frutto di un blitz che mira a far sparire le fotografie di Karima, la bella tunisina custode del segreto del "giallo".
E' la prima scena de "Il ladro di merendine" che il regista Alberto Sironi girera' domani nei dintorni di Trapani per la serie televisiva tratta dai romanzi di Andrea Camilleri.

Sul set, nei panni del commissario, ci sara' Luca Zingaretti, affiancato da Giuseppe Mazzotta e Cesare Bocci, nei ruoli dei poliziotti Fazio e Augello, e la tunisina Nouredine, interprete della vecchia Aisha,
proprietaria della casa "visitata".

Non ci sara', invece, Camilleri, che ha rinunciato al ruolo del questore e che preferisce rimanere in disparte.

Ma cosa si aspetta l'autore da questa trasposizione televisiva: fedelta' o "tradimento" rispetto all'oiginale?
"In una riduzione cinematografica o televisiva la fedelta' non paga, e' sempre sbagliata - dice lo scrittore - E' sempre meglio un razionale tradimento perche' si tratta di generi diversi.
Bisogna vedere in che limiti avviene questo tradimento."

Come vede Zingaretti nei panni di Montalbano? Corrisponde al "suo" commissario?"

"Per molti lettori Zingaretti non ha il fisico del ruolo, ma questo non significa niente.
Quando un attore e' bravo riesce a persuadere per due ore che lui e' l'unico interprete possibile pensato dall'autore. Del resto il personaggio di Montalbano ognuno se lo immagina come vuole: io stesso non riesco a definirlo con un'immagine precisa. I lettori che in televisione si ritroveranno un Montalbano in carne e ossa avranno qualche riserva; ma la supereranno se Zingaretti li convincera' di essere il migliore interprete possibile.

Perche' ha rinunciato al ruolo del questore?

"Perche' i questori vanno in pensione a 65 anni e io ne ho appena compiuti 73. E poi alla mia eta' non ce la faccio a reggere i ritmi del set."

Sironi le ha chiesto qualche suggerimento?

"Ho fatto il regista per troppi anni e so quanto sia noiosa l'intromissione dell'autore. Mi sono ben guardato dal dirgli qualcosa. Sironi, invece, mi ha fatto vedere i provini degli attori selezionati e devo dire che ha fatto un ottima scelta.
Sono intervenuto, semmai, sul linguaggio della sceneggiatura, la cosa che piu' mi interessava: diciamo che l'ho "camillerizzato" un po'".

Dalla tv al teatro: lo Stabile di Catania ha programmato la riduzione del suo "Birraio di Preston"...

"Di quella me ne assumo in pieno la responsabilita'. L'ho affidata a un mio ex allievo dell'Accademia d'arte drammatica, Giuseppe Di Pasquale: abbiamo lavorato assieme fino a qualche giorno fa.  A ottobre, invece, uscira' il mio primo libro, che quando lo scrissi fu rifiutato dagli editori. Si intitola "Il corso delle cose": un
titolo indicativo, visto com'e' andata a finire".