Il Messaggero 24.12.1998

Parla lo scrittore che ha già visto i film tv ispirati ai suoi libri, in onda su Raidue in primavera

ROMA Pasta e fagioli. La guarda compiaciuto, e con affetto la condisce con un filo d'olio. Come avrebbe fatto Jean Gabin quando era Maigret o il suo Montalbano, il commissario che ha creato a sua immagine e somiglianza: Certo che siamo simili, l'ho inventato io. Ne ho fatto un galantuomo, come me, ma gli ho anche regalato sfaccettature che non mi appartengono, come l'infedelta'. La vita, la si vive o la si scrive, come diceva Pirandello: a settant'anni, Andrea Camilleri e' diventato un fenomeno, cucinando un best-seller dietro un altro. Raffinati libri gialli che fanno gola a editori e produttori, due dei quali sono diventati film per la tv. E mentre lui li sceneggiava, il regista, Alberto Sironi, lo pregava di interpretarli anche. Lui, l'espressione velata dalle nuvole di fumo delle sue "bionde" non aveva proferito verbo: solo borbottato.
Ma il suo mugugno era stato preso per un si. E aveva provocato uno sconquasso: in produzione sembravano tutti tarantolati, mentre, il regista, pallido, commosso, ripeteva "lo fa, lo fa". Figurarsi, io attore, e chi ne ha voglia?, troppo faticoso, l'ho fatto e lo so. Guarda che si tratta solo di due o tre pose, cercava di convincermi Sironi. Ma quali tre giorni? Il personaggio che avrei dovuto interpretare, il questore, una specie di deus ex machina, ha parte e peso eccome. Lui insisteva, cercava di gabbarmi: aveva dimenticato che l'avevo inventato io?: gli basta e gli avanza aver scritto la sceneggiatura, con Francesco Bruni e Angelo Pasquini, del Ladro di merendine e della Voce del violino che, realizzati da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri per Raifiction, andranno in onda in primavera su Raidue.
Sul set, lo scrittore ha trascorso diversi pomeriggi e piu' di uno sguardo ha gettato ai film in fase di montaggio. Ma, nato nella Porto Empledocle dei pescatori, delle case basse in calce bianca o dipinte di giallo, dei circoli dei gentiluomini di provincia dove tutti si chiamavano Fifi' e Cece', la sua Sicilia, non l'ha ritrovata: Grazie tante, non c'e' piu', e' svanita tanto tempo fa, troppo.Il girato di Sironi e' buono, ottimo, ma quella terra non e' la mia. D'altronde e' come se pretendessi di respirare ancora gli odori, i profumi dell'infanzia o della giovinezza, quello degli asparagi selvatici, delle librerie polverose, dell'inchiostro che si rovescia nella cartella di cuoio, del mio porto che sapeva di nafta'.
Da pochi discorsi taglia fuori la moglie, la compagna di quarant'anni di vita, e il suo sguardo si illumina mentre sbotta: Figurarsi, e' figlia di napoletani, per di piu' portata a Milano da bambina...Solo lei, cosi' diversa da me, avrebbe potuto sopportarmi cosi' a lungo... Ma mi fa anche infuriare. Ma come? Io le leggo ogni capitolo che finisco e lei - ride - invece di pendere dalle mie labbra, mi fa: sei sicuro che funzioni? E mi tocca anche darle ragione.
Romantico, affabulatore e soprattutto arrabbiato. L'unico personaggio con cui avrei cambiato pelle l'Orlando Furioso. Lo sdegno, la rabbia contro l'iniquita' e' un grande motore della vita. Rimpianti? Per carita'. Rifarei tutto cio' che ho fatto. Senza contare che ho avuto molto: mi sono sempre potuto permettere il lusso della liberta'. Come il suo Montalbano, che non sa nemmeno dove stiano di casa i compromessi. Come il suo eroe gentiluomo, ma focoso, di carne e di sangue e non razionale al millimetro come quell'odioso Sherlock Holmes. Mica vorrete paragonarlo a Chandler?.
MICAELA URBANO