la Repubblica - Mercoledì, 30 dicembre 1998 - pagina 33
Aiuto ci hanno rubato
NEL SEGNO DELLA PROFEZIA

Sono un genere di lettura fra i più popolari, frutto di un retaggio contadino. Parliamo degli Almanacchi La loro storia, a giudicare dagli eminenti personaggi che se ne occuparono, fu nobile, ma quale attendibilità hanno? Dal Gran Pescatore di Chiaravalle al Barbanera La loro diffusione è capillare e impressionante per numero di lettori Tra gli argomenti che toccano ci sono la cura del corpo, i consigli per le piante, le ricette e le previsioni del nuovo anno di FRANCO MARCOALDI

Finisce l' anno e un esercito di veggenti si mobilita per consegnarci le previsioni per l' anno che verrà. Pittoreschi, esoterici, allusivi i maghi e gli astrologi, categorie fra le più invocate, consegnano i loro responsi a riviste specializzate. Sarà vero quello che scrivono o dichiarano, con un tocco di ispirazione, ai giornali e alla televisione? A giudicare dal successo che puntualmente ottengono si sarebbe tentati di rispondere con un sì. Ma a ben guardare, come risulta da una ricerca che pubblichiamo all' interno, rare volte essi azzeccano la previsione. Il che non scoraggia loro dal ripetersi e noi dal prenderli "sul serio", almeno nel senso di un fenomeno storicamente e culturalmente rilevante, come dimostra la pubblicazione degli Almanacchi. Per paradossale che sia esistono delle pubblicazioni che raramente vengono segnalate dai mass- media, e non perché troppo elitarie, esoteriche, ma perché troppo popolari. Ovviamente non sto parlando dei best-seller, del volume trendy del romanziere italiano o straniero che una tantum, o con regolarità scientifica, troviamo in vetta alle classifiche librarie: insomma delle Tamaro, dei Camilleri, dei Ken Follet e compagnia cantando; i quali di spazio ne hanno eccome (e giustamente). No, mi riferisco a un altro genere di consumo, tipico di una massa (a grandi linee, quella dell' Italia contadina), che - per quanto vasta - non fa tendenza: meno che mai nelle letture prescelte. Per quanto diffuse (e durature) esse possano essere. Non a caso il libretto di cui vorrei tracciare qui un breve elogio - ben sapendo che non si tratta né de La guida dei perplessi di Maimonide né dell' Etica di Spinoza - me lo sono procurato in un luogo che la dice lunga sul tipo di prodotto, e dunque sul suo possibile acquirente: non l' ho comprato infatti né in una grande libreria seriale, genere Feltrinelli, Rizzoli o Mondadori, né in un tempio sacro per bibliofili d' antan (che so, Tombolini a Roma, Le Divan a Parigi, Dillon' s a Londra). No, molto più semplicemente al bar-tabacchi di Felizzano, un paesino in provincia di Alessandria dove peraltro non soltanto il mio personale anfitrione (l' amico economista Carlo Boffito), ma l' intera cittadinanza attendeva con ansia l' uscita dell' Almanacco Universale del Gran Pescatore di Chiaravalle del 1999 (pagg. 160, lire 7.000). Ora, anche volendo prescindere - per una volta - dall' immancabile citazione di Giacomo Leopardi, sugli almanacchi ci sarebbero da dire un sacco di cose. Per la semplicissima ragione che la loro storia è plurisecolare e complessa, come si evince leggendo la relativa voce dell' Enciclopedia Europea Garzanti. E se per caso non aveste a portata di mano quel prezioso repertorio enciclopedico, vi basti sapere che l' "al-manakh", in uso presso gli arabi di Spagna, inizialmente designava un insieme di tavole astronomiche perenni, utili cioè a determinare eclissi, posizioni del Sole, della Luna e degli altri astri conosciuti. Dicevo prima che l' opuscoletto di cui sto per riferirvi non ha nulla da spartire con le vertiginose densità teoretiche di Maimonide o Spinoza, ma le sue origini restano comunque nobilissime: di almanacchi parla infatti Bacone nell' Opus maius e nell' Opus tertium, e le tavole astronomiche di Profazio Giudeo - scritte in ebraico intorno al 1300 - una volta tradotte in latino avranno grande diffusione tra gli eruditi di tutta Europa. Soltanto nel Cinquecento, a fianco di questi volumi destinati soltanto a menti eccellentissime, nasce il cosiddetto almanacco popolare; che sostituisce la disamina delle dure leggi dell' astronomia con più aleatorie previsioni astrologiche, ricette, proverbi, curiosità, consigli pratici: e questa sorta di prima ed elementare forma "non tutto ma di tutto" è destinata a diventare tra il Settecento e l' Ottocento un clamoroso successo editoriale, l' insostituibile humus culturale di masse immense di popolazione (non soltanto a casetta nostra, dove trionfa il celebre Barbanera, ma anche oltreoceano; ad esempio in America, dove sarà addirittura un personaggio del calibro di Benjamin Franklin, nel 1737, a fondare e poi dirigere per oltre venticinque anni - sotto lo pseudonimo di Richard Saunders - il popolarissimo Almanacco del povero Riccardo). Dice: ma con l' avvento della vita metropolitana è cambiato tutto. Arrivati a uno sputo dal Duemila, già stanchi del post-modern e in piena febbre da New Age, l' appeal degli almanacchi è diventato inevitabilmente retrospettivo. A maggior ragione allora desta stupore la consistenza della massa residuale di acquirenti, visto che il succitato Almanacco Universale del Gran Pescatore di Chiaravalle proprio col 1999 festeggia in pompa magna i suoi duecentocinquant' anni di vita (ricordando con orgoglio di non dover far ricorso ad alcuna inserzione pubblicitaria), con una capillarità di diffusione di cui dà conto - paradossalmente - la trasformazione del medesimo almanacco da universale in regionale. (Tanto per capirsi: il volumetto che ho per le mani io copre Piemonte, Liguria e Valle d' Aosta; a seguire ci saranno Lombardia, poi Toscana-Umbria, eccetera eccetera). ... Ma veniamo finalmente al contenuto, dove non mancano certo le sorprese: eh sì, perché dopo aver dato conto - come d' abitudine - di tutte le fiere, sagre e mercati regionali; dopo aver fornito i canonici "dati utili" in merito all' agricoltura, alla cabala del lotto, alle eclissi, alle feste religiose mobili, agli apogei e perigei della luna, all' oroscopo, alle maschere di bellezza e alla pulizia del viso, eccetera eccetera eccetera, ecco comparire informazioni decisamente inusitate (il prontuario delle tariffe postali e telegrafiche, il costo delle raccomandate per gli atti giudiziari... e di vaglia, imposte di registro e bollo) o ancor più curiosamente il complesso universo legislativo che regola i rapporti condominiali e di vicinato. Del resto, anche negli ambiti più tradizionali non si disdegna affatto di dar conto delle innovazioni intervenute. Nello specifico, essendo l' Almanacco un prodotto rivolto in primis alla popolazione contadina, non manca un denso capitolo dedicato all' "agricoltura d' avanguardia, biologica ed ecocompatibile" poco propensa "all' uso di prodotti chimici di sintesi (concimi, antiparassitari, ormoni)", che si affianca agli abituali consigli di semina e piantagione in relazione ai cicli lunari ("credenza molto diffusa tra gli agricoltori anziani, anche se non vi sono prove scientifiche che convalidino tale ipotesi"). Questo sì che è strano. Si mettono le mani avanti in ordine alle credenze sull' influenza delle fasi lunari in agricoltura, mentre si insiste senza tema su oroscopi e segni zodiacali malgrado le parole assai critiche espresse di recente da Giovanni Paolo II contro queste forme di divinazione. La verità è che il Gran Pescatore di Chiaravalle usa ad abudantiam la parola magia, e se ne compiace. Ma pare non voler più confondere i piani tra magia e scienza. A maggior ragione quando si appoggia a una scienza che nelle previsioni di medio-lungo periodo rasenta la divinazione (parlo della meteorologia). Già, perché oltre alla cabala del lotto e all' unione più o meno felice tra Sagittario e Gemelli, qui ci si spinge oltre. Secondo il Gran Pescatore infatti per il 2 gennaio 1999 (San Basilio) è prevista neve; per il 3 (Santa Genoveffa) vento; e per il 4 (San Tito) sereno. Ma per l' appunto, l' editore - per la prima volta - non si assume nessuna responsabilità: "il progressivo inquinamento atmosferico di questi ultimi anni, causato soprattutto dall' insipienza dell' uomo che non rispetta più la natura e le cose belle, ha falsato e sovvertito i millenari equilibri sui quali queste previsioni si fondavano. Conseguenza di tutto questo è che le fonti d' informazione di tutto rispetto dalle quali attingiamo le nostre informazioni... non possono più fornire queste indicazioni con la consueta esattezza". Naturalmente il 2, il 3 e il 4 di gennaio cercherò di essere in zona verificando di persona se per colpa "dell' insipienza dell' uomo che non rispetta più la natura e le cose belle", uno dei pezzi forti dell' Almanacco Universale del Gran Pescatore di Chiaravalle è andato definitivamente a ramengo, perdendo "l' usuale" attendibilità. Ma anche nel caso di questa sventurata ipotesi, insisterei comunque nell' elogiarlo. Quale altro libretto, per sole settemila lire di spesa, vi indica il periodo ideale per piantare begonie e petunie, il modo ideale per far fronte ai peggiori impicci condominiali, e le date e i luoghi da cui nell' anno a venire potrete assistere ad eclissi parziali o totali del Sole e della Luna?

 


14.12.1998


Lunedi' 14 dicembre 1998 alle ore 18

presso la Fondazione Einaudi, Largo dei Fiorentini, 1 Roma Tel. 06/68.71.005

Andrea Camilleri e Giuseppe dall'Ongaro

presentano il volume:  Almanacco dell'Altana 1999

la Repubblica - Martedì, 8 dicembre 1998 - pagina 18
di MARCO POLITI

Si profila uno storico cambio per l' associazione
AZIONE CATTOLICA A UNA DONNA

Per la prima volta in 130 anni di vita potrebbe esserci una guida al femminile. La candidata è Paola Bignardi Negli iscritti la prevalenza è nettamente del "sesso debole". "Perché no? Siamo tutti battezzati. Ma non enfatizzate". La procedura è appena cominciata: il congresso nazionale dovrà designare tre nomi, poi sceglieranno i vescovi

ROMA - Ama Benigni de La vita è bella, corre a vedere Schindler' s list e Amistad di Steven Spielberg, ma adora anche i cartoni animati di Walt Disney. Quando legge, spazia tra Platone e il commissario Montalbano di Camilleri, tra la Bibbia e la biografia del vescovo Romero (di Ettore Masina) o gli scritti di un prete non conformista come Ernesto Balducci, senza dimenticare di gettare un' occhiata al libro di Ronchey sui possibili disastri del Giubileo. Il delegato medio trenta-quarantenne del decimo congresso dell' Azione cattolica ha questi gusti, secondo un sondaggio condotto dalla rivista Ac "Segno" su un campione di 52 delegati su 800. Ma sebbene le letture e i film possano cambiare con altri intervistati, è indubbio che quest' assemblea dell' Azione cattolica è lo specchio di iscritti vivaci e capaci di sorprese. C' è profumo di donna a quest' assemblea nazionale. Per la prima volta in 130 anni si profila la possibilità che l' associazione sia guidata da un presidente al femminile. Una rivoluzione. Ancora oggi l' associazione reca l' impronta maschile della Chiesa cattolica. I due terzi degli iscritti sono donne, ma la maggioranza dei delegati a quest' assemblea è composta da uomini. Il rapporto fra donne e uomini nelle liste dei candidati al prossimo consiglio nazionale è praticamente di una donna ogni due uomini. Però i tempi cambiano. Tra i delegati circola una vignetta, che preannuncia una "presidenza con i baffi". "Allora al 90 per cento sarà una donna", replica il protagonista del fumetto. I baffi li ha realmente un papabile alla presidenza, Ernesto Preziosi, attualmente vicepresidente del settore Adulti. Preziosi propugna un' Azione cattolica in grado di aiutare i credenti a superare il disorientamento della società contemporanea, pronta a rispondere "alle ansie e alle attese degli altri", tesa ad animare una cultura popolare. Un presidente donna? Preziosi lo troverebbe normale. "Perché no? Siamo tutti battezzati. Ma non enfatizzerei". Paola Bignardi, la papabile, i baffi non li ha. E' di Cremona. Minuta, capelli castani, nubile e quasi cinquantenne, ha il calore discreto di chi è abituata a vivere con il prossimo in situazioni marginali. Per dieci anni ha lavorato alla formazione in una cooperativa sociale e ora nella sua città è responsabile di una comunità alloggio, che assiste donne in difficoltà: mogli in fuga, ragazze madri, straniere senza più identità. All' Azione cattolica è responsabile della Formazione e con i suoi collaboratori ha appena terminato una ricerca, destinata a provocare uno scossone. Risulta che gli iscritti dell' Ac tra i 25 e i 40 anni rimproverano all' associazione di fare proposte formative segnate da una "scarsa aderenza" alla vita reale. "I laici portano nella Chiesa - spiega Paola Bignardi - il senso di problematicità della vita quotidiana. Vorrebbero riappropriarsi da credenti della loro esperienza soggettiva, chiedono un incontro tra fede e vita, chiedono di capire la vita senza risposte frettolose". Paola Bignardi sarebbe un presidente, che rompe con la tradizione dei leader giuristi o professori, un presidente che viene dal contatto diretto con le miserie della vita di ogni giorno. Ma non è in questa assemblea che si elegge la leadership. La procedura riflette ancora pratiche antiche, che risalgono ai tempi in cui il laicato cattolico era sotto tutela da parte della gerarchia ecclesiastica. Questo congresso elegge il consiglio nazionale, che a gennaio sottoporrà una terna di nomi alla Cei. Saranno i vescovi a scegliere e nominare il o la presidente. Giuseppe Gervasio, presidente uscente, ha ribadito nelle sue conclusioni la linea di un' associazione aperta al pluralismo delle culture e dell' impegno politico. Il Partito popolare, ha detto, "è una realtà significativa", ma il mondo cattolico ha molti canali per esprimersi. In seno alla Chiesa Gervasio ribadisce la richiesta di maggiore partecipazione e consultazione. "Si consulta la comunità per quella che è - ha scandito - non per quella che si è scelto (a priori) di ascoltare".

 








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Siamo stati segnalati ...


La Repubblica06.12.1998

Il cinema accende le vendite e decolla un nuovo Camilleri

Gia' un occhiata sommaria, la classifica dei primi dieci titoli piu' richiesti dice come il cinema aiuti la produzione libraria.Si faccia caso, infatti, alla parodia a fumetti dei "Promessi sposi" firmata Walt Disney, al fortunato best seller di Evans, "L'uomo che sussurrava ai cavalli", all'avventuro "Sette anni in Tibet" di Harre; e ancora a "Novecento" di Barrico, portato sullo schermo da Tornatoree anche a "Trent'anni alta mora" del regista toscano Leonardo Pieraccioni.Ancora una volta si segnala l'ascesa di Camilleri che con il nuovo racconto, "Il corso delle cose" e' al secondo posto, dopo Follet, nei "primi dieci". Pieraccioni e' in vetta della narrativa italiana, seguito da Brizzi e Bevilacqua."Tiene" il romanzo dell'ungherese Marai, "Le braci".
Classifiche Demoscopea.

La pagella: VOTO 5

Il cadavere di un pastore viene trovato in un campo.Qualcuno spara inspiegabilmente a Vito, un redivivo don Abbondio in Sicilia. Siamo di fronte a un intrigo di mafia o a una banale "storia di corna"? Il maresciallo Corbo indaga, scrutando nella nebbia dell'omertà: intorno a lui tacciano persino i cani e l'unico a veder qualcosa e' un cieco. Camilleri ripesca un altro vecchio libro (1967-68) e, mentre sfrutta il suo successo rischia di vanificarlo: la vena d'invenzione linguistica e' qui rarefatta, la struttura del racconto evanescente.
Giorgio De Rienzo.



Castelbuono (PA), sabato 5 dicembre 1998, ore 17:30
Ex Convento di S.Venera (Badia) - Sala delle Capriate

LA CULTURA DIALETTALE A CASTELBUONO NELL'ATTUALE RICERCA LINGUISTICA.

Presentazione del I^ modulo tematico sui giochi fanciulleschi
tradizionali dell'Atlante Linguistico della Sicilia: le carte
geolinguistiche e il CD ROM "I nomi della trottola e la memoria
del gioco"

Interventi:
Prof. Giovanni Ruffino - Preside della Facolta` di Lettere dell'Universita`
di Palermo e Direttore dell'Atlante Linguistico
della Sicilia

"La parlata castelbuonese nel contesto dei dialetti della Sicilia Occidentale"
Massimo Genchi & Gioacchino Cannizzaro

"Un'esperienza di ricerca linguistica. Presentazione di un saggio del lessico
del dialetto di Castelbuono"
Giuseppe Mazzola Barruca

"La parlata castelbuonese nella poesia. Recita di brani scelti"
Presiede il Prof. Mario Giacomarra - Universita` di Palermo


La Repubblica - Sabato, 5 dicembre 1998 - pagina 46

Le novità della classifica

L' ITALIA DI BIAGI E I RACCONTI DI PIERACCIONI

Due nuove entrate, questa settimana: si tratta della Cara Italia, raccontata dal "semplice cronista" Enzo Biagi, e di Trent' anni alta mora, autore Leonardo Pieraccioni, il regista toscano alle prese, questa volta, con storie di amore e di disamore. Al primo posto, saldamente in sella, rimane Ken Follett con il suo Martello dell' Eden, seguito da Novecento... un monologo di Alessandro Baricco, comunque in crescita sull' onda del successo del film di Tornatore. E poi ancora, I promessi paperi e altri capolavori di Disney e Il corso delle cose di Andrea Camilleri. Nella narrativa straniera, si affaccia un autore di successo, Tom Clancy con Op Center giochi di Stato. Ricordiamo che la classifica dei libri è stata effettuata dall' Istituto Cirm esplorando sessanta librerie a rotazione, tra cui alcune del Gruppo librerie informatizzate Libris. La settimana di rilevazione va dal 25 novembre al primo dicembre.


Sette(Corriere della Sera)03.12.1998

Romanzi e realta': il vero Montalbano

Si chiama come il poliziotto dei libri di Camilleri e come lui e' puntiglioso, furbo, un po' filosofo, nemico di Cosa nostra ....

Professore Camilleri, lo sapeva che il commissario Montalbano e' pelato?"Guardi che e' calvo pure l'attore che lo interpretera' in TV.C'e' l'ha presente Luca Zingaretti? Una palla di biliardo ..."A 73 anni, Andrea Camilleri ha capito che il suo commissario "quarantino"protagonista di mezza dozzina di magnifici romanzi, si puo' permettereil luso di non essere bello come un principe.Basta che sia svelto di testa e di fiuto. E Saverio Montalbano, quello vero, di fiuto ne ha da vendere."Forse quest'omonimia gli pesa un po. M'ha detto che lui non si sente affatto un personaggio di fantasia, che fa il commissario in carne e ossa. E poi mi ha spiegato che c'e' un'altra differenza di sostanza con il mio Montalbano "Quale? "I diritti d'autore". Il commissario Montalbano ha ragione .... Che si fa, Camilleri?" Ci sono sempre i diritti morali. Quelli almeno li riscuote soltanto lui".