Avvenire 06-05-1999
RAIDUE Stasera alle 20.50 «Il commissario Montalbano» tratto dai romanzi best sellers
In tv l'eroe di Camilleri

Giacomo Vallati


P
igro, indolente, ozioso. Ma anche colto, buongustaio, filosofo. «Uno che sa guardare e ragionare; che ha una sua morale da proteggere e una dignità da far rispettare. Insomma: uno che sa di antico». Ha le idee chiare, Luca Zingaretti, a proposito del suo commissario Montalbano. Bella forza: l'ha letto da cima a fondo, fin dal primo romanzo, dichiara di conoscerlo come nessun altro. «E paradossalmente, proprio per questo, di avere avuto un sacco di problemi nell'interpretarlo». Ma nessuna paura: se l'autore stesso de Il commissario Montalbano (caso editoriale dell'anno, un milione di copie vendute e, da stasera su Raidue alle 20.50 in versione televisiva con i due primi racconti, Il ladro di merendine e La voce del violino) ha avuto delle perplessità, nel sapere che per la tivù l'avrebbe interpretato Zingaretti, vuol dire che si tratta proprio di una scelta controcorrente. «Sì: l'autore del libro, Andrea Camilleri, lo riteneva troppo giovane. Ma ora si è ricreduto - si compiace il regista della nuova fiction Rai, Alberto Sironi - lui stesso, ora che sta scrivendo il suo quinto libro, dichiara di farlo avendo davanti agli occhi il nostro protagonista tivù». «Quando i miei amici hanno saputo che il ruolo l'avevo conquistato io, hanno commentato: "Ma no, Montalbano noi ce lo immaginiamo grasso, vecchio, stazzonato". - Sospira il fortunato prescelto - Ma d'altra parte è impossibile mettere tutti d'accordo. Più che alla somiglianza fisica, noi abbiamo allora puntato allo spirito, all'essenza del personaggio. Che, come sanno tutti coloro che hanno amato i romanzi di Camilleri, è quello fatto di onestà e lealtà, di tutto ciò che ci riporta alle buone cose dell'Italia d'un tempo».
Eccellente attore teatrale, e perfida star specializzatasi in ruoli di cattivo (come Il branco, Vite strozzate, La piovra), Zingaretti ancora sbalordisce per la fortuna piovutagli in testa: «Questo è il classico ruolo succulento e temibile sognato da qualsiasi attore». «E noi l'abbiamo scelto proprio perché ancora poco noto - chiarisce il responsabile di Rai Fiction, Munafò - la sostanza qualitativa del soggetto, che imparenta Camilleri alla letteratura gialla di un Simenon o di uno Sciascia, richiedeva un volto ancora "vergine"». E del resto, che viale Mazzini punti moltissimo sul fascino letterario del commissario-gentiluomo, si capisce dalle molte precauzioni prese: «Zingaretti ha firmato un contratto in base al quale solo lui potrà d'ora in poi interpretare Montalbano, e solo per la Rai. In parole povere: Mondadori, che ne pubblica i romanzi e che è legato a Mediaset, non potrà mai passarne i diritti alla concorrenza». Ecco perché, oltre i primi due episodi, già in cantiere se ne prevedono altri tre, non che una serie di almeno otto puntate tratta dalla raccolta di racconti brevi.
Nella festosa occasione, un solo neo. Sempre stasera, sempre alla stessa ora, ma su Canale 5, un altro commissario: L'ispettore Giusti, alias Enrico Montesano. Che l'abitudine di copiarsi a vicenda, abbia raggiunto livelli paradossali, lo ammettono gli stessi responsabili Rai. Con una differenza: «Noi non miriamo all'ascolto ma alla qualità - mette le mani avanti Munafò - per questo abbiamo scelto un giallo serio, costruito più sulle atmosfere che sulle banalità. A Montesano daremo del filo da torcere: sarebbe stato più facile anche per noi seguire la corrente. Ma per questa volta noi costruiamo sul futuro». La fiction-fotocopia (quella, per intenderci, basata su medici, poliziotti, marescialli, preti) corre infatti, secondo il responsabile Rai, seri pericoli: per ora va a gonfie vele, ma io già avverto qualche scricchiolio. Proprio perché si sta abusando della ripetitività. Ecco perché noi facciamo un investimento a lungo termine: proponiamo un soggetto di minor consumo ma, data la sua qualità di tenitura certamente più lunga».
Giacomo Vallati