Il messaggero 06-05-1999

Zingaretti poliziotto benedetto da Camilleri
L'attore, stasera su Raidue, interpreta il commissario Montalbano nel "Ladro di merendine" tratto dall'omonimo romanzo

ROMA - Inizialmente Andrea Camilleri aveva detto di non vedere in Luca Zingaretti (il cattivo di molti film fra i quali Vite strozzate con Sabina Ferilli) l'esatto ritratto del suo commissario Montalbano: «È troppo pizziriddu», dicono avesse tuonato. Insomma a suo avviso l'attore romano non sarebbe stato adatto ad interpretare il ruolo del poliziotto siciliano protagonista dei suoi libri. Poi, però a film ultimato, Camilleri ha cambiato idea e ha fatto bene perché il Montalbano portato sul piccolo schermo da Zingaretti è simpatico, intelligente, siciliano quanto basta e soprattutto bravo. La risposta comunque la potrà dare il pubblico che stasera su Raidue alle 20.50 potrà godersi Ladro di merendine, regia di Alberto Sironi, il primo tv movie della serie Il commissario Montalbano. La storia è tratta dall'omonimo romanzo dell'autore siciliano. Il tema affrontato: assicurare alla giustizia l'autore di un omicidio. La vittima è un uomo di mezza età il cui corpo viene ritrovato da una guardia giurata nell'ascensore di uno stabile nel paesino di Viganà (un luogo immaginario in cui Montalbano svolge il suo ruolo di tutore dell'ordine). Dietro all'assassinio però ci sono tante altre storie una diversa dall'altra, una più inquietante dell'altra. Protagonisti del tv movie, oltre a Zingaretti, sono anche Guja Jelo (la moglie tradita) e la bellissima Afef Jnifen (una tunisina un po' prostituta, un po' terrorista).
Stefano Munafò, direttore di Rai Fiction spiega che tutto quello che riguarderà Montalbano sarà di "proprietà" della Rai. «Abbiamo acquistato i diritti d'autore e al Ladro di merendine e alla Voce del violino (fra gli protagonisti anche Sergio Fantoni e Alessia Merz), che andrà in onda il 13 maggio, seguiranno La forza dell'acqua e Il cane di terracotta in lavorazione dall'autunno. La Rai ha anche firmato un'opzione con Zingaretti, che sarà il commissario Montalbano nella serie di sei (o otto) puntate, tratta dai racconti brevi di Camilleri, pubblicati da Mondadori». Si ha la sensazione che Montalbano possa diventare per Zingaretti quello che Cattani, ai tempi della Piovra, è stato per Placido. Ma l'attore di questo legame fra lui e il personaggio non ha paura: «Se questo si verificasse vorrebbe dire che lo sceneggiato ha avuto un grande successo e io ne sarei felice. Comunque - aggiunge - spetta a noi attori il compito di evitare certe pericolose identificazioni. Dobbiamo cercare di fare scelte sempre diverse e dimostrare così la nostra professionalità».
Sul futuro della fiction in Rai Munafò aggiunge: «Bisognerà gestire bene il nostro successo. Dobbiamo percorrere la strada del giallo all'europea dove dietro all'omicidio o al fatto di sangue si nascondono storie di varia umanità». Sui serial scritti per Raiuno e per Raidue il direttore spiega che quelli per la prima rete hanno avuto e avranno una valenza popolare, mentre quelli per Raidue continueranno a puntare su contenuti un po' più complessi. E lo scontro fra Montalbano e Giusti (il poliziotto interpretato da Montesano che sempre stasera andrà in onda su Canale 5)? «Non c'è nulla da temere - confessa -, l'audience è importante ma fino a un certo punto».

di PATRIZIA SALADINI