La Repubblica 15-05-1999

Quell'attore per caso di nome Camilleri

Non siamo a Vigata per una volta. L'ultima impresa di Andrea Camilleri ha cambiato indirizzo. Ma gli ingredienti classici della sua sicilianissima inventiva ci sono tutti: c'e' il mare, c'e' il giallo, c'e' l'intreccio macchinoso. E c'e' lui, lo scrittore pigliatutto. Una specie di "Deus ex machina" che intesse l'ordito di una trama complessa. Anche quando e' assente riesce a dipanare la matassa di una storia che si svolge tra reperti archeologici rubati e antichisti di dubbia lealta'. Siamo al cinema Lux, alla "prima" palermitana dell'ultima avventura extra letteraria dello scrittore siciliano. Solo che questa volta Camilleri invece di scrivere recita. Interpreta la parte di un vecchio archeologo, Briano Teo Calvani. Dalla sua Kamarina non si rassegna all'idea che 10 preziosissime maschere della commedia attica, siano state rubate proprio durante uno scavo da lui stesso diretto 20 anni prima. Poco prima di morire spinge il nipote inconsapevole a fare un viaggio. Non e' casuale: sara' la sua permanenza a Roma, infatti, a sciosliere il giallo. Il nipote incosapevole , che e' regista e attore protagonista de "La strategia della maschera", si chiama Rocco Mortelliti ed e' il genero di Camilleri. Da un soggetto venuto fuori dalla mente vulcanica del papa' di Montalbano ha messo su un film che ha una trama forse un po' troppo astrusa e dialoghi che alle volte di inceppano. Insomma, Camilleri in un modo o nell'altro conquista anche il cinema, all'indomani della messa in onda del secondo episodio de "Il commissario Montalbano" (oltre 6 miolini di telespettatori per "La voce del violino") e dell'uscita del suo nuovo romanzo "La mossa del cavallo". Nei primi 15 minuti Camilleri-Calvani la fa da padrone recitando con la sua naturale ironia la parte di se stesso. E' questo l'aspetto piu' curioso di una pellicola che per il resto lascia un po' deluso anche il pubblico pomeridiano di un pomeriggio di scirocco. "Sono venuto qui ammette ridendo Franco Teresi - attirato dall'idea di vedere Camilleri nelle veste di attore. Io sono un suo fans da sempre. Avevo gia' letto i suoi libri prima ancora che diventasse famoso. E vederlo al cinema non fa che confermare la mia impressione. E' simpatico, comunicativo e profondamente siciliano. Quanto al film devo dire che mi lascia perplesso. Meglio le riduzioni per la tv delle storie di Montalbano". Piu o meno della stessa idea, anche se piu' morbido nel giudicare il film, e' un altro spettatore di ieri, Filippo Di Forti. Si dice lettore appassionato dei suoi romanzi e quanto ha "La strategia della maschera" sottolinea: "Non lo trovo per niente male, anche se il Camilleri televisivo mi ha convinto di piu'". Tra il pubblico c'e' anche uno degli interpreti del film. Si chiama Natale Russo e venuto a vedersi e vedere la performance cinematografica dello scrittore. Di lui ricorda il giorno dell'incontro all'Accademia d'arte drammatico di Roma. "E' stato il mio maestro - dice - e mi piace ritrovare oggi nella sua interpretazione la sua grande capacita' affabulatoria. La prima cosa che ci insegnava era che la grandezza di un attore sta tutta quanta nella naturalezza con cui recita. Proprio quella stessa che vien fuori in questo suo breve passaggio cinematografico.

Chiara Dino