Non c'e' bisogno dei cieli grigi di Londra, delle atmosfere nebbiose della
Senna o dei quartieri caldi di New York per vendere avvincente una trama a tinte
fosche. La prova piu' evidente arriva dalle classifiche dei libri. Dove domina
Andrea Camilleri, famoso per i suoi romanzi siciliani, che ha appena pubblicato
un nuovo sicuro best-seller, "Gli arancini di Montalbano" (Mondadori).
Si tratta di racconti ambientati a Vigata, localita' inventata della Sicilia cui
si cela il paese natale dell'autore, Porto Empedocle (Agrigento). Ma perche'
Camilleri fa indagare il proprio li' il suoi commissario? "La Sicilia e'
perfetta per il giallo" dice Camilleri. " E' un triangolino di terra
su cui nei secoli si sono avvicendate diverse popolazioni. Ognuno con una
lingua, una cultura e tradione diverse dall'altra. Una varieta' e una mescolanza
che ha contribuito a rendere quest'isola un luogo misterioso. Dove le trame
nascoste e i delitti occulti sono all'ordine del giorno". Anche lo
scrittore americano piu' celebre del momento, Thomas Harris, ha ambientato in
Italia, per la precisione a Firenze, una parte del suo ultimo romanzo, Hannibal
(Mondadori). E non certo per allentare la tensione. Nel capuologo toscano
avviene uno dei delitti piu' spettacolari del libro. La vittima un ispettore del
nome Pazzi, che, come un suo antenato, finisce impiccato ad un balcone di
Palazzo Vecchio. Harris, che mostra di aver studiato la storia, ha scelto
Firenze per rievocare l'Italia rinascimentale dei mille veleni. "Ma secondo
me" dice la scrittrice Laura Grimaldi, traduttrice del romanzo "piu'
che alla Firenze della congiura dei pazzi, Harris si e' ispirato a quella di
Lorenzo il Magnifico, culla delle arti. Infatti, Hannibal, serial killer
cannibale e' un esteta, un amante del bello. Nella sua ostinata ricerca del male
vuol fare di ogni delitto un capolavoro. Percio' la sua Firenze riesce ad essere
insieme stupenda e tenebrosa". Meno classica, ma altrettanto cupa, e la
Milano dele storie nere di Andrea Pinketts, che pubblica in questi giorni
"L'assenza dell'assenzio" (Mondadori). "Il mio detective si muove
tra siringhe e bossoli, in una citta' Blude Runner" dice. "Dove le
oasi dei vecchi bar sopravvivono accanto ai palazzi pieni di computer. E il
posto ideale per ambientarci un sogno o un incubo".
Silvia Sereni