La Repubblica 23.11.1999

Sul numero di "MicroMega" che esce oggi un dossier dedicato all'intreccio tra politica e onorata società

Nel suo nuovo numero, in vendita da oggi, la rivista MicroMega pubblica un dossier sulla mafia. In questa stessa pagina, anticipiamo la testimonianza di Andrea Camilleri: una ricostruzione aneddotica dei rapporti fra la politica e l'"onorata società" a partire dallo sbarco degli Alleati in Sicilia. Gli altri capitoli del dossier traggono spunto dalla sentenza con la quale i giudici di Palermo hanno assolto Giulio Andreotti. Decisione riesaminata ad opera di tre giornalisti, un magistrato e un uomo politico.
Enrico Bellavia, redattore di Repubblica, paragona polemicamente il trattamento riservato ad Andreotti a quello inflitto a tanti altri imputati (non "eccellenti", precisa il giornalista) di associazione mafiosa. Una "biografia non autorizzata" dello statista democristiano è firmata da Peter Gomez dell'Espresso. Il giudice Adriano Sansa, ex sindaco di Genova, commenta gli eccessi encomiastici con i quali alcuni alti prelati hanno salutato il proscioglimento di Andreotti e sottolinea la pretestuosità degli attacchi rivolti a Giancarlo Caselli. Nando Dalla Chiesa, nel rievocare l'assassinio (che risale al settembre 1990) di Rosario Livatino, il "giudice ragazzino", "ripassa" gli otto processi che ne sono seguiti, senza che si sia potuto "giungere ancora alla parola fine". Coniando un neologismo - Disinformafija - Marco Travaglio della Repubblica denunzia gli errori e le omissioni commessi dai media nel riferire del caso caso giudiziario che riguarda Andreotti. Lo si è trattato come un "processo di pentiti", mentre non solo di questo si trattava. Almeno cinque fra i testimoni erano, infatti, "persone normali, incensurate e tutt'altro che pentite". Se non sono state giudicate credibili, è lecito domandarsi - osserva Travaglio - perché nessuno abbia proceduto contro di loro per calunnia.