TV Sorrisi & Canzoni

Intervista con il protagonista di "Il commissario Montalbano

Il provino l'ha passato un anno fa. Luca Zingaretti aveva letto i gialli di Andrea Camilleri, conosceva bene il commissario Montalbano, un ruolo che desiderava e insieme temeva. "Ero molto preoccupato", racconta l'attore, "Perche' era un personaggio che amavo moltissimo. Racconti peggio le persone che senti piu' vicine, e come fare l'imitazione di qualcuno che conosci strabene, non riesci ad allontanarti per guardarlo criticamente. Ma dopo una settimana di riprese credo di essermi sciolto, e come se fossi magicamente entrato dentro il vestito giusto. Credo di aver fatto un buon lavoro". Cosi', dopo "Il ladro di merendine" e "La voce del violino", l'attore si prepara a rivestire i panni del burbero commissario siciliano in due nuovi film tv, in lavorazione da settembre. E' stato un violento usuraio nel film "Vite strozzate", un rapitore mafioso nelle ultime "Piovre" televisive, un manager in crisi matrimoniale in "Tre alberghi", in scena a Roma fino a poche settimane fa. Eppure, nella carriera di Zingaretti, Montalbano rimane uno dei ruoli piu' difficili. "Decisamente. E' un personaggio molto complesso, che ha un grande senso morale, una forte paura dei legami e della morte. Quello che mi piace e' il suo riuscire a dare il giusto valore alle cose: non gli frega niente della carriera, lui vuole la sua Vigata, il suo mare, la sua donna che lo viene a trovare ...".

Cos'ha Zingaretti in comune con Montalbano?
L'irrascibilita'. Anch'io, purtroppo, non ho un buon carattere. Spero di assomigliargli per la sua moralita' e se non e' troppo anche in questo dare il giusto valore alle cose, rifuggire dai finti miti della societa' moderna, raggionare ancora con la propria testa.

E cosa non le appartiene del personaggio?
Tenere lontana la propria donna. Se amo una donna la voglio vicino a me, ho bisogno prorpio di toccarla.

Difficolta' particolari durante le riprese?
Abbiamo lavorato benissimo, la popolazione siciliana ci ha sostenuto in tutti i modi. L'unico problema e' stato nuotare in mare a ottobre, dopo mezz'ora avevo le labbra viola.

Camilleri e' stato suo insegnante all'Accademia d'Arte Drammatica. Com'e' andata con lui?
L'ho chiamato solo dopo aver firmato il contratto. Non prima perche' mi sarebbe sembrato di chiedergli un intervento, e questo non rientra nel mio spirito. Gli telefonai alla prima settimana di riprese, gli dissi che ero preoccupatissimo, che non ce l'avrei fatta a rendere Montalbano e gliene chiedevo scusa. E lui mi rincuoro' dicendo di non fare lo scemo. E' buffo il rapporto che c'e' fra noi: essendo entrambi pudichi sui propri sentimenti, ci siamo sempre espressi la stima reciproca a distanza.

E' timido?
Quando lavoro no. Certo, se poi mi si chiede cosa vuol dire per me essere il nuovo sex-symbol del cinema italiano sicuramente m'imbarazzo e divento rosso, giallo, verde ...

Glielo chiedono spesso?
Praticamente sempre. Intendiamoci, fa piacere sapere che piaci, pero a sentirmi dire "sei il sex-symbol" mi vien da ridere perche' non so bene cosa significhi. Nella vita privata sono timido, a volte un solitario. Mi pioace anche stare insieme agli amici, fare 4 chiacchere: mi trovo in difficolta con chi comincia a far casino, a fare amicizia con tutti. "Siamo amici", ti dicono. Ma amici "de che"!? L'amicizia e' una cosa seria. Non sopporto l'invasione dello spazio personale. Pensi al telefonino, aggeggio che ti rende disponibile al mondo 24 ore su 24. Una follia. D'altra parte viviamo in un momento in cui la gente va a dirsi "ti amo, sposiamoci, facciamo un banbino" in tv. Tra un po' metteranno le telecamere pure in camera da letto ...

Alberto Anile