la Repubblica - Giovedì, 25 novembre 1999 - pagina 12
risponde BARBARA PALOMBELLI

La nuova "missione" delle madri
LETTERE

L' esclusione dei precari, La galera degli onesti, La stampa di partito, Pantani e Guazzaloca, La foto di Enzo Sellerio

La nuova "missione" delle madri CARA Barbara il mio nome è Massimo e compio 36 anni tra pochi giorni. Seguo, quando mi è possibile, la sua trasmissione radiofonica, la sua rubrica su Repubblica e ho notato con stupore quanto si autoalimenti la discussione su rapporto tra uomo e donna. Sono nato in una famiglia in cui nessuno si sedeva a tavola prima degli altri e ci si alzava tutti insieme; a cinque anni, mia madre mi faceva salire su uno sgabello, perché giocassi a lavare i piatti. Poi mia madre morì quando avevo nove anni: mio padre si risposò quattro anni dopo con una donna meravigliosa, che divenne a sua volta madre amorevole e decisa, e che portava nella mia vita suo figlio, mio coetaneo e fratello. Nella famiglia ricreata i miei genitori lavorarono sino alla pensione e la gestione della casa venne sempre considerata cosa comune: io e mio fratello avevamo la piena responsabilità della nostra camera, della cucina, della tavola da apparecchiare e sparecchiare a cena, e non adempiere ai propri doveri era sempre un guaio da giustificare. Ancora oggi un' amica, parlando della mia seconda madre la soprannomina scherzosamente "StalinElena" per la sua fermezza. Non posi mente a questo modus vivendi credendolo usuale, fino a quando non entrai a lavorare in fabbrica dove scoprii che una mia giovane collega aveva dovuto presentare il lenzuolo ai suoceri all' indomani della prima notte di nozze; una seconda aveva un marito che passava dalla frequentazione dei testimoni di Geova al diventare arbitro di calcio, ma in casa pretendeva da lei le pantofole, e rimasto qualche sera solo col figlio, non sapeva cuocere un uovo al tegamino: a tutto questo la moglie rispondeva cessando di concederglisi nei periodi di maggiore crisi, e lo raccontava con naturalezza, sorridendo; una terza venne schiaffeggiata dal marito all' uscita dal lavoro per una simpatia maschile. Cominciai a indignarmi e a provare vergogna, non per mia fortuna di essere uomo, ma quantomeno dell' italiano medio (mediocre?) di cui andavo scoprendo atteggiamenti a me sconosciuti. Ho riportato solo le esperienze negative, benché la vita sia fortunatamente variegata e colma di aspetti tra i più diversi: tuttavia mi sono convinto che solo la donna, in particolare nella figura di madre, possa fare qualcosa per cambiare profondamente l' uomo: non basta che lo concepisca biologicamente, lo deve educare socialmente: ormai solo con la collaborazione, con l' impegno comune può concepirsi una vita familiare volta quanto più possibile a rendere liberi e realizzati gli individui (individui!) che la compongono. Non mi sono mai sentito rappresentato dall' Italia in quanto uomo, in quanto torinese, e la testimonianza che ho voluto portare si associa al disagio che vivo nel mondo del lavoro, nel mondo universitario, nella smania da vincita al superenalotto e da maggiorate televisive: se e quando avrò l' opportunità di intraprendere la carriera accademica all' estero, lascerò con dolore il Piemonte, con meno dolore lascerò Torino, ma non ne proverò affatto abbandonando l' Italia che si crede civile senza esserlo. M.B. Torino LA storia di M.B. è esemplare: siamo noi madri che dobbiamo educare gli uomini di domani; non possiamo lamentarci delle disparità fra uomo e donna se siamo poi le prime a trattare mariti e figli come dei padroni. L' esclusione dei precari Luigi Manfredi e un gruppo di precari di Crotone - gigim@krol.it Siamo un gruppo di insegnanti precari di disegno e storia dell' arte che, grazie alle riforme del ministro Berlinguer, sono condannati, molto probabilmente, al precariato a vita. Abilitati da sempre, vincitori di vari concorsi, idonei all' insegnamento, inclusi in tutte le graduatore d' Italia (di merito, doppio canale di reclutamento, graduatorie esaurite, ecc), per alcuni con servizi quasi ventennali e titoli a non finire, che rischiano di vedersi soffiare la cattedra da neolaureati i quali, grazie all' imminente concorso a cattedere, potranno insediarsi nei posti disponibili da noi "inadeguatamente" occupati negli ultimi decenni, senza fare la dura gavetta che noi invece abbiamo fatto, né i vari corsi di aggiornamento, di formazione, senza conoscere nulla di metodologia, programmazione, strumenti, obiettivi, strategie, bande di oscillazione dei nuovi esami di stato. Non sarebbe stato più logico dare ai neolaureati la possibilità di conseguire l' abilitazione all' insegnamento e a noi l' opportunità di occupare finalmente il posto inseguito così faticosamente e che in un certo senso ci spettava di diritto? Per non parlare dei nuovi concorsi banditi in regioni, in cui non sono stati sistemati gli attuali precari abilitati già inseriti nel doppio canale, ma neanche quelli che speravano di rientrare grazie al prossimo bando di concorso per soli titoli. Il tranello delle abilitazioni riservate ci sembra una presa per i fondelli visto che, in ogni caso, molti di noi erano già inseriti inutilmente nelle graduatorie per soli titoli. Il ministro dovrebbe ricordare che il doppio canale di reclutamento esisteva già. Il criterio non è cambiato, anzi ci sembra ancora più penalizzante, visto che i concorsi a cattedre dimezzano le nostre speranze. La galera degli onesti Pierpaolo Fellini - Bologna Un anziano signore mi raccontava che quando era giovane il furto di una gallina con giudizio pretorile avrebbe comportato una pena di sei mesi da scontare senza alternativa. Ricordate un episodio analogo in un film di Don Camillo e Peppone? Oggi viceversa i diritti di chi commette reati sono notevoli visto che è facile che si ritrovino immediatamente liberi. E se non sono in galera i delinquenti ci finiscono, loro malgrado, gli onesti. Porte blindate, cancelli, inferriate, allarmi, polizze... La stampa di partito Antonio Carioti - ex caporedattore della Voce Repubblicana La situazione di crisi dell' "Unità" ripropone il tema dei giornali di partito, aziende editoriali che ricevono consistenti contributi pubblici e a volte li usano in modo disinvolto. Un caso grave è quello della "Voce Repubblicana", che nel maggio 1998 ha cessato le pubblicazioni e ha messo in liquidazione la sua società editrice, adducendo gravi difficoltà economiche. Poi però, nell' aprile scorso "La Voce", "epurata" dai dipendenti ritenuti sgraditi, è stata riaperta da un' altra società, gestita dalle stesse persone della precedente. Tuttavia l' operazione non ha passato il vaglio della magistratura, che con sentenza del 9 giugno scorso, poi divenuta definitiva, ha dichiarato illegittima la messa in cassa integrazione dei giornalisti della "Voce". Sulla vicenda è stata anche presentata un' interrogazione al ministro del Lavoro, da parte del senatore Antonio Duva. Ma il fatto stupefacente è che la Presidenza del Consiglio non si presenta in udienza, davanti al pretore, per consentire l' assegnazione ai lavoratori delle somme che essi hanno pignorato presso il Dipartimento per l' editoria. E' così che si comporta un governo di sinistra? Pantani e Guazzaloca Avv. Bruno Guazzaloca Con riferimento a quanto pub-blicato sulla Cronaca nazionale di Repubblica in relazione alla vicenda Pantani, faccio presente che, diversamente da quanto erroneamente riportato, non sono figlio del Sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca. La foto di Enzo Sellerio La foto delle elezioni siciliane pubblicata a corredo dell' articolo di Andrea Camilleri nella nostra edizione del 23 novembre è di Enzo Sellerio. Ci scusiamo con l' autore per l' omessa indicazione.

Panorama 11.11.1999

Indagine con souffle'

...Per il commissario di polizia piu' noto d'Italia, Salvo Montalbano, creatura di Andrea Camilleri, il ristorante ha un'importanza capitale, anche perche' la sua domestica gli lascia in frigo cosette a volte un po' indigeste. Pesce e pasta, con tanto condiemento, sono spesso antido a botte di malumore pesante e denso. E se Montalbano vuol mandare a quel paese qualcuno, come il suo aiutante Mimi', l'insulto riguarda la cucuna: Vatti a mangiare i tuoi spaghetti alle vongole con tanto parmigiano!. Peggio di una bestemmia...

A cena con SALVO MONTALBANO

PRIMO: maccheroni con salsetta fuoco vivo (sale, olio di oliva, aglio, peperoncino rosso secco in gran quantita').

SECONDO: agnello alla cacciatora con profumo di cipolla e origano.

DESSERT: dolce di ricotta fresca e un biccherino di anicione.

Pier Mario Fasanotti

 

L'almanacco dell'Altana  


L'Almanacco dell'Altana 2000

(Roma, 1999, 192 pagine, lire 50.000, Isbn 88-86772-18-1)

 
Andrea Camilleri: Ipotesi sulla scomparsa di Antonio Patò (Pagg. 51-59)


Ecco l' inizio del racconto:

Nel pomeriggio del Venerdi' Santo del 1919 a Raccadali, grosso paese della provincia di Montelusa, accadde un fatto inusitato destinato ad entrare nella leggenda e a diventare oggetto d' indagini, analisi, ricerche, ipotesi, alcune delle quali certamente suggestive, ma tutte però di non appagante conclusione. Per raccontare il misterioso episodio, preferiamo cedere la parola a Leonardo Sciascia che lo sintetizzò brillantemente proprio a conclusione del suo romanzo intitolato A ciascuno il suo, edito nel 1966. Cinquant' anni prima, durante le recite del Mortorio, cioe'  della passione di Cristo secondo il cavalier D'Orioles, Antonio Patò, che faceva Giuda, era scomparso, per come la parte voleva, nella botola che puntualmente, come gia'  un centinaio di volte tra prove e rappresentazioni, si aprì: solo che (e questo non era nella parte) da quel momento nessuno ne aveva saputo piu'  niente; e il fatto era passato in proverbio, a indicare misteriose scomparse di persone o di oggetti .

[Dall'Almanacco dell'Altana 2000 - Edizione dell'Altana]



Almanacco dell Altana 2000

L' Almanacco dell Altana, giunto ormai al suo sesto anno, si presenta investe assolutamente eccezionale in occasione del 2000. Aumentato nel numero delle pagine e nei contributi dei collaboratori presenta in esclusiva assoluta una autentica primizia letteraria: un lungo racconto di Andrea Camilleri intitolato, Ipotesi sulla scomparsa di Antonio Patò.
Laura Toscano e Franco Marotta, gli autori dei fortunati serialtelevisivi  Il maresciallo Rocca  e  Commesse  - hanno scritto per l' Almanacco dell' Altana una minisceneggiatura da brivido: L' appartamento. Pubblichiamo inoltre uno scritto ormai dimenticato di Alberto Moravia su Joyce, con un ricordo e un disegno di Bruno Caruso. È invece dello scultore e disegnatore Angelo Canevari un intenso profilo artistico di Mirko.
Una lettera inedita di Sigmund Freud, commentata dal celebre psicanalista Aldo Carotenuto ci introduce ai segreti della fisiognomica. Quirino Principe ha rievocato da par suo la figura di Paula Michelstaedter. Del grande filosofo e poeta goriziano Carlo Michelstaedter, fratello di Paula, morto suicida, pubblichiamo un testo inedito.
Luciano Canfora ci parla di Nietzsche in occasione del centenario della morte. Ma nell'Almanacco ci sono moltissime altre cose: giochi, racconti, un bando di concorso, poesie, scritti di autori illustri che non possiamo qui elencare al completo.


PREMIO LETTERARIO IO LIBRO 2000


Le Edizioni dell Altana indicono la terza edizione del Premio IO LIBRO, avente loscopo di promuovere la  cultura del libro  in ogni suo aspetto.

® Possono partecipare tutti gli autori (anche cittadini non italiani) di racconti, atti unici,soggetti cinematografici, saggi storici e biografici - rigorosamente inediti - che abbiano come tema centrale il libro antico, moderno o futuro, in una qualsiasi delle sue caratteristiche.
® Ogni composizione non dovrà  superare le dieci cartelle dattiloscritte.
® Premio all opera vincitrice: una preziosa pubblicazione d'antiquariato offerta dalla libreria Sforzini di Roma.
® La composizione vincitrice verr  pubblicata sull'Almanacco dell'Altana 2001.
® La giuria si riserva di attribuire eventuali riconoscimenti speciali.
® L assegnazione avverrà  nell autunno 2000 in coincidenza con la pubblicazione dell'Almanacco dell'Altana 2001.
® I testi (corredati di nome, cognome, indirizzo e telefono o fax dell'autore) dovranno pervenire alle Edizioni dell'Altana (Premio  Io libro 2000 ) via Oslavia 30 - 00195 Roma, entro e non oltre il 19 giugno 2000.
® Si prega di inviare i testi in otto copie per facilitarne lo smistamento giuria.

Camilleri fara' parte della giuria.