Sette
Camilleri lei scrive troppo ...
continui a farlo, per favore
Il commissario Montalbano, acquattato nell'ombra. ha il cuore in gola perche'
si e' appena imbattuto nel cadavere di una ragazza straziata a colpi di
coltello e, ora, sta spiando i due balordi, autori del delitto, mentre si
stanno preparando la cena. Ingriedenti base del pasto: gli occhi della
vittima. Cosa fara' il commissario piu' amato dagli italiani? Estrarra' la
pistola e aprira' il fuoco? No Montalbano si allontana dal luogo del delitto,
raggiunge una vicina cabina telefonica, fa un numero di Roma e parla con
un uomo seduto davanti ad una macchina da scrivere per dirgli che questa
volta e' troppo, che lui non ci sta, che non gli piace quella situazione.
L'uomo, che e' uno scrittore, gli obietta con voce affettuosa e tono
ragionevole che purtroppo e' costretto ad aggiornarsi, che oggi piu' che mai la
moda impone sangue, sesso, violenza, orrore.
Che e' costretto a essere trucido un po' per colpa del pubblico sempre piu'
avido di sensazioni forti, un po' per colpa dei critici che altrimenti
continueranno ad accusarlo di buonismo.
Insomma, prosegue lo scrittore, questo racconto non s'ha da fare e bisognera'
trovare un finale.
No, questo racconto non s'ha da fare, ribatte Montalbano, e il finale c'e' gia',
semplicemente il commissario riattachera' il telefono, uscira' dalla cabina
e tornera' a casa.
Andrea Camilleri ormai ci scrive in diretta, i suoi racconti (Gli arancini
di Montalbano, il titolo) hanno l'immediatezza e la disinvoltura di una
telefonata a un amico.
cosa dire di nuovo che no sia stato detto?
Quale complimento aggiungere alla lista lunghissima degli elogi ricevuti da
uno scrittore che e' come re Mida, trasforma in inchiostro tutto quello che
tocca. Magari gli si potra' rimproverare (a cercare proprio il pelo
nell'uovo) di eccedere in facilita' di invenzione e di costruzione, ma si
puo' sul serio fargli colpa di essere un narratore prolifico?
E' come accusare un pozzo di petrolio di essere un pozzo di petrolio, di
sparare verso il cielo il suo getto di oro nero.
Andrea Camilleri e' bravissimo, con un centesimo del materiale usato in questa
raccolta (il vecchio giudice che sottopone a revisione tutti i processi
che ha presieduto; l'uomo che conserva in casa tutte le scorie e i rifiuti
della sua esistenza; l'attempata prostituta che esercita il suo mestiere
anche dopo essersi felicemente sposata e a suo marito che continua a lavorare
perche' non si mormori che lui campi alle spalle della moglie; il bigotto
ragioniere di origine rumena misteriosamente ucciso a Roma la notte prima di
coronare il sogno della sua vita: vedere il papa; la ninfomane che inguaia
un esimio professore di liceo perche' non e' riuscita a sedurlo) si farebbe
salire alle stelle il prodotto nazionale lordo di narrativa che, si sa, ha
indici di Paese sottosviluppato.
Lui lo butta via in un libro solo.
E' il vincitore del superenalotto della letteratura.
I suoi racconti sono come schedine Sisal fatte di parole che hanno il ritmo e
la magia dei numeri.
Antonio d'Orrico