Perche' Camilleri

Il mese scorso è stato pubblicato il nuovo libro dello scrittore siciliano Camilleri: "Viaggio a Tindari". Lo scrittore rappresenta uno dei fenomeni letterari di fine millennio sia perché è in testa da tempo alle classifiche di vendita sia perché il suo nome ha dato pure origine ad un Club di Lettori a lui ispirato, come nei migliori casi di successi sportivi o culturali. In questo articolo non mi propongo tanto di chiarire le ragioni del successo di Camilleri ( di cui mi confesso lettore accanito) poiché le sue storie, estremamente veritiere, sono costruite sullo sfondo di una Sicilia dei nostri giorni con tutte le contraddizioni che l' isola riesce a esprimere ma sempre con uno sguardo ironico e curioso. Camilleri non ha inoltre bisogno di elogi poiché i suoi personaggi, inseriti nel commissariato di Vigata ove opera il commissario Montalbano ( il richiamo a Montalban e a Pepe Carvalho è immediato) o quelli descritti in altri romanzi (il filo di fumo, il Birraio di Preston, la concessione del telefono, la mossa del cavallo tanto per citarne alcuni) sono di grande immediatezza e attualità. Lo scrittore non ha neppure bisogno della spiegazione delle ragioni del suo successo derivanti dalla capacità di scrivere romanzi con un grande intreccio poliziesco ed un filo di ironia, che avvolge tutta la trama, a costruire storie di vita che nascono da fatti di apparente scarsa importanza (una rappresentazione teatrale a Vigata nel Birraio di Preston, la richiesta di una concessione di linea telefonica nella Concessione del Telefono fino a giungere ad un fatto realmente successo come la Strage Dimenticata, che rievoca una delle tante stragi compiute dal regime borbonico nei confronti dei lavoratori ( nel caso di "poveri cristi" spesso ingiustamente incarcerati) in lotta per migliori condizioni sociali. Camilleri ha compiuto fondamentalmente una scelta di campo: uno stretto rapporto con la propria terra di origine attraverso la riscoperta del dialetto e delle sue tradizioni popolari più intime. Vi è un libro indicativo a tale proposito: "La mossa del cavallo". Qui il protagonista (un funzionario del governo sabaudo) viene ingiustamente accusato di omicidio ma saprà scagionarsi solo dopo che avrà riscoperto il proprio dialetto e sarà riuscito a penetrare la mentalità locale fino in fondo, comprendendone quindi tute le stratificazioni e le gerarchie sociali. Per il protagonista del libro si tratta di un viaggio a ritroso poiché, trasferitosi molto giovane a Genova da Vigata, aveva imparato alla perfezione il dialetto genovese dimenticando quello della propria terra. Ritornato a casa dopo molti anni come funzionario regio, non riesce più a capire un dialetto e attraverso esso un territorio che gli è divenuto estraneo, solo la riscoperta del linguaggio locale lo salva da una ingiusta condanna per omicidio, svelando il complotto annesso, ma gli permette di penetrare fino in fondo la società circostante. Se sotto certi aspetti questo cammino è simile a quello di Camilleri ( arrivato alle letteratura molto tardi dopo aver scritto cose egregie per la Rai- sua è la sceneggiatura del Tenente Sheridan), bisogna dire che esso rappresenta un messaggio di grande attualità per l' uomo contemporaneo. Oggi è possibile capire e sfruttare al meglio le mutazioni del mondo, la globalizzazione, …solo se si riesce a penetrare fino in fondo la cultura e le tradizioni di un popolo. Il dialetto diviene lo strumento per penetrare la mentalità e la cultura di un popolo poiché esso comunque il momento più originale di espressione di una comunità ed uno degli aspetti di espressione identitaria. La necessità di capire fino all' immedesimazione di alcuni personaggi la cultura di una comunità porta però automaticamente al dialogo con le altre culture poiché proprio la Sicilia è stata nei secoli un crocevia di popoli. Evidentemente l' identità di una comunità nasce proprio da questo continuo passaggio di popoli e di genti di culture e tradizioni diverse. Questo discorso porta automaticamente alle zone montane poiché pure qui la cultura delle comunità si è formata lentamente attraverso un continuo stratificarsi di esperienze comunitarie connesse con i popoli con cui si è venuti a contatto. La cultura di una comunità è quindi costituita dal elementi continui di contatto e di confronto con gli altri popoli che si muovono su un territorio. La comprensione del "diverso" o di chi viene nel nostro paese solo per riuscire a sfamarsi può costituire un utile elemento di arricchimento di culture, che possono trovare la propria ragione d' essere non nella sterile difesa di tradizioni ripetute solo a scopo folkloristico ma nella pratica quotidiana delle ragioni fondanti delle identità originarie delle collettività. Io credo che questo sia il messaggio sotteso a tutti i libri di Camilleri e fondamentalmente la ragione del suo strano linguaggio misto italo-siculo, che serve a dare uno sguardo ironico ma mai pessimista sul mondo ma che serve anche a rischiarci sempre alle ragioni fondanti della nostra cultura d' origine.

Danilo Bruno