Mensile francese "LIRE", numero d’ottobre 2000, pagina 56


Andrea Camilleri indaga tra i mafiosi. I suoi gialli causano devastazioni in Italia. Un successo legato in parte al suo eroe, il celebre commissario Montalbano, un Siciliano solitario e placido.

Un uomo solitario, "normale", coinvolto in avventure straordinarie? Un difensore della legge, fervente lettore di buon romanzi? Che crede più nei suoi propri valori che nelle leggi della giustizia? E’ tutto ciò che fà del commissario Montalbano uno dei personnaggi più amati dai lettori italiani di romanzi "noir"? Forse. O forse i gialli di Andrea Camilleri salgono immediatamente ai vertici delle migliori vendite perchè parlano di cose semplici. D’affari delucidati all’ombra d’un albero familiare e protettore. D’ assassini smascherati dopo un sontuoso pranzo a base di pesce o durante un bagno in mare. E poi Montalbano parla la lingua sicula con delle parole che, anzichè dividere i lettori, li riuniscono. Una lingua capita da tutti e riappropriata da tutti: furba e intrigante, anche per i puristi. Il mistero di tre morti legate tra di loro dal semplice fatto che sono accadute nello stesso palazzo è l’occasione, ne ‘La Gita a Tindari’ di mischiare il racconto con dei fatti di cronaca più recenti: denunciare il traffico d’organi umani, parlare della nuova mafia, accostarsi a Internet. Il mondo cambia ma il commissario Montalbano è sempro lo stesso uomo: stanco, cosciente degli anni che passano, poco incline a cedere ad un lontano amore che potrebbe farlo uscire dalla sua solitudine. Più felice di stare in compagnia d’una buona bottiglia anzichè lasciarsi sedurre da un avventura sessuale incerta. Assomiglia sempre di meno a un poliziotto e sempre di più a tutti noi. E quando un giovanotto, pieno di denaro sporco, è ucciso davanti al portone del suo palazzo, nel centro dell’immaginaria e ormai celebre Vigatà, e che due inoffensivi vecchietti che abitano proprio sopra di lui spariscono durante una gita a Tindari, i sensi di Montalbano sono (moderatamente, ovviamente) messi all’erta. Il personaggio creato da Camilleri inizia la sua inchiesta. Rifiuta come è sua abitudine ogni regola e prende in giro i suoi superiori. Si fida solo dei suoi stretti collaboratori. Quando ha un dubbio, si tuffa nelle pagine d’un grande autore. Ciò gli dà quel tocco d’originalità. Ce la farà a chiarire questo caso pieno di mafiosi dai metodi molto professionisti e dunque difficili da scoprire? Questa volta il caso è grosso e la posta in gioco importante. Gravi sospetti pesano sulla grande mafia internazionale che ha organizzato un traffico d’organi umani destinati a padrini latitanti. La malavita non è più quel che era. Ma Montalbano rimane fedele a se stesso e ai suoi ammiratori.

Michael Landsbury