Giornale di Sicilia 01.10.2000
De Oliveira e Sironi, letteratura e celluloide felicemente sposi
Ieri ad Agrigento il Premio Efebo d'oro ai due registi, per il cinema e la tv Il portoghese: 'Racconterò di un
gesuita'. Ciak sul nuovo Montalbano.
AGRIGENTO. (sit) 'Per il prossimo film, chiamami', gli disse Marcello Mastroianni alle ultime sequenze di 'Viaggio all'inizio del mondo' che Manoel De Oliveira girò con il grande attore, ma non ci fu il tempo. Così l'ultranovantenne regista portoghese ha voluto ricordare
Mastroianni, che nel film interpretava proprio un regista di nome Manoel. 'Il cinema aiuta a vivere, arte e vita sono
complici', e detto da De Oliveira suona quasi come una scelta di vita. Il regista ha ricevuto ieri ad Agrigento l'Efebo d'oro per 'La
lettera', liberamente tratto da 'La principessa di Cleves' di Madame de La
Fayette. 'Questo film non ha ricevuto molti consensi da parte del pubblico femminile che non ha gradito il rigore della protagonista - ha raccontato nel corso di un incontro con il pubblico - È la solita vecchia storia del rapporto che lega il testo, il film e il pubblico: gli spettatori si vogliono identificare con i personaggi e non vogliono che il male prevarichi il
bene'. De Oliveira sta sta preparando 'Palavra e Utopia', nuovo film sulla figura del gesuita progressista padre Antonio
Vieira. L'Efebo per la tv è andato alla serie del commissario Montalbano, firmata da Alberto Sironi che il 30 ottobre batterà il primo ciak dei due nuovi episodi, 'Gita a Tindari' (tratto dall'ultimo romanzo di
Camilleri) e 'Un tocco d'artista', prima incursione ne 'Un mese con Montalbano'. 'I personaggi principali saranno gli stessi, il resto del cast è tutto da mettere a punto e già lunedì faremo una prima scrematura a Catania. I due episodi verranno girati nel
Ragusano, con un'incursione fuori porta a Tindari - spiega Sironi che ha appena finito per Raiuno "Il furto del tesoro", film con Luca Zingaretti -. Salvo Moltalbano qui è più filosofo, sembra un Platone dei giorni nostri che indaga sulla profondità dell'animo umano, che non accetta la bassezza che porta la mafia ad uccidere due poveri vecchi'. Insomma, una storia, quella della 'Gita a
Tindari', che al commissario fa un po' schifo. 'Le storie di Camilleri non sono solo per palati fini, parlano della vita quotidiana e proprio in questi episodi si ricollegheranno alla cronaca, Montalbano traccerà un paragone tra la mafia di ieri e quella di oggi. Ma sono anche storie che si fanno da sole, che non devi toccare se non sfoltire qua e là per esigenze di
sceneggiatura'. A condurre la serata di consegna dei premi, un presentatore sui generis come Giulio Scarpati che ad Agrigento ieri ha ricordato la sua interpretazione di Rosario Livatino ne 'Il giudice
ragazzino'. 'Il difficile è stato non sbagliare e non andare sopra le righe, per non offendere nessuno - ricorda Scarpati che di mattina è andato sul luogo in cui fu ucciso il giudice
agrigentino, e ha incontrato la famiglia di Livatino -. Ad oggi considero "Il giudice ragazzino" il mio impegno più riuscito e più impegnato, non solo per il suo valore civile, ma per quello che mi ha regalato: opinioni, figure che condivido e che non credo di aver
tradito'. Scarpati ha appena finito le riprese di 'Resurrezione' dei fratelli Taviani per
Raiuno, e ha messo per il momento di lato i panni del dottor Lele Martini ('stiamo aspettando di conoscere le nuove linee narrative degli autori. Se riusciranno a mantenere l'originalità della scrittura, allora si potrà parlare di una terza
serie'), per dedicarsi a quelli del maestro Perboni, in 'Cuore' di Maurizio Zaccaro con Leo Gullotta e Anna Valle, produzione di Canale 5, inizio riprese il 9 ottobre. 'La struttura sarà quella di De Amicis con qualche incursione nella vita privata dei personaggi. Ci vorremmo riallacciare alla tradizione dei grandi sceneggiati degli anni '60'
Simonetta
Trovato