La Sicilia ,18 novembre 2000
Montalbano ciak a Modica

MODICA (RAGUSA) - Ieri, la ripresa di un funerale ripetuta una decina di volte. Oggi, riposo per gli attori, sopralluoghi e preparazione delle prossime scene per i tecnici con in testa il regista, Alberto Sironi. Eccola qui, la terza serie di quel simpaticone, furbacchione, insomma "siciliano è", Commissario Montalbano, fortunata serie televisiva prodotta dalla Palomar per Raidue, uscita pari pari dagli altrettanto famosi libri di Andrea Camilleri. Questa volta Vigàta si è "trasferita" a Modica, almeno per qualche giorno. Il ciak è schioccato a Villa Denaro Papa, una delle tante patronali disseminate nella campagna circostante la città, poi sotto la collina dell'Idria - una delle quattro che sovrasta Modica Bassa - e al duomo di S. Giorgio. La cura dei particolari, soprattutto per quanto riguarda l'audio in presa diretta, hanno costretto Sironi a far ripetere diverse volte le singole scene. Una volta il trillo di un telefonino (anche qui!), o la sirena in lontananza di un'ambulanza hanno prolungato la sosta dell'intera troupe davanti alla sommità della scalinata che da Corso Garibaldi arriva lassù, in cima ad uno dei simboli del barocco siciliano, a due passi dalle case che dettero i natali ad un premio Nobel come Salvatore Quasimodo e ad un filosofo-scienziato fra i più illustri del settecento come Tommaso Campailla. Tra Ragusa (altro duomo di S. Giorgio), Modica e Scicli (il palazzo comunale che diventa commissariato per l'occasione, più alcune case nobiliari) si girano le scene di "La gita a Tindari", ultimo episodio pubblicato sul singolare investigatore Montalbano, ormai giunto sulla soglia della mezza età, ma sempre alle prese con un altro caso intricatissimo, stavolta zeppo di morti ammazzati e sparizioni senza un perché apparente. Successivamente, Sironi & C. , che si tratterranno in Sicilia fino a dicembre inoltrato, gireranno una fiction tratta da "Un mese con Montalbano", libro a episodi che due estati fa Camilleri firmò appositamente per Mondadori. Gli altri successi, infatti, sono editi da Sellerio. Ma la vera star è lui, "Montalbano sono!", ovvero Luca Zingaretti, attore romano ma siciliano per esigenze cinematografiche e a furor di popolo che, come ogni attore legato al successo del proprio personaggio, fa fatica a smettere i panni del nostro eroe sbanca - auditel. Tra una scena e l'altra, il pubblico lo acclama. Si tratta per lo più di studenti che ufficialmente hanno disertato le lezioni per protestare contro il caro autobus, ma che in realtà si sono dati appuntamento al luogo che rivedremo in tutto il suo splendore sui teleschermi. Fanno la fila per chiedere l'autografo o farsi scattare una foto insieme ad una persona dimostratasi gentile e disponibilissima, fanno silenzio al grido del regista: "Azione!". Confusi fra gli spettatori, le comparse attendono il loro turno. Se non fosse per il nipotino che gli strattona la tonaca chiamandolo "nonno", il prete l'avremmo scambiato per quello vero. Li segue attentamente Pasquale Spadola, attore teatrale ragusano, punto di riferimento per tutte le troupe che selezionano il cast locale e che scelgono il paesaggio ibleo quale scenario da set. Iniziò Luigi Zampa, nel dopoguerra, con "Anni difficili", protagonisti Massimo Girotti e una giovanissima Delia Scala. Per finire fino a "Marianna Ucria" di Roberto Faenza e "L'uomo delle stelle" di Giuseppe Tornatore, passando per "Un matrimonio all'italiana", il capolavoro di Pietro Germi che diresse nell'occasione un superlativo "Don Antonio" Marcello Mastroianni. La troupe del "Commissario Montalbano" si trasferirà martedì a Scicli per girare alcune scene all'interno del municipio e in un'antica casa che dà sulla centrale piazza Italia. Il 27 tornerà a Modica prima di spostarsi nell'agrigentino.

Antonio Casa